Il Tirreno

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Il caso

Licenziata per i ritardi da Venchi a Firenze: il tribunale annulla tutto

di Valentina Tisi
Licenziata per i ritardi da Venchi a Firenze: il tribunale annulla tutto

Il giudice: «La perdita del lavoro? Una rappresaglia per aver preso il congedo»

23 dicembre 2023
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FIRENZE. Reintegro al lavoro per una dipendente che era stata licenziata da Venchi nell’ottobre del 2022, a deciderlo è tribunale di Firenze. La sentenza stabilisce per la donna, difesa dall'avvocato Andrea Stramaccia, «la nullità del licenziamento» e intima «la reintegra della lavoratrice nel posto di lavoro».

La lavoratrice part-time era occupata nel punto vendita della stazione di Santa Maria Novella e aveva chiesto il congedo per studio per due mesi. «Durante il congedo – ripercorre la vicenda la Filcams Cgil Firenze – è stata trasferita al negozio Venchi in zona Porcellino, impossibile da raggiungere, soprattutto nei giorni festivi, la mattina alle 7, muovendosi la lavoratrice con il treno che arriva in stazione pochi minuti prima delle 7. Ciò ha provocato, dopo il suo rientro in servizio, una breve serie di piccoli ritardi sanzionati dall’azienda». Nella sentenza si legge che: «I ritardi della lavoratrice sono diretta e immediata conseguenza di una scelta aziendale che si radica in un mero esercizio del potere datoriale di trasferimento dei lavoratori che, lungi dall’essere giustificato da ragioni tecnico-produttive ed organizzative si appalesa quale sottile strumento di rappresaglia rispetto al legittimo esercizio di una legittima facoltà della lavoratrice, la fruizione del congedo per studio». «Sebbene i ritardi della lavoratrice rappresentino l’apparente motivo fondante il licenziamento – prosegue il giudice –, l’unica e sola ragione a monte della vicenda è proprio la fruizione del congedo». Elemento sottolineato anche da Gianni Filindassi di Filcams Cgil: «Da quella richiesta di congedo sono arrivati il trasferimento, sanzioni, richiami, addirittura un giorno di sospensione per non aver lavorato il 25 aprile del 2022. È significativo che il Tribunale abbia sentenziato che quegli atteggiamenti non erano corretti». L'azienda, contatta telefonicamente, non ha commentato la vicenda.


 

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