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Bambina scomparsa Firenze, sono 4 mesi senza Kata. I telefoni dei genitori sotto la lente della procura: il punto sulle indagini – Video

Bambina scomparsa Firenze, sono 4 mesi senza Kata. I telefoni dei genitori sotto la lente della procura: il punto sulle indagini – Video

Terminate le perizie sui cellulari sequestrati sia agli indagati che ai familiari della bambina. Attesa per il sopralluogo nell’ex hotel, i carabinieri pronti a scavare in cerca di tracce

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FIRENZE. Le telecamere la riprendono mentre esce in strada col fratellino di otto anni e alcuni amichetti, poi qualcosa, o più probabilmente qualcuno, richiama la sua attenzione. Lei si stacca dal gruppetto e rientra nell’edificio. È l’ultima immagine disponibile di Kataleya Alvarez, la bimba di 5 anni scomparsa dall’ex hotel Astor di via Maragliano. Oggi sono quattro mesi che di lei non si sa più nulla. Nonostante gli sforzi imponenti messi in campo dagli investigatori, la piccola si è come volatilizzata. Gli inquirenti si trovano alle prese con tante piste possibili, e nessuna più certa delle altre.

Proprio in questi giorni sono state depositate in procura le perizie eseguite sulle copie forensi dei telefoni cellulari sequestrati ai quattro uomini arrestati lo scorso agosto con l’accusa di gestire il racket delle camere nell’ex hotel, tra cui lo zio materno di Kata, Abel Argenis Alvarez Vasquez, difeso dall’avvocato Elisa Baldocci. E inoltre, ad alcune persone non indagate, tra cui i familiari della bimba, compresi i genitori Katherine Alvarez e Miguel Angel Chicllo Romero, e a una donna di origine romena, anche lei ex occupante dell’edificio. Le memorie dei dispositivi sono state passate al setaccio usando circa 250 parole chiave, tra le quali “sequestro”, “sequestrata” “Kata”, “Kataleya”, “nascosta”, “presa”,”Perù”, “riscatto”, “rapimento”, “ricattare”, “foto”, “gettare”, “telecamere”, “minacce”. Ne sarebbe uscito fuori un materiale imponente di conversazioni, che in questi giorni sono al vaglio degli inquirenti. Secondo la procura fiorentina i genitori della bimba potrebbero, anche un buona fede, aver taciuto delle circostanze che potrebbero rivelarsi utili alle indagini. Da qui la decisione di procedere al sequestro dei telefoni per farne delle copie da analizzare.

Nell’inchiesta sulla scomparsa di Kata, diretta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, dalla pm della Dda Christine Von Borries e dal pm Giuseppe Ledda, è ipotizzato fin dalle prime battute il reato di sequestro di persona a scopo di estorsione. La tesi centrale è che la bimba sia stata rapita nell’ambito della guerra per il controllo degli affitti abusivi nell’ex hotel. Per ora anche le tecniche di analisi più sofisticate non hanno dato i frutti sperati. Nessun risultato utile dall’esame delle tracce biologiche trovate nelle stanze 104, 201 e 203 dell’edificio. In nessuna è stato trovato il dna di Kata. Nella 104 e nella 203 è stato repertato materiale biologico (tracce di sangue nel secondo caso) attribuibile con moderata certezza al padre di Kata, ma era una delle stanze frequentate dalla famiglia. Stessa cosa per la 201, dove è stato repertato dna attribuibile alla madre della bimba.


Le indagini proseguono anche allargandosi al Perù: le autorità peruviane hanno accolto la richiesta di rogatoria avanzata dai pm fiorentini. Sono in tutto quattordici le persone residenti nel paese sudamericano che saranno sentite sul caso. Saranno ascoltate come soggetti informati sui fatti. A Firenze nel frattempo proseguono i preparativi per il nuovo e più invasivo sopralluogo all’ex Astor: questa volta si entrerà pronti anche a scavare e demolire muri per cercare tracce della piccola.

Oggi alle 14, a quattro mesi dalla scomparsa, i genitori saranno in piazza Dalla Piccola, insieme ai loro avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, per lanciare un appello in favore del ritrovamento della loro bimba.

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