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Fiorentina, dopo la sconfitta col Bologna parla Commisso: «I cori a fine partita? Una porcheria. E la Fiorentina non si vende»

Fiorentina, dopo la sconfitta col Bologna parla Commisso: «I cori a fine partita? Una porcheria. E la Fiorentina non si vende»

Lo sfogo del presidente viola: «È soprattutto quando una squadra perde che si vede il vero tifoso»

06 febbraio 2023
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La Fiorentina non si vende. Lo ha ribadito Rocco Commisso parlando ai microfoni di Radio Bruno dopo la sconfitta col Bologna. 

«La Fiorentina non è in vendita, non lo sarà quando sarà costruito il

nuovo centro sportivo Viola Park, e quando lo sarà riceverete un telegramma. Io non vado via. In meno di quattro anni abbiamo speso quasi 400 milioni e prendiamo critiche ingiuste». «I cori di ieri – ha rincarato la dosa il presidente viola – sono una porcheria, ora bisogna sostenere la Fiorentina» perché «è soprattutto quando una squadra perde che si vede il vero tifoso. Speriamo di andare meglio in futuro, ma ora state vicino alla Fiorentina». 

«Non accetto – ha aggiunto – che la squadra, il mister ed i miei dirigenti siano criticati. C'è chi mette il cuore in quello che fa nella Fiorentina. Ora sta a me difendere la squadra, il mister e chi lavora per me, che tutti i giorni vengono infamati, e non è giusto. Difendo la società e voglio dire che ieri se quella rovesciata di Saponara fosse entrata, la partita contro il Bologna sarebbe finita 2-2, ed invece ci sono state molte critiche. Prendetevela con me e non con i miei dirigenti e con l'allenatore". E poi ancora: «Se mettiamo insieme la Conference League, la Coppa Italia ed il campionato gli attaccanti hanno fatto diversi gol. Nessuno è amareggiato come me per il risultato di ieri sera, ma i giocatori non possono essere un giorno eroi ed un altro giorno infamati. Ci sono giocatori che vengono presi di mira anche prima della partita. Ogni volta che si perde una partita non mi piace che ci siano certi cori. Invece di incoraggiare il mister e i giocatori i tifosi li hanno criticati, e Italiano non lo manderò

via».

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