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Firenze, bus in sosta col motore acceso per l'aria condizionata: una "dose" quotidiana di inquinamento

Matteo Calì

	Bus in sosta: durante il nostro servizio abbiamo verificato che avevano il motore acceso
Bus in sosta: durante il nostro servizio abbiamo verificato che avevano il motore acceso

«È un comportamento inammissibile – tuona il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi – e come amministrazione comunale dobbiamo intervenire al più presto per risolvere il problema perché è inaccettabile l’inquinamento che generano, così come lo è lo spreco di energie in un momento così delicato»

29 giugno 2022
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Firenze Pullman con i motori accesi per ore per poter beneficiare dell’aria condizionata, senza pensare ad ambiente e inquinamento. Quasi una beffa e una sfida per Palazzo Vecchio che pensa di varare uno “scudo verde” che blocchi l’ingresso alle auto inquinanti in città. È quello che accade ogni giorno ai check-point dei bus turistici a Firenze, in particolare nelle zone di Varlungo, Bellariva e viale Aldo Moro, proprio davanti all’ex teatro Tenda. Ma anche in viale Paoli, nel tratto adiacente ai campini della Fiorentina e addirittura ai bordi della pista di skate e pattinaggio, dove giocano tanti bambini.

Decine e decine di pullman ogni giorno portano centinaia di turisti in visita al centro di Firenze, li ‘scaricano’ nei pressi dei lungarni, per poi tornare nei check-point dedicati, giusto il tempo del giro in città della comitiva. Ed è proprio durante il periodo della sosta al check-point che gli autisti, per riposarsi, tengono il motore acceso che consente l’utilizzo dell’aria condizionata. Un malcostume che genera inquinamento aggiuntivo a quello che ormai assale le nostre città, ma che sembra rendere indifferenti i tanti autisti che ogni giorno transitano dai parcheggi del capoluogo toscano.

«È un comportamento inammissibile – tuona il presidente del Quartiere 2 Michele Pierguidi – e come amministrazione comunale dobbiamo intervenire al più presto per risolvere il problema perché è inaccettabile l’inquinamento che generano, così come lo è lo spreco di energie in un momento così delicato».

«Non vogliamo più quel check Point – spiega Pierguidi, riferendosi al punto di sosta a Varlungo – perché i residenti hanno dovuto sopportare fin troppo i disagi che porta», aggiunge il presidente del quartiere. «Spero che con la nuova tramvia che arrivare a Bagno a Ripoli possa trovare una nuova collocazione nei pressi» chiosa. «Sono gli autisti stranieri che si comportano così» provano a scaricare le colpe due ‘colleghi’ del centro sud. «Se passa la polizia e ci trova qui con i motori accesi – spiega uno dei due – ci fa la multa e l’azienda ce li mette in conto con una lettera di richiamo, magari per loro non è così e non ci pensano neanche, ma fa caldo che devono fare, stare chiusi senza aria?».

In effetti nel nostro sopralluogo notiamo vari pullman con il motore acceso, e con targa straniera, su cui si possono vedere gli autisti all’interno del mezzo intenti a leggere o a guardare un film. Un comportamento che è chiaramente vietato dal Comune di Firenze, tanto che all’entrata del tratto riservato alla sosta dei grandi pullman turistici, è posizionato un cartello che regola il comportamento da tenere, con una semplice norma da rispettare: «Durante le fermate è obbligatorio tenere il motore spento».

Per questo motivo il problema dell’inquinamento generato da mezzi pesanti non può essere sottovalutato, visto anche il numero di accessi di pullman in città che, in epoca pre-Covid, superava i 60mila all’anno. Un dato imponente per il turismo fiorentino, con oltre 3 milioni di visitatori che ogni anno entrano a Firenze proprio utilizzando i bus, per un turismo prevalentemente ‘mordi e fuggi’, con arrivo e partenza in giornata, che genera il problema di sfruttamento intensivo della città. Un tema caro sia l’amministrazione comunale che alle associazione di categoria, che da tempo lavorano per disincentivare queste modalità di turismo. È evidente che i pullman turistici abbiano un impatto ecologico importante.

Firenze è dietro a Bologna, al secondo posto tra le città d’Italia per emissione di Co2 pro-capite (2.055 kg/anno) per quanto riguarda il trasporto su strada. Anche per questo, le regole imposte da Palazzo Vecchio sull’accesso dei pullman turistici sarebbero, almeno in teoria, stringenti. Il regolamentato dalla Ztl Bus di fatto vieta l’accesso a tutto il centro abitato fiorentino e prevede l’ingresso soltanto ai mezzi muniti di contrassegno.

Il pass è molto costoso e può addirittura arrivare a costare fino a 400 euro al giorno, contribuendo in modo significativo agli introiti delle casse comunali. Un ‘prezzo’ che, però, non può costare così caro per l’aria e l’ambiente di Firenze.l

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