Il Tirreno

Empoli

Al baby Traore sono bastati quattro minuti per scrivere la storia

di David Biuzzi
Al baby Traore sono bastati quattro minuti per scrivere la storia

L’ivoriano è il primo figlio del terzo millennio a debuttare Gli azzurri lo hanno preso su segnalazione di Giovanni Galli

10 ottobre 2017
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EMPOLI. Una manciata di minuti per scrivere la storia. O almeno per cominciare a farlo. Perché il romanzo calcistico di Hamed Junior Traore non è esattamente all’inizio, ma poco ci manca. Però quando Vivarini lo ha gettato nella mischia col Foggia, al minuto numero 44 della ripresa, non ha segnato solo la sua prima apparizione nel mondo dei grandi, del calcio professionistico, ma ha aperto un capitolo.

TERZO MILLENNIO. Quel ragazzo con la maglia numero 15 sulle spalle, infatti, è nato ad Abidjan, nella lontana Costa d’Avorio, il 16 febbraio dell’anno del Signore 2000. Ed è il primo figlio del terzo millennio a giocare con la prima squadra azzurra. Quattro minuti quattro per scrivere la storia, insomma. Ma per lui, Traore, bruciare i tempi è un’abitudine. Con l’età degli Allievi B giocava già in Primavera, dalla scorsa estate e coi grandi e la prima apparizione che gli tecnico gli ha concesso non è un dono: se l’è guadagnata sul campo, allenandosi come un veterano.

LO SPECIALE SUGLI AZZURRI

LA STORIA. Mica facile. Ma neanche troppo complicato per chi, come spiega chi a Empoli lo ha portato «gioca a calcio con una naturalezza e una serenità che sorprendono». Le parole sono di Marco Bertelli, il responsabile del settore giovanile azzurro, che Traore lo prese nell’estate del 2014. «Me lo segnalò Giovanni Galli (un campione del Mondo, pur senza giocare, di Spagna 1982, non pizza e fischi..., ndr). E quando andammo a vederlo restammo folgorati. Dopo pochi minuti avevamo già deciso di provare a prenderlo». Traore giocava in Emilia, nel Boca Barco, e probabilmente sarebbe finito al Parma se il club ducale non fosse già stato sulla via del fallimento. Lo volevano anche Juve, Milan, ma scelse Empoli perché Empoli per i giovani talenti è sinonimo di garanzia (suo fratello Amad Diallo Traore, classe 2002, è invece finito all’Atalanta e pare sia un altro mezzo fenomeno...). In Italia non era arrivato da molto. C’era già la madre, a Reggio Emilia, ma lui era rimasto col papà, istruttore in un’accademia del calcio ivoriana, fino al ricongiungimento familiare.

IL PRIMO AZZURRO. Nell’Empoli approda come giocatore degli Allievi B, ma in quella squadra ci resta il tempo di un amen. «Fu subito aggregato agli Allievi A e, dopo pochi mesi, alla Primavera. Oltre alle doti che avevamo notato, infatti, Junior ne aveva altre – continua Bertelli – e in particolare una capacità di apprendimento sorprendente. Tanto che all’inizio pensavamo fosse un ottimo interno, una mezzala, ma non ha mai avuto problemi a giocare in altri ruoli. È cresciuto tanto e tanto deve ancora crescere. Tutti siamo felici del suo esordio, come quello di Zappella. Ci dispiace non averlo in Primavera ma il nostro lavoro è questo. Oggi, poi, non saprei dire dove può arrivare. Il suo futuro è tutto da scrivere».

NO GRAZIE. Quello prossimo, però, si chiama Empoli. In estate, infatti, la società ha rifiutato un’offerta di 3,5 milioni della Juventus per il suo nuovo gioiello. Oggi il ragazzo è “blindato”, ma i dirigenti sono già pronti a parlare con lui e i suoi agenti (della Football Capital) del prossimo contratto il prossimo 16 febbraio, quando Traore diventerà maggiorenne. Per l’anagafe, però. Perché giocatore lo è già.

 

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