Scatta il sequestro della 429 dove morì Lorenzo De Luca
Il muretto si sgretolò e l’auto del 26enne empolese finì nel fosso. Aperta inchiesta-bis dopo la perizia depositata dalla famiglia
CASTELFIORENTINO. Una corsia di marcia vietata al transito per almeno un mese sulla strada regionale 429. Ma stavolta non c’entrano i “soliti” cantieri. Il tratto di asfalto è stato sequestrato attraverso un decreto firmato dal sostituto procuratore Francesco Sottosanti, che sta indagando sulla morte in un incidente stradale di Lorenzo De Luca. Una tragedia che sconvolse la comunità empolese il 28 giugno di due anni fa. Il sequestro è stato disposto dalla Procura fiorentina nell’ambito dell’indagine-bis su quella maledetta notte in cui il venteseienne empolese morì dopo aver sfondato con l’auto il muretto lungo la carreggiata, per poi finire nel torrente in secca, dove fu ritrovato senza vita.
L’incidente
Lorenzo era un operaio di Rete Ferroviaria Italiana. Quella notte aveva lavorato alla manutenzione della linea Empoli-Siena, nei pressi di Badesse. Stava tornando a casa al volante dell’auto aziendale, dopo aver finito il proprio turno. Nel tratto compreso tra Pesciola e Petrazzi, lungo la 429 nella zona industriale Malacoda – considerata la strada dei lutti, per una serie infinita di incidenti mortali che si sono verificati nel corso degli anni – la Fiat Panda guidata da De Luca, sbandò, abbattendo un muretto laterale e il guard-rail all’altezza di un ponticino, per poi ribaltarsi nel fosso. A dare l’allarme, pochi minuti prima delle 5, fu un addetto del servizio di raccolta dei rifiuti. Ma i soccorsi furono inutili.
Il lutto
Il ventiseienne era molto conosciuto in città. Era legato a doppio filo alla Polisportiva Santa Maria, dove era arrivato da bambino e dove era cresciuto, diventandone un punto di riferimento per tutti. E proprio per questo anche il funerale fu celebrato al campo sportivo di via San Mamante, per volontà di mamma Grazia, del babbo Francesco (con i quali viveva in viale Boccaccio) e del fratello maggiore Andrea.
Il primo fascicolo
La Procura aprì un’inchiesta sull’incidente, con l’obiettivo di individuare le cause e gli eventuali colpevoli della tragedia. Gli accertamenti sulla salma esclusero problemi di salute, così come permisero di scartare l’assunzione di alcol o droghe. Lorenzo stava bene, era lucido e stava tornando a casa dopo un normale turno di lavoro di notte. Tra le ipotesi sul tavolo c’erano anche quelle che a fargli perdere il controllo della macchina fosse stato un animale che aveva attraversato improvvisamente, o una manovra repentina di un altro mezzo. Ma tutto questo passa in secondo piano, rispetto alle condizioni del muretto di protezione lungo la carreggiata. Perché – secondo quanto è emerso dagli accertamenti – Lorenzo stava viaggiando a una velocità adeguata rispetto al limite. E qualsiasi sia stata la circostanza che ha portato la sua Panda a sbandare, quel muretto – secondo la famiglia De Luca – si è rivelato inadeguato rispetto alla sua funzione: una paratia idonea – sostengono in sostanza – avrebbe dovuto “respingere” la macchina, e Lorenzo se la sarebbe cavata con qualche escoriazione e un po’di paura.
E invece si è sbriciolato. Tuttavia, dopo alcuni mesi, il fascicolo contro ignoti venne archiviato.
La battaglia
Ma i De Luca non si sono arresi. E con il supporto legale dell’avvocato Nicola Melani dello studio Melani-Grazzini di Empoli, hanno incaricato un professionista di effettuare una perizia sull’incidente, analizzando anche le condizioni dell’infrastruttura. E proprio sulla base dell’esito di questa consulenza, hanno depositato una querela, che ha portato il pm Sottosanti ad aprire un nuovo fascicolo e a disporre il sequestro del tratto teatro della tragedia, probabilmente anche per valutare se sono necessari interventi strutturali, affinché non accada più.
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