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Empoli, rinforzato il pronto soccorso: arrivano due medici a tempo. La direttrice: «Ne servivano almeno quattro»

di Sara Venchiarutti

	Paola Bartalucci, direttore del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Empoli
Paola Bartalucci, direttore del pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe di Empoli

Contratto per sei mesi a titolo libero professionale a 120 ore. La dottoressa Paola Bartalucci spiega la riorganizzazione dei percorsi

04 aprile 2024
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EMPOLI. Saranno due, i medici a prestazione libero professionale, e arriveranno entro questo mese anche al pronto soccorso del San Giuseppe di Empoli.

A confermarlo è la dottoressa Paola Bartalucci, direttore del pronto soccorso di Empoli. In generale l'aveva già annunciato l'Asl Toscana Centro (Firenze, Prato, Pistoia e Empoli): contro la crisi dei dipartimenti di emergenza urgenza e per far fronte alle criticità crescenti uno degli “ingredienti” sarà l’arrivo di specializzandi o specializzati a titolo libero professionale con un contratto di sei mesi. D’altronde anche tra le corsie del pronto soccorso di Empoli la carenza di personale – come dappertutto – c’è. Almeno di quattro unità per avere una gestione ottimale. Ma nella “ricetta” al San Giuseppe c’è anche una riorganizzazione dei percorsi di accesso al pronto soccorso per renderli più snelli e, in alcuni casi, “dedicarli” ai pazienti meno gravi da dirottare subito negli ambulatori specialistici.

Dottoressa, i pronto soccorso dell’Asl Toscana Centro vedranno l’arrivo di medici specializzati o specializzandi con prestazione libero professionale. Anche l’ospedale San Giuseppe di Empoli sarà interessato?

«Per il Dea (Dipartimento di emergenza urgenza e accettazione, ndr) di Empoli sono stati conferiti due incarichi libero professionali a 120 ore. L’arrivo dei due medici è previsto in questo mese di aprile».

A livello nazionale il problema sollevato è la carenza di operatori nei reparti di pronto soccorso ed emergenza urgenza: a Empoli registrate questa carenza?

«La carenza di medici, nell’ambito dell'emergenza e urgenza, è un problema generalizzato che investe tutti i Dea a livello nazionale e si registra anche a Empoli».

Quante unità servirebbero in più per avere una gestione ottimale del personale?

«Per un modello di servizio “ottimale” sarebbe necessario avere quattro medici in più, a tempo pieno, rispetto all’attuale organico».

L'altra questione riguarda gli accessi: qual è il tasso di codici "bianchi", i meno urgenti, che si registra al San Giuseppe? C’è un problema di accessi “impropri”?

«Definirei i codici 4-5 (urgenza minore e non urgenza, ndr) non come accessi impropri ma a bassa priorità, ovvero problematiche cliniche che non hanno carattere d’urgenza e che potrebbero essere risolte con tempistiche diverse e in altre sedi. In ogni caso la loro presa in carico è sempre garantita con tempi di attesa condizionati alle urgenze che vengono trattate durante il turno».

Quando si registrano le difficoltà maggiori?

«Maggiori problemi si creano nel turno notturno, dalle 20 alle 8, perché il personale medico e infermieristico è ridotto e di conseguenza i tempi di attesa dei codici a bassa priorità possono aumentare. Cerchiamo di sensibilizzare l’utente a considerare questo aspetto e, se è possibile, a rimandare l’accesso alle ore diurne».

Ci sono delle novità nell’organizzazione dell’attività dell’emergenza urgenza?

«La peculiarità dell’attività dell’emergenza e urgenza è quella di progettare percorsi più snelli e organizzati, al fine di dare all’utente la migliore risposta e in tempi relativamente rapidi, pertanto è stato rivisto il modello di triage, sono in corso di riorganizzazione i percorsi Ft (Fast-Track) e la collaborazione con il day service. Nei prossimi mesi ci sarà anche il ripristino del See&Treat».

Di cosa si tratta?

«Con il “Fast Track” i pazienti meno gravi vengono direttamente inviati agli ambulatori specialistici, ad esempio di pediatria, ginecologia, ortopedia, otorino, oculistica, urologia, dermatologia. Con il “See and Treat” vengono trattate e gestite dal personale infermieristico alcune delle patologie minori di interesse infermieristico con la supervisione del medico».

Ci saranno altre novità?

«Sono in fase di completamento le procedure progettuali da parte dell’area tecnica per l’ampliamento degli spazi del nuovo Dea, con un edificio articolato su due livelli e con recupero degli spazi della camera calda (lo spazio coperto e riscaldato di accesso diretto per mezzi di soccorso e barellati, ndr), che sarà modificata. In generale poi sono stati fatti diversi incontri con i professionisti dell'ospedale, per migliorare l’integrazione e la collaborazione, soprattutto nei periodi di maggior afflusso».

Avete già delineato un piano in vista dell’estate?

«È in corso la programmazione delle ferie estive, che saranno garantite grazie agli sforzi di chi resta e anche della collaborazione dei colleghi delle altre discipline ospedaliere. Il pronto soccorso cerca di dare una risposta efficace alle necessità dell’utente, ma è necessario che questi tenga presente che il ruolo principale di questa unità operativa è trattare le patologie urgenti».
 

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