Il Tirreno

Empoli

La storia

Carlo, da ingegnere ad agricoltore a Vinci: «Ora il mio olio arriva in tutto il mondo»

di Sara Venchiarutti

	Bianchi, 68 anni, manda avanti un’oliveta di 20 ettari
Bianchi, 68 anni, manda avanti un’oliveta di 20 ettari

Bianchi, 68 anni, manda avanti un’oliveta di 20 ettari

03 aprile 2024
2 MINUTI DI LETTURA





VINCI. Altro che pensione “oziosa”. In Toscana il dolce far niente non sempre piace, o perlomeno non piace a tutti. In regione sono quasi 7mila gli imprenditori agricoli over 65 che continuano a gestire la loro impresa anche dopo la pensione. C’è chi si è dedicato alla passione per la terra non appena ha terminato il (primo) lavoro, dedicandogli poi tutto il tempo guadagnato, o c’è chi a un certo punto ha deciso proprio di cambiare vita e impiego e, pur avendo raggiunto il traguardo della pensione, ha deciso di continuare a lavorare nei campi.

La storia di Carlo

Che, nel caso del 68enne Carlo Bianchi, si concretizzano in una bellissima oliveta di venti ettari nel comune di Vinci. Lui l'età della pensione l'ha raggiunta nove mesi fa ma è lì, in mezzo ai suoi 6mila ulivi, che Bianchi è felice. «Mi accorgo che sono un pensionato perché mi arriva ogni mese la pensione, altrimenti non me ne renderei conto», ammette. E non è difficile credergli. Da quei venti ettari in conversione biologica, di cui sei sono coltivati con l’agricoltura manuale, nascono oli extravergine premiati e apprezzati in tutto il mondo.

Qualità
Una produzione di qualità che l’ha portato fino in Giappone. Prima Bianchi ha lavorato per 33 anni come ingegnere meccanico in un’azienda di Fucecchio che costruiva macchinari per la lavorazione delle suole delle scarpe. Niente a che vedere con ulivi e agricoltura. A un certo punto, nel 2012, a dieci anni dalla pensione, ha deciso di licenziarsi e da quel momento si è dedicato anima e corpo a tirare su, un ettaro alla volta, la sua azienda agricola, che continua a curare nonostante la possibilità di godersi un meritato "riposo". «Ho visto tante città e tante fabbriche nell’arco della mia carriera professionale ma – spiega – il piacere di lavorare all’aria aperta, a contatto con la terra, è impareggiabile. Vivo bene, vivo meglio». E lo sguardo è tutto rivolto al futuro. Bianchi infatti sta per piantare 110 nuovi ulivi di varietà toscane. «É stato mio suocero, che era un contadino, a farmi appassionare alle attività agricole. Tutto è nato infatti quando ho iniziato a dargli una mano intorno alla fine degli anni Novanta, quando ero libero, per gioco. E sono stato hobbista fino alla decisione di licenziarmi per farne una vera professione. Contento di quella scelta? Avrei dovuto farla prima».

 

Primo piano
La tragedia: la ricostruzione

Rogo al poligono di Galceti, le vittime hanno provato a domare le fiamme con l’estintore: chi sono, cos’è successo e le testimonianze

di Paolo Nencioni