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Anidride carbonica, con i rincari torna l’idea di estrarla in Valdelsa

Anidride carbonica, con i rincari torna l’idea di estrarla in Valdelsa

Ancora oggi nel sottosuolo vi è uno dei giacimenti di Co2 più importanti d’Italia. Sono stati anni di lunghe battaglie con i cittadini che si sono opposti a pozzi e trivelle

30 settembre 2022
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CERTALDO. Cara anidride carbonica, quanto mi costi. Eppure, nel sottosuolo valdelsano, vi è uno dei giacimenti più importanti su scala nazionale. Se lo ricordano molto bene gli abitanti di Certaldo e Montespertoli, che negli anni scorsi hanno combattuto per cercare di fermare la nascita di pozzi per estrarre l’anidride carbonica, elemento che serve per dare le bollicine all’acqua gassata, a bevande di rilevanza mondiale e utilizzata in decine di ambiti alimentari.

I tappi dei pozzi sono rimasti chiusi ma adesso nei supermercati la corsa all’acqua gassata è sempre più forte, in quanto estrarre dal sottosuolo l’anidride carbonica, con i costi attuali energetici, inizia a essere un’operazione svantaggiosa.

Una situazione che ha riacceso la tematica in Valdelsa e che vede anche imprenditori del territorio riflettere sui risvolti che la stessa avrebbe comportato in caso di buon esito. Una riflessione che ha di fatto riaperto un dibattito che, va ricordato, è stato letteralmente sigillato nel 2014 dall’allora presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. Che, con un provvedimento, decise di bloccare l’estrazione di anidride carbonica tradizionale. L’ultimo esempio, in ordine temporale, è quello di Certaldo dove imprenditori valdelsani, divisi fra il paese di Certaldo e Montespertoli, cercarono nella zona dell’Avanella di estrarre la preziosa anidride carbonica. Le prime ricerche misero in evidenza dati strabilianti: una purezza pari al 99, 8%. Numeri che avrebbero letteralmente portato cifre da capogiro agli imprenditori. La possibile estrazione a Certaldo mise in moto un autentico movimento di cittadini, confinanti anche con Barberino Val d’Elsa che misero una forte pressione ad un’amministrazione comunale guidata all’epoca dal sindaco Andrea Campinoti, il quale ribadì pubblicamente che, qualora il progetto avesse rispettato i parametri previsti dalla legge, non si sarebbe opposto. Il Comune di Certaldo convocò in consiglio comunale il geologo Fabio Montagnani che ipotizzò da questo pozzo estrazioni annuali pari a 14 milioni di euro di incassi. Dopo una lunga battaglia, dove non mancarono i momenti di tensione, il 2014 fu a Certaldo l’anno del ballottaggio fra il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle per guidare il paese di Boccaccio, l’estrazione di anidride carbonica a Certaldo fu totalmente cancellata. Tra l’altro gli imprenditori interessati alla Co2 certaldese avevano residenza proprio a Montespertoli, paese dove anni prima fu la multinazionale Sol a palesare il suo interesse verso l’anidride carbonica. Anche in quel caso, dopo una lunga battaglia, all’epoca il sindaco era Giulio Mangani, venne rigettata al mittente. La preoccupazione delle rispettive comunità deriva dalla profondità con la quale le trivelle vanno a cercare l’anidride carbonica in contesti particolari dove vi possono essere infrastrutture legate al gas e disturbare l’ambiente fluviale dell’Elsa.

La Co2 è sempre nel sottosuolo valdelsano e se da un lato la politica ha fatto le sue scelte, è bastato questo momento di difficoltà per riaprire il dibattito. Un altro esperimento di estrazione di risorse dal sottosuolo, in questo caso si parla di teleriscaldamento, viene da Castelfiorentino, dove la multinazionale Kyotherm era pronta a sfruttare l’acqua calda del sottosuolo per riscaldare le case dei cittadini e dare energia alle aziende. Un progetto sul quale il sindaco Alessio Falorni puntava con grande convinzione ma che ha visto poi scemare gradualmente in quanto il supporto paesano e imprenditoriale non ha trovato un riscontro tale da far investire la multinazionale.  

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