Il Tirreno

Empoli

domani lo sciopero con manifestazione a firenze 

Agricoltura in affanno Centinaia di lavoratori senza alcun sostegno

Marco Pagli
Agricoltura in affanno Centinaia di lavoratori senza alcun sostegno

29 aprile 2021
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Marco Pagli

EMPOLI. Un sciopero indetto da tutte le sigle sindacali per chiedere tutele e sostegno ai lavoratori del settore agricolo. Il settore nell’Empolese Valdelsa è concentrato principalmente sulla produzione di vino e occupa nel complesso oltre 2mila addetti, dei quali circa la metà sono avventizi. Centinaia sono quelli rimasti senza disoccupazione agricola a causa della riduzione delle giornate lavorate lo scorso anno. Mentre sono esclusi dai bonus riservati agli stagionali. La crisi legata all’emergenza sanitaria e alla conseguente riduzione di importanti segmenti di mercato è stata aggravata nelle ultime settimane anche dalla gelata di metà aprile, che in molte aziende agricole ha portato alla perdita di quasi la metà del raccolto. «Siamo di fronte ad una situazione davvero difficile – spiega Alessandro Cioni della Flai Cgil, che insieme alla Fai Cisl e alla Uila Uil domani saranno in presidio in piazza del Duomo a Firenze– quello agricolo è un settore molto complesso, capace in Italia di produrre ricchezza senza che essa venga minimamente redistribuita: per i lavoratori le paghe rimangono basse e i contratti sono iperflessibili. La pandemia, poi, ha complicato ulteriormente il quadro, lasciando tantissimi lavoratori senza disoccupazione agricola e senza altre entrate per mandare avanti le loro famiglie. La produzione vitivinicola, che nella zona è quella nettamente prevalente, ha subito forti ripercussioni, specie per quelle aziende che lavoravano con ristoranti e strutture ricettive». Tra gli occupati dell’agricoltura a vivere la condizione peggiore sono gli avventizi, circa un migliaio nel circondario. Si tratta di lavoratori assunti a termine a cui viene riconosciuto un minimo di giornate lavorate. In sostanza, il datore può assumerli per un intero anno garantendo solo un vincolo minimo di giornate, che poi possono essere aumentate a discrezione a seconda delle esigenze dell’azienda. «Già questo sistema apre le porte allo sfruttamento e al ricatto – prosegue Cioni – ma quest’anno ha un risvolto ancora peggiore. Dal momento che c’è stata una contrazione della produzione, molti avventizi hanno visto ridursi le giornate al minimo e spesso non hanno raggiunto l’obiettivo delle 102 giornate lavorate negli ultimi due anni per ottenere la disoccupazione agricola quest’anno. Ma anche per chi ha raggiunto il requisito, essendo l’ammortizzatore calcolato sull’anno precedente, gli importi sono molto bassi». A rendere il quadro ancora più fosco sono state, come accennato, anche le condizioni climatiche, con la gelata dell’8 aprile scorso che ha fatto perdere, secondo un primo monitoraggio di Assoenologi, una media del 40% della produzione solo in Toscana. «Significa che una parte di coloro che avrebbero potuto tornare a lavoro non potranno farlo - prosegue - è evidente che ciò aumenterà il rischio che questi lavoratori finiscano nella morsa del caporalato e del lavoro nero. Una morsa che in Italia, secondo le stime, già stritola 430mila persone». Per questo i sindacati gli ultimi mesi hanno chiesto un confronto con il governo sulla base di alcune richieste, che però al momento non sono state accolte. Lo sciopero di domani ha l’obiettivo di rimetterle al centro. In particolare, le rivendicazioni riguardano un allargamento delle garanzie per gli avventizi (con la richiesta di riconoscere nel 2020 le stesse giornate lavorate nel 2019 per ciascuno), l’accesso dei precari agricoli ai bonus per gli stagionali, l’applicazione della clausola di condizionali sociale per le aziende e il rinnovo dei contratti provinciali. —

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