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Porto di Cecina, c’è un piano per uscire dalla crisi: la strategia e l’ultima chance per il rilancio

di Ilenia Reali

	Il porto di Cecina
Il porto di Cecina

I curatori Paolo Carotti e Fabio Serini spiegano il futuro dello scalo: «Nessun intervento virulento, saremo punti di riferimento»

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CECINA. Una nota per rassicurare i creditori, la comunità e i lavoratori quella pubblicata lunedì 6 ottobre dai curatori, Paolo Carotti e Fabio Serini, nominati dal tribunale di Livorno per traghettare fuori dalla tempesta il Porto di Cecina. Una vicenda complessa, quella del porto, che da poche settimane è in liquidazione giudiziale e per cui il tribunale ha scelto due professionisti di grande esperienza.

La comunicazione

«L’ufficio della curatela – fanno sapere i due professionisti – si è prontamente mosso onde verificare la possibilità che la massimizzazione del beneficio dei creditori possa essere raggiunto anche attraverso la massima tutela di tutti gli altri portatori di interesse senza per ciò dimenticare i lavoratori a oggi impiegati sia nella società che nella partecipata Cecina Servizi Portuali». I curatori, che nei prossimi giorni chiederanno al giudice l’apertura dell’esercizio “provvisorio”, nei pochi giorni avuti a disposizione dall’incarico hanno incontrato tutte le parti. «Il porto di Cecina ha un valore e non si fermerà», fanno sapere Carotti e Serini che intendono fin da subito rassicurare anche la comunità di Cecina sulla loro ferma intenzione, compatibilmente con la normativa del Codice della crisi d’impresa, di mantenere in vita l’infrastruttura.

Cosa succede ora

Nel breve termine la gestione del porto sarà in totale continuità con il modello organizzativo impostato nella fase del concordato dal momento che, da una prima verifica, la gestione della Servizi Portuali può essere considerata positiva seppur necessiti di alcuni accorgimenti. Questa continuità, sicuramente fino alla fine della scadenza del contratto a fine anno, consentirà il mantenimento dei posti di lavoro. «Vogliamo rasserenare i lavoratori – aggiungono i curatori – che non ci saranno cambiamenti virulenti: l’obiettivo della procedura del resto è non perdere le cose buone». Dall’incontro con la sindaca Lia Burgalassi è inoltre uscita confermata la volontà del Comune di dare continuità alla concessione con l’obiettivo di evitare «processi di decadimento dell’infrastruttura». Ovviamente non tutto resterà invariato e l’intenzione è quella di fare nuovi inserimenti, anche se non subito, nel consiglio di amministrazione.

Punto di riferimento e futuro

Tra le novità annunciate dai curatori c’è la volontà di essere presenti, alternandosi, negli uffici del porto per presentarsi come punto di riferimento di tutti coloro che hanno interessi nel porto: dai soci, ai lavoratori, ai condomini della Darsena. «I curatori – si legge nella nota che sarà pubblicata in tutti gli spazi di comunicazione anche aziendali – definiranno un modello organizzativo che prevederà costanti presenze negli uffici aziendali così da consentire a tutti i soggetti interessati di poter essere incontrati». Al momento non sembrano arrivate sulle scrivanie dei curatori offerte di acquisto né da Setha che in più occasione aveva fatto sapere che sarebbe rimasta interessata anche in caso di liquidazione giudiziale né dalla società di Miami che nell’ultima udienza aveva reso noto che avrebbe voluto presentare un’offerta. «Siamo naturalmente disponibili – evidenziano Caroti e Serini – a incontrare e a confrontarci con tutti coloro che avessero un interesse per il porto. Ci auspichiamo che ce ne siano perché così riusciremmo a chiudere la liquidazione nel migliore dei modi e nell’interesse di tutte le parti».

Possibilità doi sviluppo

Del resto la liquidazione giudiziale, secondo la volontà del legislatore, mantiene come altre procedure l’obiettivo di incentivare la prosecuzione dell’attività se ce n’è la possibilità. E il porto di Cecina non è una struttura che non ha possibilità di sopravvivenza ma anzi, come ripetuto più volte dagli addetti ai lavori anche esterni alla vicenda, ha enormi possibilità di sviluppo garantendo al territorio uno «sbocco sul mare» che incentiva un turismo esperenziale sempre più in crescita, soprattutto dal periodo post Covid in poi. Una valutazione che anche i curatori non nascondono di aver fatto riconoscendo che il progetto sia interessante ma che serve, proprio per attribuire valore all’infrastruttura, aprirsi all’esterno senza fermarsi a un tipo di economia tradizionale di chi cerca esclusivamente un posto barca. Appare evidente che l’ultima chance del porto di Cecina è quella di ispirarsi ad altri porti minori italiani che hanno avuto negli ultimi anni ottime performance. 

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