Il Tirreno

Economia e territorio

Porto di Cecina, ancora nessuna offerta: cosa significa, le date e gli scenari

di Ilenia Reali
L'ingresso del porto in una foto d'archivio
L'ingresso del porto in una foto d'archivio

Preoccupazione in Comune, il vicesindaco: «Nessun incontro dall’agosto scorso»

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CECINA. Il conto alla rovescia è ormai partito. Anzi, a onor del vero siamo quasi arrivati a scadenza. Entro il 31 dicembre dovrà essere perfezionata la richiesta di acquisto vincolata dal fondo inglese Setha, pena la scadenza del concordato e quindi un serio rischio di fallimento per la Porto spa. Ancora però sembra si sia lontani dal raggiungimento di un accordo e le probabilità che si arrivi alla chiusura del cerchio è tutt’altro che scontata.

I rappresentanti della società non avrebbero al momento incontrato il Comune, che formalmente è solo uno dei creditori, ma che gioca un ruolo non secondario per l’interesse che la comunità ha sul caso porto a partire dalle opere in convenzione (realizzazione argine destro e sinistro del fiume Cecina e ponte di Marina) per la mitigazione del rischio idraulico e che dovrà finanziare l’acquirente.

Il vicesindaco

«L’offerta di Setha – riferisce il vice sindaco Alessandro Bechini – era vincolata alla realizzazione di due cose: la prima, l’approvazione della variante urbanistica con la riduzione dei volumi e questo il Comune l’ha fatto approvandola definitivamente; la seconda, la pronuncia della Cassazione su un ricorso da parte di Sales, la ditta costruttrice, contro il concordato. Sentenza che a noi risulta non esserci. La palla quindi a questo punto è in mano a Setha. Non nascondo che siamo preoccupati, lo scenario è fosco». Il Comune avrebbe incontrato l’ultima volta i rappresentanti della società ad agosto e «ad oggi non li abbiamo reincontrati» nonostante siano stati richiesti incontri «anche se con prudenza».

«Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre possibilità per facilitare l’acquisto con la variante urbanistica. Per il Comune la salvaguardia dell’interesse pubblico è prioritario e questo si esplica anche con la volontà che la situazione si chiuda nel miglior modo possibile».

La convenzione

Ad oggi esiste una convenzione con la Porto spa che prevede la realizzazione di tre opere. Intanto la realizzazione dell’argine sinistro finanziato dalla Regione con 2,8 milioni è a un passo dall’avvio ai lavori: è già stata fatta la gara. Si tratta di un’opera realizzata «in danno», ossia i futuri acquirenti dovranno monetizzare o realizzare altre opere idrauliche per la messa in sicurezza. «Come non essere preoccupati? Mancano tre giorni alla scadenza e come soggetto creditore abbiamo l’interesse che il porto riprenda il cammino e che si mantenga l’interesse pubblico esplicato nella convenzione», aggiunge Bechini che prospetta un futuro non radioso: «O l’azienda formalizza l’acquisto oppure in caso contrario si arriva a una proroga del concordato o si va verso un fallimento con il conseguente abbattimento del costo del porto, ora di 19 milioni di euro».

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