Nubifragio in Valdicecina: «Un disastro che si poteva evitare. Come? Chiedete ai contadini»
Il sindaco di Guardistallo Sandro Ceccarelli punta il dito sulle manutenzioni
GUARDISTALLO. «Un disastro che si poteva evitare prendendosi cura dei fiumi come facevano i nostri nonni». Così il sindaco di Guardistallo Sandro Ceccarelli in scia ai danni dell’evento alluvionale causati da un fiume finora considerato minore come lo Sterza. Una posizione in linea con quella di Cia. I terreni incolti eliminano ogni tipo di ostacolo all’acqua che in situazioni estreme come quella del 23 settembre scorre a valle con maggiore violenza.
«L’ondata di piena ha distrutto la strada lato sud del ponte sulla provinciale 57 creando una voragine di 5 metri e mangiando l’argine di circa altri 100 metri lato Casino di Terra – dice Ceccarelli – abbiamo avuto molta paura. Il punto è che i nostri nonni hanno sempre curato il territorio tagliando gli alberi pericolosi, pulivano gli argini dei fossi e tenevano cavato il fiume che con le sue curve naturali rallentava la caduta a valle dell’acqua. Una volta davamo una mano alla natura – prosegue – in seguito l’abbiamo abbandonata salvo poi tornarci di forza senza volerla toccare e arrogandoci il ruolo di protettori, quando in realtà senza fare niente si creano solo danni alle strutture e all’agricoltura. Non occorrono opere di ingegneria astronautica bensì contadina!». E sottolinea: «La soluzione per smaltire i detriti della piena è farli utilizzare alle ditte che lavorano il pellet e la ghiaia può essere impiegata per fare le strade. In questo modo potremmo rimuovere in fretta i detriti aiutando nel contempo le aziende cui occorrono questi materiali».
La presidente di Cia Etruria Cinzia Pagni sottolinea che «ciò che è accaduto dimostra che gli effetti dei cambiamenti climatici non si manifestano più come eventi sporadici ma sempre più frequenti per questo occorre dare più libertà nella manutenzione ai frontisti per i corsi d’acqua rispetto a quanto previsto attualmente dalla normativa».
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