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Il caso

Castagneto, distrutta una torretta di salvamento: segano il legname e lo bruciano

Castagneto, distrutta una torretta di salvamento: segano il legname e lo bruciano

Vandali in azione sulla spiaggia del Paradù a Marina di Castagneto

13 aprile 2024
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CASTAGNETO. Della torretta di salvamento restano dei monconi di legno. E un cumulo di cenere. Ha dell’incredibile quello che Marco Maielli, responsabile della Life Guard Costa ovest, si trova davanti agli occhi sulla spiaggia del Paradù a Marina di Castagneto. Le braci del fuoco acceso sulla spiaggia sono ancora fumanti. «Chi si è reso responsabile di un’azione del genere lo ha fatto sentendosi sicuro che non sarebbe stato scoperto – dice –. Hanno agito di notte e quel che fa specie il tutto per accendere un fuoco quando sulla spiaggia è pieno di legname portato dalle mareggiate».

Alla Life Guard Costa ovest fa capo il piano collettivo di salvamento a Marina di Castagneto. Il personale in questo periodo in vista della ripresa del servizio è impegnato nelle attività di manutenzione. «Quella torretta l’avevamo messa in sicurezza a ridosso delle dune dopo che le mareggiate l’avevano scalzata facendola cadere a terra – racconta Maielli –. Ha dell’incredibile quello che è stato fatto. Un danno che va ben oltre il valore economico. Quella torretta è parte del materiale che serve per allestire le postazioni di salvamento con cui garantiamo la sicurezza in mare dei bagnanti. La rabbia per questo scempio è davvero tanta». Che aggiunge: «Non ho idea di chi possa essere stato ma è il segno che si è perso il senso della misura».

L’affermazione di Maielli, al netto del suo stato d’animo, trova una conferma nell’osservare la scena. Le assi della torretta non sono state semplicemente spezzate per poi essere usate per alimentare il fuoco. Il legname rimasto ha inciso i segni della lama di una sega che è stata utilizzata per tagliarlo. «Chi lo ha fatto ha avuto perfino l’intenzione di arrivare sulla spiaggia armato di sega per facilitarsi il lavoro – conclude –. Siamo ben oltre l’assurdo».


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