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Professione stilista: Matteo Calandrino debutta a 23 anni alla Milano kashion week

di Rachele Bini
Professione stilista: Matteo Calandrino debutta a 23 anni alla Milano kashion week

Il giovane, grazie alla partecipazione a un concorso indetto dalla Camera nazionale della moda italiana, è riuscito a sfilare con il suo abito: «Per me un’esperienza incredibile»

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VADA. «È stata un’esperienza bellissima e unica nel suo genere, visto che queste occasioni capitano davvero di rado nella vita di un ragazzo, almeno fino a che non diventi una figura davvero importante nel mondo della moda. Sicuramente è una delle esperienze più importanti e che porterò sempre nel cuore». A raccontare la storia (e a raccontarsi) è Matteo Calandrino, 23 anni, studente laureando all’Istituto Modartech di Pontedera, residente a Vada che grazie alla partecipazione ad un concorso indetto dalla Camera nazionale della moda italiana è riuscito a sfilare con il suo abito alla Milano Fashion Week. «In questo concorso vengono selezionati i venti migliori designer italiani, all’ultimo anno di università o neo laureandi - racconta lo stilista -. Il concorso si divide in due sezioni - spiega Matteo - una è quella ufficiale di Milano moda graduate, che permette a dieci ragazzi di esporre la propria collezione in passerella; l’altra - ovvero quella alla quale Matteo ha partecipato - è la YKK che è lo sponsor della sfilata e che permette di creare un vestito ad altri dieci stilisti e di farlo sfilare in passerella. L’esperienza alla quale ho partecipato - descrive Matteo - si è sviluppata in tre giornate: la prima riguarda il fitting, ovvero la scelta del modello che indosserà il capo e la relativa prova del capo su di esso; la seconda giornata era legata allo shooting, ovvero alla fotografia del capo e la terza giornata, quella più importante è legata all’organizzazione della sfilata e all’evento». L’outfit, il vestito in questione ha una storia che deve essere raccontata: «Il capo che ho creato - spiega Calandrino - rimanda al tema della mia collezione, ovvero all’architettura e alla trasformazione, la trasformabilità. Infatti, l’ispirazione è nata dai cantieri dove ci sono i ponteggi in costruzione e in continua evoluzione. Ho allacciato questo tema al cambiamento climatico e al fatto che durante la giornata il clima cambi in maniera repentina; basti pensare al freddo della mattina e della sera al caldo pomeriggio. Riallacciandomi a questo tema - racconta lo stilista - ho creato un capo il cui tessuto richiama l’elemento metallico del ponteggio, mentre la giacca può essere trasformata a seconda della temperatura esterna: quando è freddo - spiega Calandrino - è da portare come una giacca normalissima, quando arriva il caldo la giacca può essere aperta e spostarla sulla schiena, lasciando visibile solo un’imbracatura che trattiene la giacca e rimanda al sistema di protezione usato nei cantieri edili».

«Io, suo padre Francesco e suo fratello Marco, come tutta la famiglia siamo orgogliosi del percorso di studio che ha intrapreso e dei risultato che ha raggiunto - dichiara Enrica Bargelli, la mamma di Matteo -. Essere a Milano in quel contesto è stato emozionante e speriamo per lui che le esperienze vissute fino ad oggi siano dei primi passi verso nuovi e appaganti progetti di vita e lavoro. La carriera in questo ambito è dura - racconta Enrica - intanto il tirocinio e la laurea sono dei grandi traguardi, ma noi come famiglia lo sosterremo sempre, in qualsiasi cosa che Matteo affronterà».


 

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