Il Tirreno

Riparano trattori per raccontare la storia di un territorio

Michele Falorni
Riparano trattori per raccontare la storia di un territorio

Come sono nate le Teste Calde Maremmane

08 agosto 2022
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CECINA. Per raccontare la vita nei campi all’inizio degli anni Cinquanta hanno riparato e messo in moto trattori e trebbiatrici d’epoca, tagliando il grano e trasformandolo in presse. Le Teste Calde Maremmane non sono solo un’associazione, ma un gruppo di amici nato nel 2011 a Cecina e presieduto da Mauro Tamburini. Incontrarli significa viaggiare con la macchina del tempo e tornare al secolo scorso, quando – nel secondo dopoguerra – la giornata era ancora regolata dal canto del gallo e dal tramonto del sole. E così, dopo la dimostrazione in via Montegrappa, sono pronti per presentarsi a fine mese alla California e alle Badie, in attesa dell’appuntamento di settembre a villa Guerrazzi, dove coinvolgeranno anche gli studenti.

«Siamo 38 soci – dice il presidente – ed il consiglio è formato dal vice Piero Paoletti e dai consiglieri Alessandro Bientinesi, Daniele Bernardeschi, Giacomo Baldini, Nico Biagiotti e Nicolò Ferri Graziani, senza dimenticare che tra noi c’è Ottorino Zazzeri, 88 anni, di cui 70 passati come contoterzista. Attività proseguita oggi dal bravo figlio Stefano». Ottorino guida ancora e volentieri spiega come funzionano quegli affascinanti mezzi, enormi e pesanti. Ognuno dei membri ne possiede uno, ed è spettacolare vederli in funzione. E’ un altro mondo, dove regole semplici e solidi rapporti umani segnavano le ore trascorse nei campi. «La macchina mietitrebbia – prosegue Tamburini – è del 1960 e con lei abbiamo tagliato il famoso grano di qualità “Senatore Cappelli” in via Montegrappa. Un modo concreto per ricreare con esempi pratici l’ambiente e l’agricoltura di settant’anni fa. Contiamo circa 30 mezzi compresi i trattori che, con passione e competenza, abbiamo acquistato e riparato. Affinché chiunque ci vede capisca come si svolgeva il lavoro e quanta fatica duravano le persone. Ogni volta che ci presentiamo, ai contadini aggiungiamo le altre figure caratteristiche del periodo: il fattore arrivato a controllare, il padrone accompagnato in macchina e spesso il frate con il ciuco, venuto a chiedere il grano. L’obiettivo di tutto questo è non perdere la memoria, recuperando la manualità e interessando al contempo le nuove generazioni». Dal 23 al 25 settembre le Teste Calde Maremmane saranno di scena a villa Guerrazzi, dove trebbieranno apposta per gli studenti, rispondendo alle loro domande e illustrando il processo attraverso cui le spighe raccolte vengono pressate in cinque minuti.

«Non dimentichiamo – conclude il presidente – che la giornata era anche una festa: si stava tutti insieme dalla colazione al pranzo e dal primo pomeriggio alla cena, sempre aiutandosi gli uni con gli altri». Non era raro, poi, che qualche forestiero capitato per caso durante un viaggio si fermasse e bevesse un bicchiere di vino, magari offrendo il pane e scambiando due chiacchiere.

Un’altra vita, che questi signori raccontano tra sfilate e dimostrazioni. Nel 2022, sono già stati a Suvereto e al Palazzaccio, ora andranno a Bibbona e alla Cinquantina. Il loro sodalizio ha già compiuto undici anni e scommette sui ragazzi dell’agrario per scrivere nuove pagine di storia.

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