Riparano trattori per raccontare la storia di un territorio
Come sono nate le Teste Calde Maremmane
CECINA. Per raccontare la vita nei campi all’inizio degli anni Cinquanta hanno riparato e messo in moto trattori e trebbiatrici d’epoca, tagliando il grano e trasformandolo in presse. Le Teste Calde Maremmane non sono solo un’associazione, ma un gruppo di amici nato nel 2011 a Cecina e presieduto da Mauro Tamburini. Incontrarli significa viaggiare con la macchina del tempo e tornare al secolo scorso, quando – nel secondo dopoguerra – la giornata era ancora regolata dal canto del gallo e dal tramonto del sole. E così, dopo la dimostrazione in via Montegrappa, sono pronti per presentarsi a fine mese alla California e alle Badie, in attesa dell’appuntamento di settembre a villa Guerrazzi, dove coinvolgeranno anche gli studenti.
«Siamo 38 soci – dice il presidente – ed il consiglio è formato dal vice Piero Paoletti e dai consiglieri Alessandro Bientinesi, Daniele Bernardeschi, Giacomo Baldini, Nico Biagiotti e Nicolò Ferri Graziani, senza dimenticare che tra noi c’è Ottorino Zazzeri, 88 anni, di cui 70 passati come contoterzista. Attività proseguita oggi dal bravo figlio Stefano». Ottorino guida ancora e volentieri spiega come funzionano quegli affascinanti mezzi, enormi e pesanti. Ognuno dei membri ne possiede uno, ed è spettacolare vederli in funzione. E’ un altro mondo, dove regole semplici e solidi rapporti umani segnavano le ore trascorse nei campi. «La macchina mietitrebbia – prosegue Tamburini – è del 1960 e con lei abbiamo tagliato il famoso grano di qualità “Senatore Cappelli” in via Montegrappa. Un modo concreto per ricreare con esempi pratici l’ambiente e l’agricoltura di settant’anni fa. Contiamo circa 30 mezzi compresi i trattori che, con passione e competenza, abbiamo acquistato e riparato. Affinché chiunque ci vede capisca come si svolgeva il lavoro e quanta fatica duravano le persone. Ogni volta che ci presentiamo, ai contadini aggiungiamo le altre figure caratteristiche del periodo: il fattore arrivato a controllare, il padrone accompagnato in macchina e spesso il frate con il ciuco, venuto a chiedere il grano. L’obiettivo di tutto questo è non perdere la memoria, recuperando la manualità e interessando al contempo le nuove generazioni». Dal 23 al 25 settembre le Teste Calde Maremmane saranno di scena a villa Guerrazzi, dove trebbieranno apposta per gli studenti, rispondendo alle loro domande e illustrando il processo attraverso cui le spighe raccolte vengono pressate in cinque minuti.
«Non dimentichiamo – conclude il presidente – che la giornata era anche una festa: si stava tutti insieme dalla colazione al pranzo e dal primo pomeriggio alla cena, sempre aiutandosi gli uni con gli altri». Non era raro, poi, che qualche forestiero capitato per caso durante un viaggio si fermasse e bevesse un bicchiere di vino, magari offrendo il pane e scambiando due chiacchiere.
Un’altra vita, che questi signori raccontano tra sfilate e dimostrazioni. Nel 2022, sono già stati a Suvereto e al Palazzaccio, ora andranno a Bibbona e alla Cinquantina. Il loro sodalizio ha già compiuto undici anni e scommette sui ragazzi dell’agrario per scrivere nuove pagine di storia.
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