Il Tirreno

L’Ensemble e Rosignano piangono “Ati”, danzatrice dal talento unico

Federica Lessi
L’Ensemble e Rosignano piangono “Ati”, danzatrice dal talento unico

Catherine Pantigny aveva 62 anni ed è morta dopo una malattia. Il funerale dell’artista maretedì 31 agosto alle 15 nella chiesa di Santa Teresa  

31 agosto 2021
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ROSIGNANO. È scomparsa poche settimane dopo il coreografo Micha van Hoecke, con cui lavorava dal 1981. Catherine Pantigny, la danzatrice francese colonna portante dell’Ensemble se n’è andata ieri mattina, dopo una malattia, a 62 anni. Di origine francese, da molti anni si era stabilita a Rosignano con la famiglia, dove vivono oggi i due figli, Guillame di 29 anni e Martin di 26, oltre che la madre di 91. Tutti la conoscevano con il suo soprannome, Ati, lieve come i gesti che in scena la rendevano potente e misteriosa. Inconfondibile presenza nelle coreografie di Micha, dal 1981 era tra i sette danzatori che da Bruxelles seguirono il coreografo nell’avventura dell’Ensemble (con lei anche Yoko Wakabayashi). Dopo la pensione aveva mantenuto contatti con enti e teatri, ricevendo continue richieste di collaborazione.

Aveva dato priorità alla famiglia dedicandosi ai genitori – che l’avevano seguita fino a Rosignano – e ai figli. Guillame che oggi lavora con Gianni Balzaretti alla creazione di maschere teatrali e Martin, che frequenta l’università. Pantigny era nata in Francia a Lille, ma già a 16 anni si era trasferita a Parigi per studiare danza e pianoforte. Aveva poi scelto il centro Mudra per formarsi e si era spostata in Belgio. Qui aveva incontrato il grande coreografo Maurice Béjart e conosciuto Micha van Hoecke, direttore del centro multidisciplinare per le arti, che avrebbe segnato la sua carriera. Così dal 1981 Ati era entrata nell’Ensemble per non lasciare più il maestro.

«Ci sono danzatrici che mi seguono da quando ero a Bruxelles – amava dire Micha – le donne non mi abbandonano mai, al contrario degli uomini!». Nella famiglia dell’Ensemble, Catherine era cresciuta sviluppando il suo talento che era diventato inconfondibile in scena. Con le sue movenze impalpabili riusciva ad esprimere l’indefinito, come fosse in contatto con un mondo altro e misterioso di cui si faceva tramite. I lunghissimi capelli assecondavano il suo movimento morbido rendendola una figura magica, che lasciava col fiato sospeso negli assoli che il maestro a volte le riservava.

Con questa sua cifra unica aveva dato un contributo di anno in anno alle creazioni di Micha danzando con l’Ensemble in vari paesi del mondo e partecipando a tutti gli spettacoli. Da quelli storici e indimenticabili degli anni Ottanta come “Mensiuer Mensieur”, “Doucha”, “La dernière danse? ”, “Prospettiva Nevskji”, “Voyage” fino a quelli degli anni Novanta quali “Adieu à l’Italie”, “Pèlerinage” o “Pierrot Lunaire”, “La salle des pas perdus”. Le creazioni mature di Micha come “Maria Callas, la voix des choses” e “Regina della notte” o più spensierate come “Au cafè” l’hanno vista in scena con gli altri straordinari interpreti dell’Ensemble. La salma si trova alla camera mortuaria del cimitero di Rosignano, il funerale si tiene oggi alle 15 alla chiesa di Santa Teresa.

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