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La conceria ecologica si chiama Bio Lab

La conceria ecologica si chiama Bio Lab

Leather Kem, l’ultima creazione della dinamica azienda pisana concretizza un modello innovativo di lavorazione del pellame, in linea con le normative Ue

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Tra le sfide dell’industria conciaria c’è senz’altro quella di perseguire la sostenibilità di prodotti e processi a beneficio sia dell’intera filiera sia del consumatore finale. L’obiettivo è quello di creare valore e prodotti di assoluta eccellenza, in un contesto normativo sempre più stringente in quanto obbligato a rispondere ai target green fissati dalla Comunità Europa che fissano al 2040 la deadline per gli Stati aderenti che dovranno essere a zero emissioni. il dna dello stabilimento è all’interno di questa cornice che, a gennaio, ha aperto i battenti Bio Lab: un laboratorio specializzato nello sviluppo di processi innovativi basati su biotecnologie a livello semi-industriale, per la fase di riviera e riconcia che punta all’eliminazione totale del solfuro di sodio fin dalle prime fasi di lavorazione. Questo consente di recuperare anche il pelo e i grassi che oggi, con i processi standard di lavorazione, sono invece smaltiti come reflui da depurare e, di conseguenza, andare a migliorare notevolmente i bagni reflui di calcinaio.

Bio Lab è un progetto di Leather Kem, azienda con due sedi operative: una a Ponte a Egola dove è nato lo stabilimento e la seconda a Castelfranco di Sotto, dove si trovano l’area logistica, gli uffici amministrativi e il laboratorio sperimentale. Leather Kem è specializzata nel settore chimico dell’industria conciaria e questo ambizioso progetto è realizzato in collaborazione con Biodermol Ambiente e Italprogetti.

“Puntiamo da sempre alla ricerca e sviluppo di nuove soluzioni - commenta Federico Giglioli di Bio Lab -, adottando una visione olistica che abbraccia gli aspetti di ecosostenibilità. Grazie a questi innovativi processi, riusciamo ad abbattere notevolmente i COD e i BOD presenti nei reflui di bagno di calcinaio. Il progetto finale prevede lo sviluppo industriale di un processo di riviera che permetta la totale eliminazione del solfuro di sodio, diminuendo drasticamente il contenuto di COD nei bagni reflui di calce”.

Sinergie, importanti collaborazioni con realtà mondiali consentono di guardare al futuro

Produzione sostenibile e green ricercata anche nelle partnership

Le novità in casa Leather Kem non si limitano all’apertura del Bio Lab. In collaborazione con Atlas Refinery, azienda americana leader per gli ingrassi a livello mondiale, l’azienda toscana lancerà in esclusiva per il mercato europeo una linea biologica di riconcianti per pelli. Si tratta di una gamma di biopolimeri naturali realizzati in un contesto di economia circolare, derivati da scarti di soia e riso, totalmente esente da bisfenoli e formaldeide, resistenti alla luce e dall’ottima tingibilità. La sfida - ambiziosa ma non impossibile - è quella di produrre pelli che rispettino sempre più le nuove esigenze dell’industria conciaria, eliminando sostanze pericolose e utilizzando chimici derivanti da fonti di materie prime bio in grado di rispettare i principi di sostenibilità e circolarità. Questa nuova linea di riconcianti viene realizzata direttamente dalla fabbrica di produzione Atlas, con impianti di nuova generazione che operano esclusivamente con energie rinnovabili, gas naturale, scarichi industriali quasi a zero e il riciclo degli imballi.

I prossimi progetti

Fin dalla sua nascita, la realtà toscana si contraddistingue per dinamismo e spirito d’innovazione, oltre che per le competenze di tutto il personale che lavora per Leather Kem e l’attenzione che la realtà pone nei confronti della sostenibilità.

Un’azienda lungimirante, che ha già in cantiere alcuni progetti per l’ann appena cominciato. Tra questi, figura anche la stretta collaborazione con Grub, start up di servizi e soluzioni alternative di sostenibilità circolare che lancerà sul mercato un filato in pelle a partire dal riciclo degli scarti della lavorazione dei pellami.

Tecnologie e i sistemi innovativi alla base della produzione green

Il processo sperimentato da Bio Lab si basa su una tecnologia di enzimi No OGM biodegradabili, prodotti e realizzati interamente dal partner di progetto Biodermol Ambiente che da anni è punto di riferimento per ricerca e sviluppo di prodotti biologici per diversi settori industriali. Queste nuove tecnologie agiscono selettivamente sulla pelle, catalizzando reazioni specifiche senza generare prodotti e nemmeno reazioni inquinanti.

Una lavorazione che non utilizza trattamenti chimici e che quindi risulta rispettosa non solamente delle materie prime, ma anche dell’ambiente. L’obiettivo finale è infatti quello di abbattere notevolmente i BOD e i COD. Di cosa si tratta? Dietro questi acronimi inglesi si celano rispettivamente la domanda biochimica di ossigeno e la domanda chimica di ossigeno.

La prima è la quantità (espressa in mg) richiesta dai microrganismi per scomporre i materiali organici, mentre la seconda indica, viceversa, la quantità di ossigeno richiesta per scomporre il materiale organico tramite ossidazione.

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