Il Tirreno

L'intervista

Politica a Livorno, Massimo Ciacchini annuncia il ritiro attaccando matrimoni gay e musulmani

di Franco Marianelli
Massimo Ciacchini (a destra) insieme a Carlo Ghiozzi, nominato suo erede
Massimo Ciacchini (a destra) insieme a Carlo Ghiozzi, nominato suo erede

L'esponente della Lega, candidato nel capoluogo e a Collesalvetti, nomina Carlo Ghiozzi suo erede. «La cultura cristiana ha ceduto all’Islam. Salvetti? Un uomo brillante, ma dietro ha il solito vecchiume. La sinistra fonte di ogni malanno»

06 giugno 2024
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LIVORNO. Massimo Ciacchini come sta? La domanda allo storico esponente della Dc e poi del centrodestra livornese, attuale capogruppo leghista a Collesalvetti, non è formale: l’ex bancario dà l’addio alla politica attiva, nonostante sia in lista per le elezioni, in quota Lega, a Livorno e nella stessa Colle. E lo fa invitando gli elettori a votare per il partito e a dare la preferenza a Carlo Ghiozzi, suo omologo a Livorno. «Sto bene, o almeno meglio di qualche tempo fa. Purtroppo quando ho accettato di entrare nelle liste ritenevo di avere ancora energie, ma mi sono poi reso conto che l’età (67 anni) e gli acciacchi fanno sì che sia costretto, in termini sportivi, ad attaccare al chiodo il mio cinquantennale impegno».

L’abbandono non sarà indolore.

«Non lo è e vorrei ancora fare qualcosa contro la sinistra, fonte di ogni malanno e perversione dal “comunismo” alla liberalizzazione della droga, ai matrimoni gay, dalla politica gender, all’invasione dei clandestini e ai cedimenti della cultura cristiana all’Islam».

A sentire la vigoria con la quale rilancia i suoi cavalli di battaglia sembrerebbe in gran forma.

«Purtroppo non è così: le patologie croniche che mi hanno colpito ormai da anni mi costringono al riposo».

Il suo erede è quindi Ghiozzi?

«Carlo è la persona che sento più affine al mio pensiero, è bravo e merita di avere grandi riconoscimento politici».

Che cosa pensa dei candidati a sindaco di Livorno? Salvetti?

«Ha dato una “mano di vernice” all’apparato post-comunista: è brillante, ma dietro ha il solito vecchiume»

Barale?

«Non la conosco ma è sideralmente lontana da me».

Guarducci?

«È il candidato della mia coalizione».

Cosimi e Pezone?

«Del primo apprezzo la coerenza senza stare a ribadire le mie idee sul comunismo. Il secondo è un amico, ma non condivido il suo pensiero».

E Vaccaro?

«Persona intelligente».

Suo fratello Renzo che dice? Nel tempo che fu eravate una cosa sola in politica.

«Quando parliamo di politica ci mandiamo a quel paese, essendo lui nel fronte opposto al mio. Poi ritorniamo immediatamente a rivolerci bene».

Ma siamo sicuri che il suo abbandono sia definitivo?

«Penso di mollare. Sulla patologie hanno poi fatto pressione psicologica le arrabbiature in consiglio a Colle. Magari potrei essere disponibile per un lavoro soft, non certo quello di consigliere comunale. Ma in politica non si sa mai».

 

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