Politica a Livorno, Massimo Ciacchini annuncia il ritiro attaccando matrimoni gay e musulmani
L'esponente della Lega, candidato nel capoluogo e a Collesalvetti, nomina Carlo Ghiozzi suo erede. «La cultura cristiana ha ceduto all’Islam. Salvetti? Un uomo brillante, ma dietro ha il solito vecchiume. La sinistra fonte di ogni malanno»
LIVORNO. Massimo Ciacchini come sta? La domanda allo storico esponente della Dc e poi del centrodestra livornese, attuale capogruppo leghista a Collesalvetti, non è formale: l’ex bancario dà l’addio alla politica attiva, nonostante sia in lista per le elezioni, in quota Lega, a Livorno e nella stessa Colle. E lo fa invitando gli elettori a votare per il partito e a dare la preferenza a Carlo Ghiozzi, suo omologo a Livorno. «Sto bene, o almeno meglio di qualche tempo fa. Purtroppo quando ho accettato di entrare nelle liste ritenevo di avere ancora energie, ma mi sono poi reso conto che l’età (67 anni) e gli acciacchi fanno sì che sia costretto, in termini sportivi, ad attaccare al chiodo il mio cinquantennale impegno».
L’abbandono non sarà indolore.
«Non lo è e vorrei ancora fare qualcosa contro la sinistra, fonte di ogni malanno e perversione dal “comunismo” alla liberalizzazione della droga, ai matrimoni gay, dalla politica gender, all’invasione dei clandestini e ai cedimenti della cultura cristiana all’Islam».
A sentire la vigoria con la quale rilancia i suoi cavalli di battaglia sembrerebbe in gran forma.
«Purtroppo non è così: le patologie croniche che mi hanno colpito ormai da anni mi costringono al riposo».
Il suo erede è quindi Ghiozzi?
«Carlo è la persona che sento più affine al mio pensiero, è bravo e merita di avere grandi riconoscimento politici».
Che cosa pensa dei candidati a sindaco di Livorno? Salvetti?
«Ha dato una “mano di vernice” all’apparato post-comunista: è brillante, ma dietro ha il solito vecchiume»
Barale?
«Non la conosco ma è sideralmente lontana da me».
Guarducci?
«È il candidato della mia coalizione».
Cosimi e Pezone?
«Del primo apprezzo la coerenza senza stare a ribadire le mie idee sul comunismo. Il secondo è un amico, ma non condivido il suo pensiero».
E Vaccaro?
«Persona intelligente».
Suo fratello Renzo che dice? Nel tempo che fu eravate una cosa sola in politica.
«Quando parliamo di politica ci mandiamo a quel paese, essendo lui nel fronte opposto al mio. Poi ritorniamo immediatamente a rivolerci bene».
Ma siamo sicuri che il suo abbandono sia definitivo?
«Penso di mollare. Sulla patologie hanno poi fatto pressione psicologica le arrabbiature in consiglio a Colle. Magari potrei essere disponibile per un lavoro soft, non certo quello di consigliere comunale. Ma in politica non si sa mai».