Il Tirreno

Verso il festival

Quando ai cantanti bastava cantare

di Michele Gambino

30 gennaio 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Il cugino di un mio amico è un veterano, e dunque ho pensato che bastasse chiamarlo al telefono e farmi spiegare la faccenda. È andata che dopo dieci minuti ho perso il filo, al ventesimo il mio cervello è andato in black out, poi è insorto un leggero mal di testa. Ho detto bene grazie, magari richiamo. Alla fine la sola cosa che ho capito del Fantasanremo è che tutto iniziò nel 2019 a Sant’Elpidio, dove quattro amici al bar, come nella canzone di Gino Paoli, s’inventarono un gioco legato alle esibizioni dei cantanti del Festival e una moneta da scommettere, chiamata “baudo” in onore del grande Pippo. Ogni concorrente ha un tot di baudi di partenza, e deve moltiplicarli in base ad un regolamento che sembra scritto da un ubriaco, o da un sadico o forse da un sadico ubriaco.

Già mi sembrava un’ingiustizia non riuscire a capire come funziona il Fantacalcio, essendo circondato da amici che ci giocano e si divertono come matti, senza contare che qualcuno di loro ci guadagna anche dei soldi. Ma stando alle notizie che circolano sembra io debba rassegnarmi ad essere tagliato fuori anche dall’ultimo gioco alla moda, quella del Fantasanremo. E visto l’esplosivo successo dell’iniziativa - un milione di iscritti quando all’inizio del festival mancano ancora una decina di giorni - mi tocca considerare l’ipotesi che magari non quest’anno, ma in prospettiva il prossimo o l’altro ancora, sarò rimasto il solo ad ascoltare le canzoni, mentre intorno a me tutti quelli che conosco saranno impegnati a teleguidare i cantanti costringendoli a fare qualcosa, tipo toccarsi il naso con la lingua, scrocchiare le dita dei piedi o dire “supercalifragilistiespiralidoso” prima di cantare. Sempre ammesso e non concesso che i cantanti trovino il tempo di cantare, visto che saranno perlopiù impegnati a far guadagnare punti agli scommettitori eseguendo ciò che passa loro per la testa. Col rischio che il concorso davvero importante smetta di essere quello che si svolge dentro L’Ariston – la vecchia noiosa storia della gara tra canzoni che bene o male teneva incollati alla poltrona milioni di noi – ma il gioco che si svolgerà fuori, tra i sessanta milioni di partecipanti al Fantasanremo. Resteranno fuori i pochi che – come me - tutti gli anni aspettavano Sanremo solo per potersi addormentare sul divano mentre cantava Gianni Morandi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA


 

 

Vespa World Days
L’avventura

La Vespa che si trasforma in motoslitta, Massimo ci arriva fino a Capo Nord – Video

di Libero Red Dolce
Sportello legale