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Sostenibili e innovative, ecco le super startup toscane

Erika Rovini
Erika Rovini

Quattro aziende della nostra regione in finale al premio “Cambiamenti” promosso da Cna

01 dicembre 2022
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Un grande coraggio per portare avanti un’idea innovativa, tenacia e pazienza: sono queste le doti che non devono mancare a chi, in questi anni difficili, decide di aprire una startup innovativa. Questo emerge parlando con 4 startup toscane: Dotzero, iZ Renevable Luxury, CoAImed, Relief che rappresenteranno la nostra regione alla finale nazionale del Premio Cambiamenti promosso da Cna .Il premio ha l’obiettivo di scoprire, premiare e sostenere le migliori imprese italiane nate negli ultimi quattro anni. Sono state ben 198 le startup toscane che hanno partecipato all’iniziativa, segno che esistono ancora giovani imprenditori coraggiosi che hanno sfidato la congiuntura economica negativa.

A spiegarcelo per primo è che produce scarpe riciclabili «L’idea di pensare a scarpe riciclabili all’infinito, mi è nata durante il Covid», racconta David Braccini giovanissimo imprenditore di Dotzero la startup del comune di Rufina. «Le principali difficoltà sono state tecniche perché ho dovuto individuare materiali adatti che garantissero la durata del prodotto».

Chi ha un’idea vincente difficilmente si arrende a dimostrarlo anche *iZ Renevable Luxury che, come Dotzero, ha l’obiettivo della sostenibilità «gli smartphone, i computer, e gli altri piccoli dispositivi elettronici contengono al loro interno metalli preziosi che possono essere riciclati, creando le “miniere urbane”», spiega il fondatore e amministratore Luca Renzi.«La nostra idea è quella di proporre ai brand del fashion, orologeria e gioielleria di realizzare i loro prodotti utilizzando questi materiali, proponendo un marchio e una filiera certificata e, soprattutto, sostenibile».

Di grande valore anche il lavoro di CoAImed, nata nel 2021 come spinoff accademico dell’Università di Firenze, che opera nel campo dell’intelligenza artificiale progettando strumenti biomedicali innovativi che supportano anche soggetti affetti da malattie neurodegenerative. Per questa realtà la difficoltà è quella di reperire i primi finanziamenti, come spiega Erika Rovini una delle fondatrici. Una grande idea è anche quella di Tommaso Mazzocchi che da giovane studente in ingegneria biomedica ha avuto l’ispirazione da un amico urologo per realizzare un brevetto di uno strumento per affrontare l’incontinenza urinaria.

«Il nostro percorso – dice – lo penso come una scalata di una montagna con i problemi di tutti i giorni e quelli di più lunga visione: stiamo salendo, ma non siamo ancora sulla vetta».

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