Il Tirreno

Fa discutere

Famiglia vive nel bosco, bimbi allontanati dal giudice. I motivi dell’ordinanza: «Gravi violazioni». Il legale: «Non è vero» – Da dove nasce il caso

di Redazione web

	La coppia (foto da Adnkronos)
La coppia (foto da Adnkronos)

Chieti, il provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila. Salvini: «Vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata»

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CHIETI. Tre bambini che vivono con i genitori in una casa isolata nei boschi della provincia di Chieti, in Abruzzo, sono stati obbligati a lasciare l’abitazione e trasferirsi in una struttura protetta. Lo ha stabilito un provvedimento del Tribunale per i minorenni dell’Aquila emesso nella giornata di ieri, 20 novembre, che ha disposto il collocamento dei minori in una comunità educativa per un periodo di osservazione. La madre sarà con loro.

La storia e la petizione

Il legale della coppia, Giovanni Angelucci, gli assistenti sociali e un cospicuo dispiegamento di forze dell’ordine, si sono recati nell’abitazione per dare esecuzione del provvedimento del giudice. La vicenda ha attirato l’attenzione dei media nazionali e dei social, dove oltre 13mila persone hanno firmato una petizione online a sostegno della famiglia anglo-australiana, arrivata nel piccolo paese di circa 800 abitanti in provincia di Chieti.

La scelta dei genitori di vivere lontano dai centri urbani, senza collegamenti a elettricità, acqua e gas, ha scatenato un acceso dibattito tra chi sostiene lo stile di vita alternativo e chi lo critica. I genitori hanno sempre difeso la decisione di crescere i figli – una bambina di otto anni e due gemelli di sei – immersi nella natura, optando per l’istruzione domestica con l’aiuto di un’insegnante privata molisana.

La procura minorile

La vicenda è finita all’attenzione della Procura minorile dell’Aquila lo scorso anno, dopo un ricovero ospedaliero dei bambini a seguito di un’intossicazione da funghi. Un controllo dei carabinieri nella casa aveva portato a una segnalazione che aveva comportato la sospensione della potestà genitoriale, senza però interrompere l’affidamento dei minori alla famiglia. Con il nuovo provvedimento, i bambini dovranno stare nella comunità indicata dal tribunale, mentre la madre resterà al loro fianco. I genitori ribadiscono che la loro scelta non nasce da negligenza, ma dal desiderio di vivere a contatto con la natura, tutelando il legame con i figli e con gli animali.

Cosa dice l’ordinanza

Le condizioni della casa

Il Tribunale per i minorenni dell’Aquila ha disposto l’allontanamento urgente dei tre figli della famiglia anglo-australiana. Sospesa la responsabilità genitoriale, con collocamento dei minori in una casa-famiglia. Una decisione motivata da una serie di elementi che, secondo i giudici, presidente Cecilia Angrisano, delineano un quadro di «grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini». Secondo la ricostruzione del Tribunale, i bambini hanno finora vissuto in un «rudere fatiscente e privo di utenze», oltre che in una piccola roulotte.

La perizia depositata dai genitori ha confermato «l’assoluta assenza di impianti elettrico e idrico/sanitario», oltre alla mancanza di infissi e rifiniture. Per i giudici è «del tutto insufficiente» a garantire la sicurezza dei bambini, mancando collaudo statico, certificazioni e verifiche sulle condizioni igienico-sanitarie. Il provvedimento afferma che, in assenza di requisiti di abitabilità, «l’assenza di agibilità… comporta una presunzione ex lege dell’esistenza di pericolo di pregiudizio per l’incolumità e l’integrità fisica dei minori». Si cita inoltre il rischio sismico, l’assenza di prevenzione incendi e problemi legati all’umidità, che potrebbero incidere a lungo andare «sullo sviluppo di patologie polmonari».

L’istruzione

I giudici del Tribunale per i minorenni dell’Aquila nell’ordinanza si soffermano sull’istruzione dei tre piccoli. La maggiore aveva ottenuto un certificato di idoneità alla classe terza, ma mancavano gli atti obbligatori per l’istruzione parentale. Tuttavia, i giudici chiariscono: «L’ordinanza cautelare non è fondata sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione (articolo 2 Costituzione)».

Secondo il Tribunale, l’isolamento «può avere effetti significativi», come: «Difficoltà di apprendimento cooperativo»; «mancanza di autostima e motivazione»; «problemi di regolazione emotiva e comportamentale»; «incapacità di riconoscere l’altro». La mancanza di socializzazione, di confronto con altri bambini, è definita un fattore che «ostacola lo sviluppo delle competenze sociali, emotive e cognitive essenziali, rendendo più difficile l’adattamento del bambino sia nel sistema educativo che nella società in generale».

In tv

Uno degli elementi è poi la partecipazione dei minori a una puntata de Le Iene, l’11 novembre 2025. Il Tribunale parla di «gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli… alla riservatezza e alla tutela dell'identità personale». Il provvedimento richiama l’articolo 50 del Codice Privacy, che vieta la diffusione di immagini o informazioni che possano identificare un minore coinvolto in procedimenti giudiziari. E aggiunge: «I genitori hanno mostrato di fare uso dei propri figli allo scopo di conseguire un risultato processuale… invocando pressioni dell’opinione pubblica sull'esercizio della giurisdizione». Un comportamento che espone i bambini «alla violazione della loro dignità» e li trasforma in strumenti mediatici, sempre dall’ordinanza.

«Poca collaborazione»

Nell’ordinanza si fa presente che dopo la prima udienza, i genitori avevano promesso collaborazione. Ma, scrive il Servizio sociale in una delle relazioni, «non hanno inteso più avere incontri e colloqui» con gli assistenti, arrivando a negare l’accesso in casa e il contatto diretto con i minori. Solo grazie all’intervento dell’avvocato era stato possibile concordare un progetto di sostegno, poi rimasto lettera morta. Particolarmente grave è stato il rifiuto di effettuare gli accertamenti sanitari richiesti dalla pediatra: una visita neuropsichiatrica infantile e analisi per verificare la situazione vaccinale. I genitori hanno subordinato il consenso al pagamento di «50.000 euro per ogni minore», una condotta che per i giudici denota un atteggiamento «pregiudizievole» e «irragionevole», oltre che contrario all’obbligo di garantire cure adeguate.

In sintesi

Al termine di una lunga istruttoria, il tribunale per i minorenni dell’Aquila ha concluso che vi sono «gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all’integrità fisica e psichica, all’assistenza materiale e morale, alla vita di relazione e alla riservatezza». E per questo ha allontanato i tre bambini dalla casa. Per questo i genitori vengono sospesi dalla responsabilità; è nominato un tutore provvisorio; i minori vengono collocati in casa-famiglia; il Servizio sociale è stato autorizzato ad agire con l’assistenza della forza pubblica per l’allontanamento. Il provvedimento verrà trasmesso anche alle autorità consolari britanniche e australiane, essendo i genitori cittadini di quei Paesi, «al fine di identificare risorse familiari disponibili a supplire alle carenze genitoriali». In una trasmissione tv i due coniugi avevano ipotizzato, qualora ci fosse stata una decisione «avversa» del Tribunale per i minori, anche di andare via dall’Italia.

Il legale della famiglia

«Stiamo analizzando l'ordinanza del Tribunale per i minorenni dell'Aquila che, rispetto i giudici, ma contiene una valanga di inesattezze. Contiamo di impugnarlo entro i termini di legge, cioè dieci giorni, davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila». Così all’Adnkronos l’avvocato Giovanni Angelucci, legale della famiglia anglo-australiana. «I giudici – afferma l’avvocato – nel provvedimento delineano e descrivono un quadro inquietante, che è il contrario della realtà dei fatti. Non sono state prese in considerazione le relazioni che abbiamo prodotto. Si sono attenuti sostanzialmente a un rapporto dei carabinieri dell’anno scorso quando la famiglia rimase intossicata dai funghi. Da lì è partita tutta la vicenda. Abbiamo prodotto tanti documenti che non sono stati considerati. Vivono in un rudere? Quello non è un rudere come viene definito nell’ordinanza, dato che abbiamo un certificato di abitabilità rilasciato da un tecnico, un ingegnere».

Le reazioni della politica

«Ritengo vergognoso che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un paese ospitale e che invece gli ruba i bambini». Lo ha detto il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a 24 Mattino su Radio 24, commentando il provvedimento del tribunale dei minori dell’Aquila.

«Da genitore, mi vergogno per come si sta comportando lo Stato italiano – ha aggiunto – nei confronti di una madre australiana che ha fatto l’insegnante e di un padre che ha fatto lo chef e con tre bambini, che hanno fatto una scelta di vita diversa, non di vivere in centro tra fretta e ansia ma a contatto con la natura, con un’insegnante privata per i figli. Non hanno la luce, l’acqua e la televisione. Ma io sono stato nel campo rom di Giugliano alle porte di Napoli la settimana scorsa, con centinaia di bimbi in età scolare e non a scuola, sporchi, senza insegnanti, senza luce gas e acqua e con genitori che in molti casi campano rubando. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov’è la procura, il tribunale dei minori, lo Stato?».

«La Lega intende presentare un’interrogazione urgente sulla vicenda. La scelta da parte del Tribunale di affidare i minori a una comunità, benché non ci fossero notizie di maltrattamenti nei loro confronti, richiede assoluta chiarezza, specialmente in un Paese in cui si sentono raramente casi di bimbi tolti alle famiglie in contesti di illegalità, come i campi Rom». Così i capigruppo della Lega di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

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