Casa dei polpi, gettate in mare le prime trenta anfore: a Talamone anche l’attore Giovanni Storti (del celebre trio)
Si tratta di un progetto pilota, supportato scientificamente della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Siena
TALAMONE. Nelle piccole anfore di terracotta ecocompatibile i polpi potranno trovare un rifugio sicuro e un ambiente favorevole per la riproduzione. Ne sono state gettate in mare, ieri mattina (martedì 30 aprile), una trentina.
Nasce così, a Talamone, un nuovo progetto che vuole favorire il ripopolamento dei mari. Dall’associazione la Casa dei pesci prende avvio il progetto la Casa dei polpi. Testimonial d’eccellenza è l’attore Giovanni Storti del celebre trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Storti ha sposato l’iniziativa dell’associazione perché il suo obiettivo è quello – dice – «di sensibilizzare il maggior numero di persone possibili sull’importanza del rispetto dell’ambiente e delle buone pratiche da mettere in atto, sulla terra e in mare».
Si tratta di un progetto pilota: adesso sono state gettate le prime anfore e fra qualche tempo i promotori valuteranno, dopo un monitoraggio, se il progetto h avuto i suoi frutti, ossia se quei manufatti sono diventate la casa del mollusco, in modo da definire numero e luogo delle tane. Il progetto è supportato scientificamente della facoltà di Scienze biologiche dell’Università di Siena.
La presenza di questi animali lungo le coste della Maremma Toscana si sta diradando anche a seguito della pesca intensiva che ne viene fatta. La pesca industriale, grazie a un vuoto legislativo, ha messo in atto nuove tecniche di prelievo, gli ormai noti “barattoli” in Pvc, altamente impattanti sulla specie soprattutto nel delicato momento riproduttivo. «Il polpo è a rischio – racconta Letizia Marsili, docente ordinaria dell’Università di Siena - Ha una vita breve ed è sottoposto a una caccia eccessiva. La quantità di ricorsa ittica dall’avvento della pesca industriale è calata del 90%. Noi dobbiamo non solo mantenere, ma aumentare questa risorsa. Il progetto prevede non solo la messa a mare dei manufatti ma il loro monitoraggio, uno studio scientifico per dimostrare la valenza di quel che stiamo facendo». Se il vaso di terracotta sarà il modello iniziale (quelli messi a mare oggi sono stati progettati da Beppe Anselmi e realizzati dal ceramista Claudio Pisapia), saranno testati anche vasi proposti con il coinvolgimento delle scuole: in particolare del liceo artistico di Arezzo (a fine anno scolastico gli studenti doneranno 80-90 anfore) che valorizzeranno il museo subacqueo creato da diversi anni dalla Casa dei Pesci. La scelta degli orci di terracotta non è casuale.
«La pesca del polpo con l’anfora è una pratica millenaria – racconta il presidente della Casa dei Pesci Giovanni Contardi – veniva fatta anche da greci e romani. L’idea è quella di metterne in acqua migliaia».
Anche la Regione apprezza il progetto. «Il cuore della Casa dei Pesci è incarnato appieno da questo progetto – commenta da Firenze l’assessore all’economia e al turismo - perché sposa la valorizzazione del territorio con la salvaguardia dell’ambiente marino e della sua fauna». Per Paolo Fanciulli «il nostro intento è creare un percorso lungo la strada, con le opere d’arte e un’anfora grande ad abbellire il territorio. E poi le nuove opere che saranno scolpite con la direzione artistica di Emily Young. Vogliamo portare qui apneisti famosi, pensiamo che protezione del mare e turismo sostenibile vadano a braccetto».