Il Tirreno

FIRENZE. La protesta è durata quattro giorni, a trenta metri di altezza. Leonardo Moretti, 61enne originario di Torino e residente in Umbria, salito sulla gru di un cantiere allestito accanto al Palazzo di Giustizia di Firenze per la realizzazione di un nuovo fabbricato, è sceso stamani interrompendo quella protesta inscenata per presunti torti giudiziari e contro i ritardi di una vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto, secondo quanto affermato, da circa trent’anni.

«Non mi butto giù», ha ripetuto in questi giorni tranquillizzando forze dell’ordine, operatori sanitari e vigili del fuoco che hanno “sorvegliato” la sua azione. Di sua spontanea volontà e con l’assistenza dei vigili del fuoco, stamattina ha lasciato la gru in cima alla quale si era “accampato”. Il suo scopo era di voler attirare l’attenzione sul suo caso giudiziario, palesato sabato mattina – il giorno dopo essersi arrampicato sulla gru – urlando al megafono e chiedendo di parlare con i magistrati. Una protesta inscenata già due anni fa quando l’uomo, per protestare contro la condotta di alcuni magistrati, si era accampato con una tenda davanti al Tribunale di Perugia per contestare uno sfratto subito, ripetuta negli ultimi giorni a Firenze per protestare contro una condanna a suo carico – da quanto ha dichiarato a più riprese – che secondo lui gli è stata comminata ingiustamente dal Tribunale di Perugia.

Il 61enne è stato condannato a cinque anni per estorsione. Una condanna diventata definitiva «a sua insaputa», quando lui era «all’estero per lavoro» e «non aveva possibilità di difendersi». Da qui la protesta contro i giudici che lo hanno condannato, che lo scorso dicembre ha denunciato con un esposto alla procura di Firenze, senza ottenere però alcun esito. Per due volte la pm Christine Von Borries ha parlato con l’uomo che oggi ha deciso di mettere fine alla protesta.

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