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Tomei, difensore col vizietto del gol: «Voglio salvare il mio Corsanico»

di Massimo Guidi
Tomei, difensore col vizietto del gol: «Voglio salvare il mio Corsanico»

È il secondo cannoniere degli orange

21 marzo 2023
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MASSAROSA. Il gol è sempre merce rara per un difensore. Ma non per Simone Tomei, centrale del Corsanico con il vizietto della rete. In questa annata particolare per la sua squadra, in cui i gol servono come il pane, ha deciso di alzare la sua media realizzativa. E domenica scorsa contro il Migliarino ha messo a segno il suo quarto centro in campionato dopo quelli contro Atletico Lucca, Tirrenia e Lammari. Tre dei quali di testa, sfruttando la buona struttura fisica e una innata capacità nel prendere il tempo agli avversari, su azioni da calcio d’angolo o calci di punizione. Un bottino che rappresenta il suo record e che lo mette al secondo posto nella classifica dei cannonieri in casa orange alle spalle di Correia. Soddisfatto ma non sicuramente appagato, anzi spera di poter aggiornare lo score con qualche altra rete che possa servire al Corsanico per centrare la salvezza. Che alla fine del girone d’andata sembrava un’utopia, ma che grazie ai dieci punti conquistati nelle ultime quattro gare è tornato un obiettivo raggiungibile anche se ci sarà da passare, questa è una certezza, dai playout. Ventisette anni, di Stiava, Tomei ha iniziato ad apprendere i primi rudimenti di calcio sul prato del “Martellini”, lo storico impianto stiavese distante poche centinaia di metri da casa sua. Un amore a prima vista mai tradito con altri sport. Dopo avere fatto tutta la trafila in gialloblù fino agli allievi, ha vestito di seguito le maglie delle formazioni juniores di Seravezza e Viareggio. Poi nel 2016 il passaggio al Corsanico, con il quale ha vinto un campionato di Seconda categoria e di cui assieme a capitan Bruno Simonini è diventato uno dei leader dello spogliatoio, sul quale i compagni più giovani possono sempre contare.

Come nasce questa sua propensione ad andare a segno?

«Il mio punto di forza è sempre stato il gioco aereo, ma quello che mi aiutato da sempre a segnare qualche gol è la capacità di saper prendere il tempo alle difese avversarie».

Qualità più da attaccante che da difensore. Ha sempre giocato in terza linea?

«A parte qualche volta in cui ho giocato a centrocampo il mio ruolo è sempre stato quello di difensore, terzino o centrale come sto ricoprendo da qualche stagione».

Da ragazzino si ispirava a qualche giocatore in particolare?

«Sono da sempre tifoso del Milan e per rimanere al mio ruolo ho sempre ammirato molto Thiago Silva».

Perché ha scelto il calcio come sport?

«Perché mi è sempre piaciuto e poi mi ha facilitato nella scelta il fatto che il campo Martellini è vicino a casa mia».

Ha avuto qualcuno in famiglia che ha praticato calcio prima di lei?

«Sì, mio fratello che ha dodici anni più di me. Anche lui ha militato nello Stiava».

Da molti anni è in forza al Corsanico, del quale è diventato una delle voci più ascoltate nello spogliatoio. Le pesa questo ruolo di leader?

«Ho avuto la fortuna di avere sempre bravi ragazzi in squadra. Il ruolo non mi pesa, anzi mi fa piacere quando posso essere di supporto specialmente ai più giovani. Un compito che ci dividiamo con Bruno Simonini, il nostro capitano che anche quando è dovuto stare fuori per infortunio non ha fatto mai mancare il suo apporto».

Da quando milita nel Corsanico ha mai avuto richieste da altre squadre?

«No. Ma credo che non le avrei prese in considerazione perché a Corsanico c’è un bell’ambiente grazie alla società».

Che non troppo tempo fa ha perso la sua guida: Alessandro Crovara. Che ricordo ha del presidente?

«Lo conoscevo fino da quando ero bambino perché giocavo assieme a suo figlio a Stiava. Una brava persona con una grande passione del calcio. Ha fatto tanto per il Corsanico».

Ha detto che il tempismo nello sfruttare il gioco aereo è la sua migliore caratteristica. Se dovesse trovarsi un difetto?

«Mi è sempre mancata un po’ di cattiveria agonistica».

I suoi quattro gol li ha dedicati a qualcuno in particolare?

«No, a dire il vero non ci ho neanche pensato».

Ha qualche tifoso personale che la segue?

«Mio papà Michele che viene e vedere le partite quando giochiamo in casa».

Visto che sembra averci preso gusto si è fissato il tetto di reti da raggiungere?

«Spero di segnare altre reti che servano soprattutto alla squadra per centrare la salvezza».


 

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