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Viareggio, è morto "Spillo", cuore viareggino e sorriso contagioso: Andrea aveva 55 anni

di Simone Pierotti e Roy Lepore
Andrea è morto a 55 anni
Andrea è morto a 55 anni

Appassionato di sport e tra i fondatori del movimento ultras bianconero, è stato speaker radiofonico e dj, tanto da incidere un brano dance dal titolo “Let’s everybody”

28 marzo 2024
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VIAREGGIO. Andrea Mazza è uno di quei casi in cui a Viareggio si è conosciuti più con il nomicchioro che ti viene affibbiato, piuttosto che con il nome e il cognome con cui i genitori ti registrano all’anagrafe. Andrea Mazza era per tutti “Spillo” per il suo fisico longilineo – e chissà quanto gongolava per quel soprannome lo stesso di un ex calciatore della sua (bene)amata Inter. “Spillo” ci lascia a 55 anni: una malattia scoperta nel novembre 2023 non gli ha dato scampo. Dalla metà di marzo 2024 era ricoverato alla casa di cura San Camillo, dove è deceduto nella sera di mercoledì 27 marzo.

Una vita in mezzo alla gente
Amava la vita, Spillo. Fin da giovane è stato attivo in più campi. È stato speaker radiofonico e dj, tanto da incidere un brano dance dal titolo “Let’s everybody”. Era contitolare della pescheria Sirena e di Frigo Viareggio, in via Rosolino Pilo e sulla via di Montramito. Ha costituito una squadra di subbuteo con alcuni amici. Era un ultras del Viareggio, tra i fondatori degli Ufv nel 1984 e del Gruppo Autonomo. Ma a “Spillo” non piaceva solo il calcio: seguiva anche il Cgc di hockey su pista e quando i bianconeri tornarono in Serie A1 contribuì a riaccendere la passione fra i tifosi. Ed era conosciutissimo pure nel mondo del Carnevale: è stato in gara nelle maschere isolate fra il 2005 e il 2008 e realizzava degli straordinari modellini dei carri del passato utilizzando semplicemente pasta modellabile e polistirolo. Gli piaceva il calcio inglese e andava spesso a vedere dal vivo partite della Premier League a Londra, dove vive la figlia Bianca: a lei e all’altro figlio Daniel era legatissimo.

Il grande amore
Dal 2009 era sposato con Rodica Albert, che l'ha seguito nel lungo percorso di cure a Cisanello e al Santa Chiara di Pisa. Era nipote di Sailo Billi, ex portiere del Viareggio: «Quando giocavo, faceva il raccattapalle dietro la porta e mi diceva di non prendere gol – ricorda Billi - è stato davvero un ragazzo d'oro». Solidarietà a Benedetto e Lidia, i genitori di “Spillo”, e a tutti i familiari è stata espressa da Alessandro Palagi, presidente del Cgc, dalla Vecchia Guardia dell’Hockey Forte e da tanti ultras storici, su tutti Alessandro Marianetti. Anche la Fondazione Carnevale esprime il proprio cordoglio, ricordandolo come un «grande appassionato della manifestazione che con estro, creatività e particolare dedizione ha riprodotto tante dettagliate miniature di opere allegoriche del passato. Una sua bella opera è esposta alla mostra a Villa Paolina». Moltissimi sui social gli hanno dedicato un pensiero. «Il mio primo concerto, eravamo io e te, a vedere Vasco Rossi allo stadio dei Pini e poi il nostro amato Viareggio, il Centro e tanti altri bellissimi ricordi», scrive Roby Paglianti. Un aneddoto curioso lo raccontano i titolari della trattoria "Nanni" alle Bocchette. «Quando festeggiavamo gli scudetti della Juventus non veniva a portarci il pesce perché lo prendevamo in giro: mandava un altro collega della ditta: “Vacci te in quel covo di juventini”, gli diceva».

Il Carnevale
E poi c’è il Carnevale. È qui che l’ha conosciuto la mascheratista Marzia Etna «anche se la prima cosa che mi viene in mente sono le trasferte al seguito del Cgc e i cori che alzava lui, specie il “Tutti avanti e-eh, tutti indietro o-oh”. Era un carissimo amico, sempre di compagnia, festoso. Una volta, quando faceva le maschere isolate, portò il pesce nell’hangar dove lavoravamo io e il Maggini: si fece una bella grigliata, ricordo ancora il profumo che usciva dal portone». Si conobbero al palazzetto “Spillo” e Marco Cinquini, storico appassionato di hockey: «Grazie alle due nostre ragazze del tempo cominciammo a frequentarci e conobbi un vero ultras, un ragazzo dal cuore d'oro – racconta – con il suo entusiasmo riportò tanti tifosi al palazzetto, compreso me, agli inizi del nuovo millennio. “Siamo una marea, si vince tutto”, mi disse». Anche Alberto Martinelli sottolinea la sua passione per calcio e hockey: «L’ho conosciuto più di venti anni fa, quando nacque il Gruppo Autonomo anche grazie a lui – dice – e con lui, quando il Cgc tornò nella massima serie, ricreammo il tifo a Viareggio. Ricordo i primi carri in miniatura esposti in pescheria fino alla mostra che mise in piedi due anni fa al bar Giannoni. E poi nel 2018, quando ho vinto il Festival di Burlamacco con ‘Ovunque andrai’ assieme a Christian Grossi, ci fece un’intervista: gli piaceva il Festival, voleva sempre il cd». Carnevalaro - e ultras - una volta, carnevalaro - e ultras - per sempre. Ciao "Spillo".

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