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Morto Piccioli, produttore gentiluomo: lanciò Francesco Nuti verso il successo

di Roy Lepore
Gianfranco Piccioli
Gianfranco Piccioli

Era nato a Viareggio ed ha abitato con la famiglia fino all’età di 15 anni circa a Torre del Lago. Produsse i primi film dell'attore toscano

29 novembre 2022
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TORRE DEL LAGO. È morto sabato a Roma in seguito ad una malattia, il regista e produttore cinematografico, Gianfranco Piccioli. Aveva 78 anni.

Piccioli era nato a Viareggio ed ha abitato con la famiglia fino all’età di 15 anni circa a Torre del Lago, da dove poi si è trasferito a Roma. Era cugino dello stilista Massimo Rebecchi. «Sua mamma vinse un concorso all’Alitalia – ricorda Rebecchi – e per questo motivo si sono trasferiti nella capitale, però Gianfranco era rimasto legato alla nostra terra, dove è tornato in più occasioni. Ci sentivamo spesso, anche perché parte della mia famiglia è romana. Ha iniziato facendo qualche parte come attore in film, però la sua passione è sempre stata quella di essere al di qua della cinepresa. E così è passato alla regia e poi alla produzione.

I primi fil di Francesco Nuti, li ha prodotti mio cugino, poi Nuti è passato con Cecchi Gori; però possiamo dire che il lancio è stato grazie a Gianfranco. Era un produttore di avanguardia che si è fatto da solo, facendo gavetta e ritagliandosi uno spazio importante nel mondo della cinema, cosa che non è affatto semplice, però con il lavoro e la costanza e la passione per il suo lavoro ci è riuscito. Viareggio ha regalato del resto nomi importanti alla cinematografia da Mario Monicelli a Stefania Sandrelli e lui come tutti noi era orgoglioso».

Piccioli ha fatto parte del cinema italiano, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Novanta.

Le sue produzioni sono state a volte delle scommesse: l’esordio con Sergio Citti, poi con Davide Ferrario, Maurizio Ponzi. E ha fatto esordire come regista il comico Alessandro Benvenuti. Importante è stato il sodalizio con Francesco Nuti. Come regista “Doppio a metà” (1972) poi rititolato “Le ultime ore di una vergine”, è un film post sessantottino, con alcuni elementi gialli e un tocco di erotismo: i nudi di Sydne Rome. “Puttana galera” (1976) è considerata la sua regia più riuscita. Gianfranco Piccioli ha poi prodotto “Liquirizia” (1979) di Salvatore Samperi, bislacco e “iconoclasta”, omaggio alla vita di provincia di fine anni Cinquanta, tra musical e college movie. Pellicola sfortunata all’epoca, ma poi rivalutata.

Vanno ricordati come produttore anche due film di Pupi Avati: il corale e nostalgico “Storia di ragazzi e di ragazze” (1989) e il biopic “Bix – Un ipotesi leggendaria” (1991). Il mondo del cinema ha quindi perso un’altra delle figure che hanno dato molto e per questo motivo merita gratitudine.


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