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Politica, l'assessora regionale Nardini: «Vogliono togliermi la tessera del Pd, lista di proscrizione». Cosa sta succedendo

di Francesco Paletti
Politica, l'assessora regionale Nardini: «Vogliono togliermi la tessera del Pd, lista di proscrizione». Cosa sta succedendo

Tutto parte dalle scelte sulla candidata sindaca a Capannoli, ma dietro c'è una faida più grande tra big nel partito toscano

09 maggio 2024
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PISA. Fuori i Nardini dal Pd. Non solo l'assessora regionale Alessandra, ma pure il babbo Giuliano, per dieci anni assessore comunale a Capannoli, e la mamma Anna Gemignani. Tutti e tre, insieme ad un'altra trentina di persone, fra le quali anche l'ex sindaco Filippo Fatticcioni, attuale capo di gabinetto del sindaco di Pontedera, due giorni fa hanno ricevuto una lettera firmata dal segretario comunale Alessandro Bacherotti e da quelli dei circoli di Santo Pietro Belvedere e Capannoli, rispettivamente Simona Salvadori e Alessio Maggini. Che inizia così: «Abbiamo ricevuto segnalazioni dalle quali emerge la tua scelta di sostenere una candidata diversa (la sindaca uscente Arianna Cecchini, ndr) da quella individuata dal nostro partito (Barbara Cionini, ndr)». E finisce con un ultimatum: «Se non potremo contare sul tuo sostegno, saranno presi i provvedimenti più opportuni: rimaniamo in attesa della tua risposta in merito, nel più breve tempo possibile e comunque entro venerdì 10 maggio». Ossia venerdì 10 maggio. Quarantotto ore di tempo, insomma, per fornire spiegazioni sulla “fedeltà” alla candidata Cionini. Poi potrebbe scattare la richiesta di provvedimenti. Quali lo dice la stessa Alessandra Nardini in una lunga nota: «Questa lettera è successiva ad una precedente, firmata dalla stessa Cionini, con una vera e propria lista di proscrizione di persone a cui togliere la tessera».
Insomma, si vorrebbe l'espulsione. Di Nardini e degli altri militanti inseriti nell'elenco. «Se l'obiettivo loro, e di coloro che stanno dietro a quest'aggressione, è farmi adottare comportamenti che non rispettano quanto è previsto dal nostro statuto in modo da potermi finalmente espellere, sappiano che non lo farò» scrive. E poi aggiunge: «Soprattutto se credono di riuscire a farci sentire estranei nel partito che è casa nostra, si sopravvalutano: non ce l'ha fatta Renzi, non ci riusciranno certo Bacherotti, Salvadori, Maggini, Cionini e chi per loro». Questo «chi per loro» è forse un passaggio tutto per Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale e candidato alle europee per il Pd.
Lo scontro con il partito provinciale e Mazzeo
In questo modo la battaglia politica che ha mandato in frantumi il Pd capannolese e che potrebbe seriamente regalare per la prima volta alla destra questo storico feudo della sinistra in Valdera, si sta trasformando in un regolamento di conti e in una faida interna senza esclusione di colpi. Il tutto alla vigilia di una doppia campagna elettorale (per le europee e per le amministrative) che rischia di travolgere anche il Pd provinciale, già dilaniato dalla spaccatura fra la forte minoranza di area Schlein e la maggioranza di stretta fedeltà bonacciana. Con buona pace degli appelli all'unità, ultimo dei quali quello lanciato proprio da Mazzeo, riferimento dell'area Bonaccini sulla costa toscana, a margine dell'iniziativa elettorale a sostegno del candidato alle europee Nicola Zingaretti durante la quale qualcuno si “dimenticò” di dire che era presente anche un altro aspirante europarlamentare, Mazzeo appunto: «Auspico che il partito pisano, in questa sfida importantissima, possa ricompattarsi e massimizzare il suo consenso» disse poco dopo provando a smorzare i toni. È proprio a lui, d'altronde, che allude la Nardini quando, con riferimento alla lettera ricevuta, scrive: «Alla faccia della volontà unitaria e di ricomposizione del partito che qualcuno ha persino il coraggio di millantare». Allora il quadro comincia a chiarirsi. C'è una questione specifica capannolese che riguarda il mancato sostegno alla candidata ufficiale del Pd Cionini da parte di coloro che avrebbero preferito il terzo mandato della sindaca attuale Arianna Cecchini (la quale si presenterà alle amministrative con una propria lista civica anche se al momento è ancora iscritta al Pd), gli stessi che si sono spesi per le primarie, richiesta respinta al mittente dalla segreteria comunale. Anche se sul merito delle lettere inviate, il segretario comunale Bacherotti evita ogni commento: «È una discussione interna al partito e ai circoli» riferisce al Tirreno.

L’amarezza dell’assessora

Poi, però, c’e anche una questione provinciale e in prospettiva anche regionale dato che il prossimo anno si vota pure in Toscana, e Capannoli è casa di Alessandra Nardini. E lo scenario attuale che offre il Pd nel “suo” comune è il peggiore dei biglietti da visita con cui presentarsi alle regionali. Lei si considera il bersaglio di una manovra tutta politica e interna al Pd pisano e lo dice esplicitamente: «Questa lettera nei miei confronti credo faccia chiarezza e sveli, finalmente, l'intenzione originaria dell'operazione, nata a Capannoli da acredini e ambizioni personali e prontamente cavalcata e telecomandata dal Pd provinciale, con lo scopo di isolare e escludere quel pezzo di partito che ha osato criticare la segreteria provinciale e che non si riconosce nelle modalità di gestione dello stesso partito».


 

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