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Meteo in Toscana, neve record fino in collina e 25 aprile col cappotto: le previsioni. Valanghe: scatta l’allerta

di Tommaso Silvi

	San Pellegrino in Alpe, Abetone e Fiumalbo nelle foto di Lorenzo Pini (Facebook Meteo Trip)
San Pellegrino in Alpe, Abetone e Fiumalbo nelle foto di Lorenzo Pini (Facebook Meteo Trip)

Sull’Appennino si va verso il metro di accumulo, possibilità di riapertura degli impianti sciistici. Agricoltori in ginocchio per il gelo fuori stagione

22 aprile 2024
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In provincia di Lucca i fiocchi sono caduti anche sotto i 500 metri, in particolare a Petrognano, nella zona di Piazza al Serchio. Sull’Appennino toscano nevica dalla serata di domenica 21 aprile praticamente senza interruzione: in Val di Luce a metà giornata di lunedì 22 aprile si erano raggiunti 50 centimetri di neve caduta.

Evento raro

Se è vero che la neve ad aprile - soprattutto sopra i mille metri - non è una novità assoluta, é altrettanto vero che una nevicata di questa portata, e capace di spingersi così in basso a livello di quota, può essere catalogata come un evento raro. Quasi storico. E non è finita qui. In montagna si pensa alla riapertura degli impianti per giovedì 25 aprile, mentre gli agricoltori iniziano la conta dei danni per neve, grandine e freddo fuori stagione.

Allerta valanghe

Intanto, la Regione ha emesso grado di pericolo moderato (“gialla” per intenderci) per allerta valanghe su Alpi Apuane-Appenino toscano settentrionale nella giornata di domani, martedì 23. La stabilità del manto nevoso, comunicano dalla Regione, è scarsa su alcuni punti (aree) per tutte le esposizioni al di sopra di 1100 metri, possibili valanghe di dimensioni medie.

La previsione

Continuerà a fare freddo. Le temperature si manterranno al di sotto delle medie del periodo almeno fino al termine della settimana. E la neve continuerà a cadere abbondante in montagna. L’Appennino toscano può superare abbondantemente il metro di neve. Nella giornata di martedì 23 aprile la neve potrebbe cadere addirittura in collina diffusamente su diverse zone della regione. Il contesto generale rimane instabile. Difficile quindi dire con esattezza dove si localizzeranno i fenomeni. Sicuramente la catena appenninica riceverà una clamorosa ulteriore dose di neve. Ci attendono temperature minime di 3-6 gradi in pianura, anche inferiori nelle vallate interne, dove non sono da escludere gelate killer per piante e alberi in fiore, già messi a dura prova dalla grandine e dal graupeln caduti a più riprese e in diverse zone della Toscana tra giovedì 18, sabato 20, domenica 21 e lunedì 22 aprile. E ancora probabili nelle giornate di martedì 23 e mercoledì 24 aprile. Le temperature dovrebbero tornare a salire a partire da venerdì 26 marzo.

Cos’è il graupeln o neve tonda

Da giovedì 18 aprile sono stati diversi gli episodi di grandine in pianura, in Toscana. In alcuni casi invece di grandine si è trattato di graupeln, o neve tonda. Che potrà cadere ancora martedì 23 e mercoledì 24 aprile in diverse zone di pianura. Il graupeln o neve tonda è una precipitazione solida costituita da granelli di ghiaccio bianchi e opachi, con un diametro compreso tra 2 e 5 mm, che hanno forma sferica o conica e sono facilmente comprimibili. Quando cadono al suolo rimbalzano un poco e si sbriciolano facilmente. Non è difficile scambiare il graupeln con la grandine, dato che molto spesso è associato a sistemi temporaleschi e temperature al suolo generalmente superiori agli 0°C, con valori mediamente attorno ai 6/9°C. Al contrario della grandine, seppur da una prima vista simile, la neve tonda presenta caratteristiche differenti: il graupeln ha una colorazione bianco opaco, al contrario della grandine che invece si presenta bianca e lucida. Altra differenza della neve tonda è che risulta comprimibile, malleabile e tende a sbriciolarsi tra le dita, al contrario della grandine che ha una composizione più solida.

L’allarme agricoltura

Il finale di aprile dal sapore prettamente invernale mette in crisi il settore dell’agricoltura. A lanciare l’allarme è la Coldiretti. Neve e grandine sui vigneti già in pieno risveglio e sui prati pronti per essere sfalciati, mentre gli apicoltori, a causa del freddo, sono costretti alla nutrizione di soccorso per scongiurare la morte delle api. É allerta massima tra gli agricoltori - si legge in una nota di Coldiretti - dopo il crollo delle temperature in Toscana che ha portato la neve anche a bassa quota insieme ad alcuni eventi grandinigeni nell’area del Senese e dell’Aretino. «La grande preoccupazione è per le gelate tardive che rischiano di compromettere i prossimi raccolti. Le temperature estive e ben superiori alla media stagionale registrate nei primi 15 giorni di aprile - prosegue Coldiretti - hanno accelerato il germogliamento delle piante e la nascita dei primi frutti che ora si trovano in una fase molto delicata della loro crescita. Il brusco calo della colonnina di mercurio rischia infatti di “bruciare” i fiori compromettendo lo sviluppo vegetale della pianta. In pericolo sono viti, olivi, alberi da frutto e ortaggi in pieno campo con le piantine che sono state messe a dimora. Il maltempo sta alimentando più di una preoccupazione anche tra gli allevatori che speravano in una fienagione generosa: la presenza della neve nei prati e nei pascoli - scrive ancora Coldiretti - potrebbe danneggiare il primo taglio di erba medica indispensabile per l’alimentazione degli animali arrecando un doppio danno alle aziende. Diverse sono le segnalazioni di grandinate a macchia di leopardo al Codipra Toscano, il consorzio toscano per la difesa delle produzioni agricole che si occupa di assicurazioni agevolate contro i rischi meteoclimatici: la grandine ha colpito alcuni vigneti tra la località Monti a Gaiole in Chianti e del Valdarno aretino. In Garfagnana, a Camporgiano, i fiocchi di neve hanno avvolto i vigneti eroici di un’azienda che ora teme per le nuove gemme. In allerta gli apicoltori che stanno ricorrendo alla nutrizione di soccorso per salvare le famiglie che non trovano di cui alimentarsi fuori dalle arnie.  La neve fuori stagione così come le gelate tardive sono fenomeni collegati alla crisi climatica che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi estremi, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. L’agricoltura – conclude Coldiretti Toscana – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze».

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