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Il “cigno grigio” e le mosse della Fed

di Fabrizio Brasili*
Il “cigno grigio” e le mosse della Fed

La notte nera dei mercati e gli scenari a breve e medio termine

14 marzo 2023
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Ancora una volta la continua indecisione nel tentare di superare i massimi di periodo ha provocato inizialmente un “sell off” (svendita) molto violento, soprattutto nel settore finanziario e bancario che lascia sul terreno, solo venerdì, un 4,3% a livello globale. E solo ieri, a metà seduta, poco meno che detta percentuale. Ma i guai maggiori non li ha fatti Powell (Federal reserve), con le sue tremebonde esternazioni o Lagarde (Bce) con la sua solita superficialità, bensì inizialmente, il “cigno grigio” dell'istituto di credito SVB (Silicon Valley Bank) specializzato nel settore tech. Oltre al fallimento di Silvergrade che operava nel mondo crypto. In più l'ultima sorpresa di ieri circa grosse difficoltà di una terza banca, la First Republic Bank.

SVB non è riuscita a varare un aumento di capitale e il titolo è crollato venerdì del 66% ed è stato quindi sospeso a tempo indeterminato. Ma già da giovedì pomeriggio le voci si rincorrevano, mentre il Vix Sp500, detto l'indice della paura, progrediva vistosamente del 12%, e successivamente la quotazione al Cboe di Chicago, allungava ulteriormente di un altro 11%. E nell’ultima seduta della settimana con un ulteriore 11% è approdato in area 24, molto pericolosa se bucata al rialzo. Potrebbe salvare il mercato solo l 'imminente stop del week end. Ma ieri, lunedì, l’indice viaggiava ormai verso i massimi già testati di 27, a dimostrazione che ci sono altre banche Usa, più o meno legate alle criptovalute e alle start up, come Alliance Bank Corporation e Pac West Bancorp, ma altre ancora, che ieri hanno perso dal 50 al 70%.

Nulla però hanno a che vedere, queste banche Usa, con quelle tradizionali europee e italiane in particolare, essendo tutte queste banche Usa o regionali o del settore start up, o del mondo cripto. Beneficieranno o hanno beneficiato di un fallimento light e semplificato, che si chiama Capter Eleven.

Dovrà intervenire comunque e solo la Fed e poi la Bce a calmare le acque, non certo i continui e inutili discorsi rassicuranti del Presidente degli Usa. Tutto dipenderà anche comunque dai dati in uscita prima dell'apertura di oggi dei mercati americani e prima della riunione Fed. I tassi dovrebbero aumentare sì, ma solo dello 0,25% o non aumentare del tutto, stravolgendo la strategia già impostata da tempo. Mentre la successiva decisione Bce dovrebbe essere confermata più probabilmente dello 0,25% che dello 0,50%.

Quindi attenzione al Nasdaq. Per lo Sp500, attenzione ai livelli di 3890 che se rotti ci porterebbero velocemente poco sopra i 3800. Ma siamo sempre in presenza di un “cigno grigio”. E quindi di un evento, per i più attenti, prevedibile. Altro sarebbe un evento imprevedibile catastrofico (“cigno nero”) dell’ormai super classico libro di Taleb.

Roubini, più deciso e Walter Riolfi seguono a ruota con le loro analisi di economista guru e di giornalista analista rispettivamente, sempre negative ma più sfumate.

Ma parlando del nostro mercato, spinto ad oltranza ed esageratamente dai big del Ftse Mib , come Intesa , Unicredit , oltre dai solo due importanti tecnologici presenti come Stm e Telecom, il nostro listino principale è arrivato a perdere venerdì, anche il 3% in apertura, per una quotazione ancora sui forti supporti di 26800/900. Per poi riprendersi unicamente per le frettolose ricoperture delle più deboli frange ribassiste e chiudere sulle resistenze di 27200/300. Ieri il future Marzo è arrivato fino ad importanti supporti di 25500.

Siamo sempre dell’idea che per lo meno fino al prossimo inverno ed inizio primavera 2024, potremo assistere ad un mercato negativo, influenzato anche da altri cigni "grigi", come inflazione, recessione, aumenti dei tassi. Ed allora potremo rivedere i minimi già toccati nel 2022. Solo in caso di eventi catastrofici, appunto imprevedibili (“cigni neri”) raggiungere anche quelli toccati nel 2020.

* analista finanziario
 

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