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Il personaggio

Ipazia d’Alessandria, la scienziata scomoda

di Marta Brizzi e Julia Stettler*
Ipazia d’Alessandria, la scienziata scomoda

Matematica, astronoma, filosofa, intellettuale, fu uccisa dalla folla aizzata da estremisti cristiani

06 marzo 2023
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Ipazia d’Alessandria è stata la donna più influente nel campo della scienza nel corso del IV e V secolo dopo Cristo.

I suoi studi spaziavano dalla matematica, all’astronomia, alla filosofia. Tra le sue invenzioni ricordiamo l’astrolabio, l’idroscopio e l’aerometro.

Nonostante il suo contributo, al giorno d’oggi non abbiamo nessuno dei suoi scritti, ma la conosciamo grazie a testimonianze indirette, tra cui quella di Socrate Scolastico nell’Historia ecclesiastica, dove scrive: «Per la magnifica libertà di parola e di azione che le veniva dalla sua cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non era motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini. Infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale» (VII, 15) .

Nonostante fosse donna, Ipazia impartiva lezioni sia in pubblico nelle prestigiose scuole di Alessandria, che in privato, dove nella propria casa trattava temi di filosofia neoplatonica con alcuni suoi allievi.

Fu anche molto influente a livello politico.

La figura di Ipazia è per noi esempio non soltanto di cultura e saggezza, ma anche della lotta contro l’oscurantismo.

Lei non smise mai di combattere contro l’imposizione di un’unica scuola di pensiero, continuando a difendere la cultura pagana dalla minaccia del fanatismo cristiano.

La sua attività intellettuale provocò la reazione della controparte estremista cristiana, guidata dal vescovo Cirillo, che era coinvolto in una lotta politica con il prefetto Oreste, a cui lei era vicina.

La situazione culminò nel suo brutale omicidio da parte di una folla inferocita, aizzata dai suoi nemici politici, che la smembrò e diede fuoco ai suoi resti.

Dopo la sua morte Ipazia non ottenne alcuna giustizia, poiché i giudici del caso furono corrotti per mano di Pulcheria, che reggeva il trono di Teodosio II.

Nonostante siano passati secoli, la vicenda di Ipazia ha trovato molti riscontri nel corso del tempo.

Alle donne è sempre risultato difficile entrare nel mondo intellettuale e della scienza, e le poche che ci sono riuscite sono spesso state derubate delle loro scoperte o denigrate per il semplice fatto di non essere uomini.

Ma, indipendentemente dalle infinite avversità che hanno affrontato, donne come Ipazia sono riuscite comunque ad emergere e a far sentire la propria voce.

Ricordiamo Rosalind Franklin, privata del meritato Nobel, così come Marie Curie, che per le sue ricerche ha dato la vita.

Per la giornata dell’8 marzo vogliamo ricordare a tutte che dentro di loro risiedono queste esperienze passate, questa “scala” a cui ogni donna ha contribuito nella speranza che la successiva raggiungesse vette più alte.

Noi abbiamo scelto di dedicare il nostro 8 marzo a Ipazia, terminando con le parole che Pallada scrive nell’Antologia Palatina: «Verso il cielo è rivolto ogni tuo atto Ipazia sacra, bellezza delle parole, astro incontaminato della sapiente cultura». l

*Studentesse del liceo classico Repetti di Carrara




 

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