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Sale il Pil in Toscana, ma la previsione di crescita è debole

Sale il Pil in Toscana, ma la previsione di crescita è debole

"Ci aspettiamo una crescita in attenuazione rispetto a quanto noi formulavamo qualche mese addietro, ma non siamo in recessione", dice Nicola Sciclone, direttore dell'Irpet

09 agosto 2022
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La crescita del Pil della Toscana nel 2022 potrebbe essere "fra il +3,2% e il +3%", leggermente più favorevole del dato nazionale, ma la previsione di crescita per il 2023 è più debole, non molto oltre l'1%. È quanto emerso martedì 9 agosto alla presentazione della nota congiunturale dell'Irpet, alla presidenza della Regione, a Firenze.

"Ci aspettiamo una crescita in attenuazione rispetto a quanto noi formulavamo qualche mese addietro, ma non siamo in recessione", ha affermato Nicola Sciclone, direttore dell'Irpet. "Ci aspettiamo per il 2022 - ha proseguito - un tasso di crescita fra il +3,2% e il +3%, in linea con quello che possiamo attenderci a livello nazionale, forse con qualche punto decimale in più per la ripresa dei flussi turistici che ci aspettiamo e per il segno positivo del commercio mondiale. Dobbiamo seguire gli eventi, monitorarli attentamente perché siamo in un quadro di profonda incertezza, e molto quindi dipende da quelle che saranno le variabili esogene legate alle vicende internazionali".

Secondo Sciclone "siamo in fase di indebolimento della crescita, ma il segno è sempre positivo", anche se "bisogna essere preoccupati perché l'aumento dei prezzi incide sui bilanci delle famiglie in modo significativo. L'inflazione è sostanzialmente una tassa che erode il potere d'acquisto delle famiglie e aumenta la disuguaglianza, perché colpisce di più il reddito dei poveri rispetto a quello dei ricchi, e quindi dobbiamo vigilare, intervenire per contenere questi aumenti come ha fatto recentemente il governo, e tenere sotto controllo gli eventi". 

In termini di produzione industriale, secondo l'Irpet in Toscana sono stati recuperati valori pre-pandemici: a maggio un +0,4% rispetto al valore osservato a gennaio 2020. Mentre la moda registra comunque un ritardo nella ripresa (-4,3% rispetto alle dinamiche pre-pandemiche), l'industria del legno registra un +21%, la lavorazione dei prodotti minerali non metalliferi +10,4%, la fabbricazione di apparecchi elettronici e ottici e computer +9,4% e le industrie alimentari e del tabacco +3,9%. La dinamica dell'industria regionale è stata favorita dall'export, cresciuto del 12% nel primo trimestre 2022 rispetto al medesimo trimestre 2021. Si tratta di un dato particolarmente favorevole, superiore al periodo che precede la pandemia (23% in più rispetto al medesimo periodo 2019). Da gennaio a maggio 2022 si è registrato un superamento (+15mila) delle posizioni occupazionali alle dipendenze rispetto a prima della pandemia, sebbene la crescita sia trainata prevalentemente dal lavoro a termine. Tuttavia è preoccupante, secondo l'Irpet, il dato dei prezzi al consumo, che a giugno hanno registrato +8% su giugno 2021. Nel primo semestre del 2022 l'inflazione è cresciuta in media del +6% ed ha sottratto alle famiglie toscane circa 163 euro al mese (978 euro nei primi sei mesi) di potere d'acquisto. Se il tasso di crescita dei prezzi registrato nel primo semestre persisterà tutto l'anno, a fine 2022 le famiglie toscane a parità di consumi dovranno sborsare 1.955 euro in più rispetto al 2021 per l'acquisto di beni di consumo (2.460 euro se l'inflazione resterà ai livelli del mese di luglio). L'aumento dei prezzi, come se fosse una tassa, ha ridotto del 14,8% il potere d'acquisto del reddito delle famiglie più povere e solo del 3,4% per quelle più ricche.

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