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Il favoloso mondo di Freddie Mercury messo all’asta dalla sua amica Mary

Il favoloso mondo di Freddie Mercury messo all’asta dalla sua amica Mary

Dai fogli con i testi originali dei grandi successi agli oggetti culto per i fan: «A Freddie piacevano le aste e credo che avrebbe amato il modo di condividere i suoi oggetti col mondo»

04 giugno 2023
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“Bohemian Rhapsody” (1975), classico pop-rock dei Queen, originariamente si intitolava “Mongolian Rhapsody”. Una delle prime bozze scritta a matita della celebre canzone di Freddie Mercury (1946-1991) mostra che la rockstar cancellò con decisione “Mongolian” scrivendoci sopra il titolo che tutti oggi conosciamo. La curiosità emerge da una serie di manoscritti inediti di Mercury che Sotheby’s offrirà all’asta a Londra all’inizio del prossimo mese di settembre. Il testo di lavoro autografo di una prima versione di “Bohemian Rhapsody”, che porta la data del 1974 e le cancellature, è stimato 800.000-1.200.000 sterline (932.000 – 1.400.000 euro) . La raccolta inedita di bozze di lavoro scritte a mano dal cantante per gli immortali successi dei Queen sarà presentata per la prima volta in questo fine settimana nella sede di Sotheby’s a New York, prima di essere esposta a Los Angeles e Hong Kong. I manoscritti torneranno poi a Londra nell’ambito di una mostra che durerà un mese, in agosto, prima di sei aste dal titolo “Freddie Mercury: A World of His Own” dal 6 all’8 settembre.

Genesi delle canzoni

Queste pagine autografe rivelano la genesi di un elenco di canzoni dei Queen che, a quasi cinquant’anni di distanza, continuano a risuonare nella cultura contemporanea: tra queste “Don’t Stop Me Now”, “Somebody to Love”, “We Are the Champions” e la star di tutte, quel fenomeno duraturo che è “Bohemian Rhapsody”, che svela i suoi segreti in quindici straordinarie pagine di testi e melodie, rivelando persino un possibile titolo alternativo della canzone. «Per portata, qualità e provenienza eccezionale, l’insieme dei testi offre uno sguardo senza precedenti nella mente creativa di uno dei più influenti autori di canzoni del XX secolo», spiega Sotheby’s in un comunicato.

Tutti gli autografi emergono direttamente dalla collezione personale di Mercury, conservata e custodita nella sua amata casa londinese, Garden Lodge, da quando vi abitava. Insieme i manoscritti, evidenzia un portavoce di Sotheby’s, «accompagnano in un viaggio alla scoperta del cuore di Mercury come artista creativo, fornendo scorci delle forme alternative che queste canzoni più celebri avrebbero potuto assumere e persino, nel caso di un primo taccuino inedito che precede il primo contratto discografico dei Queen, rivelando idee per canzoni che non sono mai state pubblicate».

Corona e mantello

Tra i cimeli che andranno all’asta ci saranno anche la corona e il mantello indossati da Mercury per l’esecuzione finale di “God Save The Queen” durante l’ultimo tour dei Queen nel 1986; il testo scritto a mano di “We Are The Champions”; il testo autografo di “Killer Queen”; una sontuosa giacca da cerimonia in stile militare creata per il leggendario Drag Ball del 39° compleanno a Monaco di Baviera il 5 settembre 1985; un piccolo pettine per baffi in argento di Tiffany; gli occhiali rosa a forma di stella. Sono alcuni degli oggetti finora conservati nella casa della rockstar, Garden Lodge a Kensington, nella zona ovest di Londra. La casa d’aste Sotheby’s ha ricevuto poche settimane fa da Mary Austin, amica di Mercury, l’incarico di mettere in vendita la collezione personale del frontman dei Queen, che sarà suddivisa in 1.500 lotti. Per circa 30 anni, Garden Lodge è rimasta quasi interamente come Mercury l’aveva lasciata, affidata alle cure di Austin: dai dipinti vittoriani e dalle suggestive opere su carta dei più grandi artisti del XX secolo ai più raffinati esempi dell’arte vetraria e ad altri splendidi oggetti; dai tessuti eccezionali e dalle opere di pregio che cercava durante i viaggi in Giappone, agli oggetti più piccoli e personali.

Una casa speciale

Quest’estate gli oggetti di Garden Lodge saranno svelati al pubblico per la prima volta nella mostra “Freddie Mercury: A World of His Own” che sarà inaugurata a Londra il 4 agosto e si concluderà il 5 settembre, giorno del 77° compleanno di Mercury. Le sei aste dedicate che seguiranno saranno guidate da una vendita in presenza il 6 settembre, in cui verrà offerta una sezione rappresentativa degli oggetti più significativi della collezione. Il 7 e l’8 settembre seguiranno altre due aste in presenza: la prima dedicata a Mercury “On Stage”, la seconda alla sua vita “At Home” e agli oggetti che amava e con cui viveva a Garden Lodge. Parallelamente si svolgeranno tre aste online. Tra i top lot delle sei aste figura un ritratto del pittore francese Jacques Tissot, che fu l’ultima opera d’arte acquistata da Mercury, un mese prima di morire: si stima che possa essere venduto tra le 400.000 e le 600.000 sterline. Un altro pezzo forte della vendita sarà il testo di lavoro scritto a mano da Freddie Mercury di uno dei più grandi inni dei Queen, “We Are The Champions”, con tanto di armonie e accordi, scritto su nove pagine (stima 200.000-300.000 sterline). Il testo di “Killer Queen”, scritto su un singolo foglio di carta con una biro nera nel 1974, dovrebbe essere venduto tra 50.000-70.000 sterline. La diciannovenne Mary Austin era uscita con Brian May, chitarrista dei Queen, quando incontrò Mercury per la prima volta nel 1970. Andarono a vivere insieme e rimasero vicini anche dopo che lui le disse di essere gay. Lei si prese cura di lui durante la malattia legata all’Aids. Mercury disse una volta di Austin: «Non ho molte persone a cui rivolgermi. E l’unica, se vogliamo parlarne, è Mary». Naturalmente timida e schiva, Austin ha parlato raramente in pubblico da quando Mercury è morto. Mary Austin, ha dichiarato tramite un comunicato diffuso da Sotheby’s: «Per molti anni ho avuto la gioia e il privilegio di vivere circondata da tutte le cose meravigliose che Freddie ricercava e amava. Ma gli anni sono passati e per me è arrivato il momento di prendere la difficile decisione di chiudere questo capitolo. Per me era importante farlo in un modo che ritenevo sarebbe piaciuto a Freddie, e non c’era nulla che lui amasse di più di un’asta. Freddie era un collezionista incredibile; spero che questa sia un’opportunità per condividere tutte le molte sfaccettature di Freddie, sia pubbliche che private, e per far sì che il mondo capisca di più e celebri il suo spirito unico».
 

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