Il Tirreno

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Prima arabo saudita, poi polacco, il Mondiale dei tifosi-figuranti

di Giorgio Billeri
Prima arabo saudita, poi polacco, il Mondiale dei tifosi-figuranti

Un video inchioda gli organizzatori: la claque pagata per esultare a comando

29 novembre 2022
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Le cose sono due: o quel tifoso ha il padre arabo-saudita e la mamma polacca, e dunque sotto la maglia verde indossava quella rossa pronta all’uso, oppure il video che sta spopolando sul web ha alzato il velo (diciamolo pure, non ce n’era bisogno) sulla trovata degli organizzatori di questo Mondiale. Che temevano, forse non a torto, che i sostenitori delle 32 nazionali, quelli veri, non arrivassero in Qatar con gli stadi che sarebbero rimasti mezzi vuoti.

Per il Mondiale dell’immagine e della tecnologia sarebbe stato uno smacco difficilmente digeribile. E così, ecco l’idea: ingaggiare diverse migliaia di tifosi, molti dei quali qatarini ma anche immigrati ( si dice che molti siano operai che hanno edificato gli stadi) per popolare le gradinate e offrire ai miliardi di occhi davanti alla tv il giusto effetto cromatico: macchie di colore che richiamano le bandiere delle nazionali in campo. Entusiasmo da gridare in primo piano, tifo a comando. Ma se questo è il Mondiale della tecnologia e dell’immagine, difficile pensare che qualcosa sfugga agli smartphone. Ed ecco l’incidente: nel corso della non indimenticabile sfida tra Arabia Saudita e Polonia, un tifoso (?) arabo viene inquadrato con la sua maglia verde fiammante. Solo che al gol di Robert Lewandowski, che realizza il 2-0 mettendo la vittoria in ghiaccio per i polacchi, l’uomo si sfila precipitosamente la maglia, rivelandone un’altra, rossa e con lo stemma della Polonia e con sulla schiena proprio il numero e il nome di Lewandowski. Il video, subito diventato virale, ha messo in serio imbarazzo il comitato organizzatore, che già dall’inizio del torneo era “sospettato” di aver cambiato, con un gioco di prestigio, la geografia del tifo sugli spalti e il numero degli spettatori. Così, in questi primi otto giorni di Mondiale si sono visti personaggi dagli occhi a mandorla tifare per la Svizzera o sospetti camerunesi dai tratti somatici non propriamente africani o giapponesine dai lineamenti... europei. Poi gli stadi, sempre pieni al calcio d’inizio, nei secondi tempi presentano spazi vuoti, perché anche i figuranti hanno un orario e magari hanno fame. E quattro partite al giorno sono un impegno gravoso. Ma per vitto, alloggio e una manciata di dollari al giorno ci si traveste anche da polacco, se serve.
 

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