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Processo Keu rinviato per un difetto di notifica: cosa (non) è successo in aula a Firenze

di Matteo Leoni
Processo Keu rinviato per un difetto di notifica: cosa (non) è successo in aula a Firenze

La Lega auspica che il ministero dell’Ambiente si costituisca parte civile

12 aprile 2024
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SANTA CROCE SULL'ARNO. È il ministero dell’Ambiente il grande assente all’udienza preliminare nata dall’inchiesta sul keu, le ceneri prodotte dalla combustione dei fanghi di risulta delle concerie. Nella mattina di venerdì 12 aprile in tribunale a Firenze il ministero, nonostante fosse stato individuato come parte civile, non si è presentato. Tuttavia c’è ancora tempo, fino all’eventuale rinvio a giudizio.

In aula
L’udienza è durata meno di un’ora, aperta e poi subito rinviato al 10 maggio per due difetti di notifica, uno dei quali alla sindaca di Santa Croce Giulia Deidda, che non era presente in aula, così come la maggior parte degli altri 23 imputati. Secondo quanto appreso, la notifica sarebbe arrivata a casa dei genitori non a quella della sindaca di centrosinistra. All’udienza preliminare erano, invece, presenti l’ex capo di gabinetto della Presidenza della Regione Ledo Gori e l’imprenditore Franco Donati. Decine le richieste di costituzione di parte civile, sulle quali il giudice per le indagini preliminari (gip) dovrà decidere nel corso della prossima udienza. Per citarne alcune: la Regione Toscana, la Città metropolitana, la Provincia di Arezzo e quella di Lucca, il Comune Pisa, di Massarosa, di Empoli, di Crespina Lorenzana, Pontedera, Montaione, Terranuova Braciollini, Bucine. Poi alcune ditte e associazioni ambientaliste, tra cui l’Associazione antiracket e antiusura Reagisco, Libera, l’Istituto diocesano per il sostentamento del clero (Arezzo) e Legambiente. Non hanno fatto domanda di costituzione il Comune di Santa Croce, la Provincia di Pisa e il Comune di Peccioli (quest’ultimo pare per un difetto di notifica).
La politica
Intanto la capogruppo della Lega in consiglio regionale e già presidente della commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Regione, Elena Meini spiega che si è trattato di «un’udienza interlocutoria al processo sul keu, rinviata al prossimo 10 maggio, ma riteniamo che nel contesto delle parti civili, la presenza del ministero dell’Ambiente sia decisamente auspicabile. Ci auguriamo, pertanto, che venga presa una decisione in tal senso. I gravi fatti, con forti implicazioni anche ambientali, che verranno analizzati dalla corte, meritano, quindi, un’attenzione, a nostro avviso, pure a livello del ministero». Vedremo, quindi, se da Roma decideranno o meno di inserirsi tra le richieste di parte civile di un processo la cui udienza preliminare arriva a tre anni esatti dal blitz dell’aprile 2021 che sconvolse il mondo di pelle e cuoio che ruota attorno al depuratore Aquarno e all’Associazione conciatori di Santa Croce. Settimane, se non mesi, di discussioni, polemiche anche politiche a causa del coinvolgimento di personaggi di spicco del Partito democratico, prese di posizione, accuse e poi una lunga attesa prima del via al processo. Che, però, non è di fatto cominciato visti i difetti di notifica evidenziati in aula in tribunale a Firenze nella mattina di venerdì 12 aprile. Una vicenda che, considerato quanto è accaduto nel mondo nel frattempo, tra guerre e aumento dei costi, sembra lontana anni luce, annebbiata da un andamento economico delle concerie sempre meno positivo e da prospettive di crescita che, per il momento, non s’intravedono all’interno del panorama internazionale.

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