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Pistoia, addio a Dumas Remoli: combatté a fianco di partigiani e Alleati

Pistoia, addio a Dumas Remoli: combatté a fianco di partigiani e Alleati

Si spegne a 96 anni reduce della divisione Cremona ed ex impiegato Inps. Corsini (Anpi): «Era tra i 500 volontari pistoiesi che nel ’45 partirono per il fronte. Una grande figura»

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PISTOIA. È morto all’età di 96 anni Dumas Remoli, uno degli ultimi combattenti pistoiesi ancora in vita del rinnovato regio esercito italiano. Era nato a Pistoia nel quartiere operaio delle Fornaci nell'ormai lontano 30 agosto del 1927 e, già da giovanissimo, fu istruito dal padre a inseguire quella libertà che il fascismo aveva cancellato.

Non aveva neppure 18 anni quando varcò la porta del comando del comitato di liberazione cittadino chiedendo di poter essere aggregato alle truppe combattenti italiane che, a fianco degli alleati, stavano risalendo la Penisola. Si presentò davanti ai capi partigiani pistoiesi armato solo di coraggio. Lo stesso coraggio che animava le gesta dei moschettieri protagonisti dei romanzi dello scrittore francese Alexandre Dumas, a cui suo padre si inspirò nel dargli il nome proprio.

Dumas fu accontentato e, non appena ricevette l'apposita dispensa del ministero della guerra, fu aggregato alla divisione Cremona, una delle 5 divisioni cui poteva contare l'allora governo Bonomi. Con il suo reparto combatté il 10 aprile del 1945 nella battaglia del Senio, nel comune di Alfonsine, nel Ferrarese, proseguendo poi fino a Venezia dove finalmente festeggiò la fine della guerra dopo il 25 aprile del 1945. A vederlo partire da piazza del Duomo verso queste epiche imprese che ne hanno poi caratterizzato la vita, c'era Renzo Corsini, memoria storica dell'Anpi nonché suo vice presidente provinciale.

«Ero in compagnia di mio padre, che volle portarmi a salutare quei ragazzi che stavano partendo per poter riconsegnare all'Italia la libertà – riavvolge il nastro dei ricordi Corsini –. Dumas partì nel gruppo di 500 volontari pistoiesi che, a bordo di 10 grossi camion, partirono alla volta della caserma di addestramento reclute di Cesano Romano, nei pressi di Roma. Ai giovani volontari venivano consegnate le divise e le calzature e venivano impartite loro i primi rudimenti sull'uso delle armi da fuoco. Dopo due settimane appena, tutti al fronte. Molti non hanno più fatto ritorno a Pistoia. Dumas invece ci tornò sano e salvo».

A guerra finita, si perfezionò negli studi e riuscì ad avere un impiego all'Inps, dove ha poi lavorato per tutta la vita. Anche nel suo lavoro tuttavia, si mise al servizio di chi come lui aveva combattuto per la libertà, come dice ancora Renzo Corsini: «Dumas si era specializzato nella ricostruzione delle carriere lavorative e di quelle militari di coloro che avevano avuto la propria esistenza sconvolta dalla partenza in guerra. Fu grazie anche alla sua opera certosina di documentazione che molti pistoiesi riuscirono a ottenere la meritata pensione».

La sua azione verso gli altri viene anche testimoniata da Rosalba Bonacchi, vicepresidente vicaria provinciale dell' Anpi: «Era felice quando sapeva di poter aiutare qualcuno e nel suo lavoro non si è mai tirato indietro. Era molto vicino agli ideali della nostra associazione e non mancava mai alle cerimonie del 25 aprile in piazza della resistenza». La salma di Dumas è esposta da stamani alle 9 alle cappelle mortuarie della Misericordia di Pistoia, dove sabato mattina alle 9 si terrà il funerale. Accanto a lui ci saranno la moglie Romana Bini e i figli Riccardo e Cristina.

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