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Pisa, dura protesta contro il questore: rovinata la festa della polizia – Video

di Andreas Quirici
Pisa, dura protesta contro il questore: rovinata la festa della polizia – Video

Manifestazione dei sindacalisti del Siulp, il prefetto prova a fare da paciere. L’accusa: spostati gli uffici della mobile. La risposta: dispiace il disturbo agli ospiti

11 aprile 2024
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PISA. Megafoni e bandiere nello spazio lungo il viale delle Piagge da cui si accede al piazzale sottostante che introduce al centro espositivo San Michele degli Scalzi. Microfoni e gonfaloni nell’area allestita per la festa della polizia. Sopra i rappresentanti del Sindacato unitario dei lavoratori della polizia (Siulp) contestano l’operato del questore Sebastiano Salvo, ritenuto responsabile di aver interrotto le relazioni sindacali e aver chiesto una visita ispettiva del Capo della polizia. Sotto lo stesso Salvo ascolta le parole scritte in tre lettere distinte inviate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e dal capo della polizia, Vittorio Pisani mentre nell’aria si sentivano le rivendicazioni dei rappresentanti sindacali.
 

La mediazione

E lo stesso questore, quando prende la parola, sente il bisogno di alzare la voce per provare a coprire il discorso dei rappresentanti dei lavoratori. Protesta che incide sulla cerimonia, tanto che il prefetto Maria Luisa D’Alessandro sale le scale per incontrare i manifestanti e cercare di mettere fine alla manifestazione. Tentativo riuscito fino a quando non torna a sedersi accanto al questore. Poi la voce al megafono ricomincia intervallata da applausi.

La rivendicazione

«Tante sono le questioni che ci hanno spinto a questa decisione, a partire dallo spostamento degli uffici della squadra mobile nella palazzina comando della caserma Mameli – dicono dal Siulp – uno spostamento lontano anni luce dalle più elementari norme di sicurezza in quanto i nuovi locali si inseriscono in un contesto in cui insistono diversi uffici di nevralgica importanza quali ad esempio l’ufficio contabile, l’ufficio cassa, l’ufficio personale e soprattutto l’armeria. Il rischio che potrebbe paventarsi è quello che in un continuo viavai di persone potrebbe in un futuro determinare critiche situazioni per la sicurezza dei poliziotti e dei cittadini».

La risposta

Il questore, più tardi, ha preferito evitare di entrare nel merito delle rivendicazioni, limitandosi a dirsi «dispiaciuto che i sindacalisti abbiano voluto interferire con la cerimonia disturbando gli ospiti. Ma siamo in democrazia e ognuno è libero di decidere e di comportarsi come meglio ritiene».

Le manganellate

Frasi pronunciate durante buffet poco dopo aver letto un approfondito discorso su tanti temi legati alla sicurezza di Pisa e provincia. Ma soprattutto affrontando quanto accaduto il 23 febbraio in vicino a piazza dei Cavalieri. Il famoso caso delle manganellate date dai poliziotti del reparto mobile di Firenze ai giovani manifestanti pro Palestina, in larga parte ragazzi minorenni delle scuole superiori. «S’impone ovviamente la massima cautela nel parlarne poiché la ricostruzione degli eventi da parte dell’autorità giudiziaria è ancora in atto – ha detto Salvo –. Quanto accaduto quella mattina ha indubbiamente segnato la relazione tra questa comunità e la polizia di Stato. In quella giornata molti rappresentanti della società civile, colpiti dalle immagini di una violenza agita nei confronti degli studenti hanno chiesto risposte urgenti. Ho avuto da subito conferma della gravità della frattura che si era creata e della necessità di dover assicurare un impegno straordinario e azioni lucide e concrete per non incrinare la piena legittimazione che merita un’istituzione profondamente democratica e trasparente come la polizia di Stato. L’esigenza di ricucire quella ferita deve essere posta al centro di un’analisi obiettiva di quei fatti, senza cadere nella tentazione di offrire contro narrazioni ispirate a esigenze di difesa corporativa e nella consapevolezza spero condivisa di non ridurla al mero piano delle condotte individuali, né tanto meno contaminarla con strumentali speculazioni ideologiche».

L’unica strada

Il questore ha sottolineato di non vedere «al momento strada alternativa all’accertamento giudiziario che nell’individuare e qualificare le responsabilità soggettive, definirà anche il contesto fattuale e giuridico all’interno di cui ogni singola condotta si è sviluppata. Per questa ragione è stato immediatamente reso alla procura di Pisa ogni atto disponibile oltre alle acquisizioni tecniche complete e alle identità compiute di ogni singolo operatore di polizia presente nell’occorso. E si sta producendo il massimo impegno per adempiere con celerità alle attività d’indagine che ci sono state formalmente delegate».

Lo stadio

Salvo ha affrontato anche il tema stadio: «Si era portatori di ragioni indiscutibili. Gli stessi tifosi rivendicavano a pieno titolo il diritto a fruire di un impianto sicuro e con capienze adeguate alla potenziale domanda, arrivando anche a una clamorosa forma di sciopero del tifo. Quel metodo si è rivelato vincente. L’azione sinergica delle istituzioni ha messo in condizione il Comune di realizzare in tempi record l’intervento di ampliamento della curva, oltre a tutte le necessarie verifiche tecniche sull’impianto».



 

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