Il Tirreno

Pisa

Dal tribunale

«Tanto muore»: scopre la malattia della madre dalle offese dei vicini di casa

di Pietro Barghigiani
«Tanto muore»: scopre la malattia della madre dalle offese dei vicini di casa

Non c’è solo il riferimento alla salute della donna nei contenuti di una battaglia tra dirimpettai dichiarata da una sola parte. Gli attacchi personali riguardavano anche la sfera sessuale con frasi, urlate da parete a parete, in cui venivano espressi giudizi sulla donna e sul suo attuale compagno, ma anche con il precedente datore di lavoro

06 ottobre 2022
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VICOPISANO. Non sapeva della malattia della madre. Una patologia seria alle ossa. Gliela avevano taciuta per non farla preoccupare. Lei, ancora minorenne, non doveva essere alle sofferenze della vita.

La ragazzina lo venne sapere lo stesso e in un modo brutale. Fu una coppia, che all’epoca viveva nello stesso condominio, a gridare, per farsi sentire meglio, di cosa soffrisse la mamma contro la quale da tempo era iniziato un attacco di vicinato. Per poi concludere con l’affondo: «Tanto poi muore».

Dopo quelle parole arrivate come uno schiaffo nella vita della minore, le fu svelata la battaglia contro cui combatteva da tempo la mamma. C’è anche questo capitolo nella storia finita in Tribunale, davanti al giudice Annalisa Dini, nella quale una coppia è a giudizio per stalking in concorso. Le vittime di quelli che il gup nel rinvio a giudizio ha ritenuto atti persecutori si sono costituiti parte civile. Dopo la querela hanno messo in vendita la casa per non avere più contatti, neanche sporadici, con gli imputati che per oltre due anni li avrebbero vessati e offesi.

Non c’è solo il riferimento alla salute della donna nei contenuti di una battaglia tra vicini dichiarata da una sola parte. Gli attacchi personali riguardavano anche la sfera sessuale con frasi, urlate da parete a parete, in cui venivano espressi giudizi sulla donna e sul suo attuale compagno, ma anche con il precedente datore di lavoro. Un commerciante della zona, più anziano di lei, al quale attribuivano una relazione extraconiugale con il bersaglio delle uscite sempre più personali e intime che viveva a pochi metri da loro.

Frasi pronunciate con chiarezza nell’attribuire la fama di “rovina famiglie” della donna facendo anche il nome del presunto amante. Un pressing, psicologico ma con effetti anche fisici sulla serenità di una famiglia, che dal 2017 alla fine del 2019 è stata al centro del mirino di una coppia di vicini ora rinviata a giudizio. Per evitare di incrociarli avevano anche rinunciato a entrare dall’ingresso principale del vialetto condominiale, ricavando un’entrata sul retro. Oppure d’estate a privarsi del giardino, sempre dell’area comune, per schivare gli improperi. E anche della richiesta della ragazzina alla mamma di dormire dai nonni per non dover sentire le frasi offensive rivolte alla madre e al suo compagno.

Lui, titolare di un’attività commerciale, un giorno venne affrontato dall’imputato che a una commessa disse che lo avrebbe aspettato fuori. Rimase all’esterno fino alle 21, aveva un atteggiamento nervoso. Poi se ne andò. Anche questo episodio ha arricchito la querela che ora diventa un processo per stalking condominiale.


 

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