Il Tirreno

In aula

Elba, caso Donati: la Corte dei Conti condanna l’ex sindaco Ferrari, dovrà risarcire il Comune di Portoferraio

di Gabriele Buffoni
Nella foto a sinistra il palazzo della Biscotteria a Portoferraio, in alto l’ex sindaco Mario Ferrari e, sotto, Luca Donati, ragionere capo del Comune all’epoca dei fatti
Nella foto a sinistra il palazzo della Biscotteria a Portoferraio, in alto l’ex sindaco Mario Ferrari e, sotto, Luca Donati, ragionere capo del Comune all’epoca dei fatti

Alla base della vicenda giudiziaria il licenziamento e il successivo reintegro ordinato dal tribunale del dirigente comunale

27 aprile 2024
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PORTOFERRAIO. L’ex sindaco Mario Ferrari è stato condannato dalla Corte dei Conti a pagare al Comune di Portoferraio oltre 97mila euro. Un risarcimento per le ripercussioni economiche sulle casse municipali dovute al licenziamento e al successivo reintegro ordinato dal Tribunale di Livorno del dirigente comunale Luca Donati: una vicenda giudiziaria che dal 15 settembre 2016 (giorno in cui l’allora ex ragioniere capo della Biscotteria fu formalmente licenziato) non ha mai smesso di pendere come una spada di Damocle sul Comune e che, dall’atto di citazione della Procura regionale del 15 maggio 2023, è arrivata a interessare anche la Corte dei Conti. Perché a Donati – reintegrato soltanto il 31 agosto 2018 nonostante svariati provvediemnti (tra ordinanze e sentenze) del giudice del lavoro e una sentenza a suo favore della Corte d’Appello di Firenze – il Comune ha dovuto corrispondere tutte le retribuzioni mancate in quasi due anni. Soldi, ovviamente, versati a titolo di risarcimento e dunque per prestazioni mai ottenute dall’ente. 

La sentenza

Se l’ex sindaco – difeso nel procedimento dall’avvocato Renzo Grassi di Piombino – è stato condannato in via principale e a titolo di dolo, anche l’allora segretario comunale Pier Luigi Acerbi (difeso dall’avvocato Paolo Barabino di Cecina) è stato condannato – ma solo in via sussidiaria: in pratica, non dovrà pagare a meno che Ferrari non possa versare l’intero importo stabilito dalla Corte dei Conti – al pagamento in favore del Comune di Portoferraio di oltre 58mila euro. Rigettate invece le richieste presentate dalla Procura regionale nei confronti dell’allora dirigente Mauro Parigi, del vicesindaco Roberto Marini e degli assessori Adalberto Bertucci, Adonella Anselmi, Laura Berti e Angelo Del Mastro. Inizialmente infatti la Procura aveva richiesto la condanna al risarcimento al Comune per l’importo complessivo di 284mila euro. La Corte dei Conti ha invece accolto solo parzialmente le richieste, soffermandosi in particolar modo sul mancato reintegro di Donati dopo l’ordinanza cautelare del 31 gennaio 2017 (il primo dei cinque provvedimenti che ne imponevano il ritorno in Comune) e ravvisandone «tutti gli elementi di responsabilità, a titolo di dolo» in capo proprio all’ex primo cittadino Mario Ferrari, riscontrando nella sua condotta «il carattere politico della decisione di non procedere» a reintegrare il dirigente ingiustamente licenziato. 

Le tappe della vicenda 

È il 15 settembre 2016 quando Luca Donati, fino a quel momento alla guida dell’area finanziaria del Comune di Portoferraio, viene licenziato. A suo carico l’amministrazione Ferrari contesta «una violazione delle regole comportamentali» e «reiterate violazioni al codice disciplinare». Il provvedimento però viene impugnato subito da Donati sia per violazione dell’obbligo di astensione da parte di Acerbi (che aveva avviato il procedimento disciplinare pur avendo querelato il ragioniere capo: la Corte dei Conti ha però escluso la “colpa grave” sia di Acerbi che di Parigi sul contestato conflitto d’interessi) sia per l’infondatezza delle accuse presentate. Così dopo l’ordinanza del 31 gennaio 2017 ignorata – secondo la Corte dei Conti – dall’allora amministrazione, inizia un lungo braccio di ferro legale. Il Comune licenzia nuovamente Donati (che nel frattempo ha trovato impiego al Comune di Massa Marittima) per non aver reclamato il diritto alla reintegra entro 30 giorni dall’ordinanza, quindi arrivano le sentenze. Tutte favorevoli a Donati, sia quella di primo grado del Tribunale di Livorno che quella della Corte d’Appello di Firenze (che unisce le cause di entrambi i licenziamenti contestati), intimando ogni volta il suo rientro alla Biscotteria. Che però avviene solo il 31 agosto 2018, a quasi due anni dal primo allontanamento dal municipio.

«Impugnerò la sentenza»

A fare la differenza, per la Corte dei Conti, sarebbe stata proprio la volontà politica di Ferrari manifestata al momento del “secondo licenziamento” di Donati avvenuto l’8 marzo 2017 con una nota firmata dallo stesso sindaco. Un’escamotage che Ferrari si sarebbe fatto suggerire da un avvocato di fiducia i cui pareri sono stati ritenuti dai giudici «strumentali per fornire la parvenza della legalità all’inottemperanza a ben quattro provvedimenti del giudice del lavoro». Nonostante la condanna in primo grado però l’ex sindaco di Portoferraio di dice sereno e fiducioso «che si faccia chiarezza in appello – spiega – con il mio avvocato analizzeremo questa sentenza ma sono deciso a impugnarla. Sul mancato reintegro di Donati – spiega – non c’è stata alcuna volontà politica: lo avevo addirittura nominato capo del settore finanziario – conclude – perché mi sarei dovuto opporre?».

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