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Violenza domestica

Donna trovata a terra in casa a Monsummano, le botte del marito e la telefonata del figlio: «Venite, babbo sta picchiando mamma»

di Massimo Donati
Donna trovata a terra in casa a Monsummano, le botte del marito e la telefonata del figlio: «Venite, babbo sta picchiando mamma»

I carabinieri si sono trovati di fronte a una scena surreale: il 59enne è stato arrestato

02 maggio 2024
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MONSUMMANO. Quando i carabinieri, dopo aver atteso invano che venisse aperta loro la porta, hanno fatto irruzione nell’appartamento, hanno scorto immediatamente la donna svenuta, supina sul pavimento, sotto il tavolo della cucina. Con il marito che, con dei graffi sanguinanti sul volto, cercava di trascinarla via da lì, per nascondere ciò che aveva fatto. Sotto lo sguardo terrorizzato del figlio adolescente.

L'arrivo delle forze dell'ordine

Era da poco passata l’ora di pranzo di giovedì scorso. Il 59enne operaio ha tentato di far credere ai militar dell’Arma che quei graffi se li era fatti poco prima in giardino mentre potava una siepe e che la moglie era svenuta da sola cascando dalla sedia. Versioni smentite sia dalla donna, quando ha ripreso i sensi, che dal ragazzo, che tra l’altro, col proprio telefono cellulare, aveva registrato un audio di ciò che era avvenuto. E quella non era la prima volta che madre e figlio subivano le sue violenze. Per questo, ai polsi dell’uomo sono scattate le manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Mentre la moglie, con forti dolori alla cervicale a causa dei pugni presi sulla testa, veniva accompagnata in ambulanza all’ospedale: sette i giorni di prognosi con cui è stata dimessa.

La richiesta d'aiuto

Come detto, è stato il figlio della coppia, verso le 14,30 del 25 aprile, a chiedere aiuto ai carabinieri spiegando che il padre stava picchiando la madre. Quando sono arrivati sul posto, nella periferia di Monsummano, i militari del Radiomobile hanno ripetutamente suonato il campanello per farsi aprire, con il 59enne operaio che, dall’altra parte, rispondeva di aspettare un attimo, mentre, dall’interno dell’abitazione si sentivano provenire rumori di cocci e mobili spostati, come se qualcuno fosse impegnato a rimettere a posto in tutta fretta. A quel punto, visto che la porta d’ingresso non era chiusa a chiave dall’interno, i carabinieri hanno deciso di entrare senza aspettare che qualcuno aprisse. E hanno visto l’uomo che stava cercando di sollevare dal pavimento cosparso di cocci di piatti la moglie priva di sensi.

La testimonianza

Una volta ripresa conoscenza, la donna – rimasta stesa sul pavimento fino all’arrivo dei soccorritori del 118 perché accusava forti dolori alle vertebre cervicali – ha raccontato di essere stata colpita con dei pugni sulla testa dal marito durante l’ennesima lite scoppiata per la morbosa mania di controllo da parte dell’uomo. Violenze che si manifestavano ormai da anni, soprattutto il sabato e la domenica e nei giorni di festa, quando lui non lavorava e abusava ancora di più di bevande alcoliche. La donna ha spiegato che da tempo ormai lui non le permetteva di uscire di casa da sola, e neppure quel giorno, quando lei avrebbe voluto andare ad assistere la madre anziana e malata: era stata afferrata per il collo e colpita sulla testa finché non era svenuta. Dopo le precedenti aggressioni subite, non aveva mai trovato il coraggio di sporgere denuncia e solo una volta era andata a farsi medicare all’ospedale di Pescia: non aveva un lavoro e aveva paura per la propria sorte e per quella del figlio qualora fosse stata buttata fuori di casa (la sua intenzione era comunque quella di andarsene non appena avesse trovato un’occupazione). Nel cellulare aveva comunque le foto scattate in occasione di alcune delle aggressioni passate e le ha mostrate ai carabinieri.

La prova

Così come il figlio minorenne ha consegnato il file audio registrato durante l’aggressione di quel giorno, in cui si sentono le urla di dolore della madre mentre veniva picchiata. Il ragazzo ha raccontato che anche lui era stato vittima delle violenze del “padre padrone”, come lui stesso lo ha definito, almeno in due occasioni, l’ultima circa tre mesi prima, quando lo aveva afferrato per il collo, mentre nella precedente occasione lo aveva colpito spaccandogli un labbro. Il ragazzo era ormai così terrorizzato che, qualche mese prima, aveva passato al setaccio tutta la casa temendo che il padre potesse avere qualche arma che avrebbe potuto usare contro di lui e contro la madre. Il 59enne operaio ha negato tutto, sostenendo, come accennato, che la moglie era caduta da sola sul pavimento della cucina. Ma i carabinieri lo hanno poi sorpreso mentre cercava di nascondere le tracce dell’aggressione. Una volta accertato che quello del 25 aprile non era un episodio occasionale, è scattato l’arresto in flagranza per il reato di maltrattamenti in famiglia.

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