Il Tirreno

Ambiente

Cave, ambientalisti di nuovo all’attacco: «La marmettola inquina i fiumi».

Cave, ambientalisti di nuovo all’attacco: «La marmettola inquina i fiumi».

Presentata un’istanza di accesso civico, informata anche la procura

06 giugno 2023
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MASSA-CARRARA. «L’acqua delle Apuane è inquinata dalla marmettola, non per una piaga biblica»: lo sottolineano in una nota congiunta le associazioni e comitati ambientalisti Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig), Italia Nostra – sezione Massa - Montignoso, Adic Toscana Aps, Associazione Alberto Benetti Aps, Comitato Acqua alla gola, La Pietra Vivente, Apuane Libere e Cai – Sezione di Massa “Elso Biagi” che, spiegano, hanno inviato in questi giorni «una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo il gravissimo, conclamato e ormai cronico, inquinamento da marmettola delle acque destinate all’uso potabile nelle falde e nei corsi d’acqua delle Alpi Apuane, in particolare nei bacini del Frigido e del Carrione».

E aggiungono che sono stati coinvolti «la Commissione europea, i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, la Regione Toscana, l’Ente Parco naturale regionale delle Alpi Apuane, l’Arpat, i Carabinieri Forestale e del Noe, il Comune di Massa, ed è stata informata per gli aspetti di competenza la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Massa».

I firmatari ricordano che «La sistematica presenza della marmettola nelle falde e nei corsi d’acqua delle Apuane comporta rilevanti danni ambientali, forti problematiche sanitarie e ingenti danni economici. Una situazione di gravissimo inquinamento troppo spesso minimizzata e sottaciuta: a puro titolo di esempio, nel novembre 2022 il sindaco di Massa Francesco Persiani aveva emanato l’ordinanza n. 169 del 19 novembre 2022 comportante il divieto di utilizzo dell’acqua nella frazione di Forno a causa della torbidità, il cui motivo dichiarato sarebbe “la pioggia degli ultimi giorni”».

E proseguono: «In verità, centinaia di migliaia di metri cubi di acqua dei fiumi e dei torrenti delle Alpi Apuane - del Fiume Frigido in particolare - sono inquinati dalla marmettola (fanghiglia di marmo finemente tritato scaricato negli impluvi e corsi d’acqua). La causa è esclusivamente l’attività illecità rappresentata dagli scarichi abusivi dell’estrazione del marmo. I danni provocati dalla marmettola sono da anni ben noti, studiati, monitorati dall’Arpat e da vari gruppi di ricercatori, fino alle profonde falde idriche».

Gli ambientalisti rimarcano che «l’Arpat ha chiaramente affermato, fra l’altro, “un lieve peggioramento della qualità ecologica nelle due stazioni a monte sul Frigido rispetto al monitoraggio eseguito nel 1982: questo denota quanto sia ancora predominante l'impatto delle attività di estrazione marmifera, in particolare in termini di gestione delle acque e della marmettola, sulla qualità ecologica dei fiumi dell'area apuana”. Specificamente, “per l'analisi dei risultati completi si rimanda all'Arpatnews "Progetto Cave: qualità ecologica nel triennio 2017-2019 (Dati conclusivi del monitoraggio delle comunità macrobentoniche nei corsi idrIci delle Alpi Apuane"», a cui fanno seguire la tabella con la Qualità ecologica nel triennio 2017-2019 nel F.Frigido e T.Carrione - Valori medi annuali di Ibr e Classi di Qualità).

E insistono: «Non si tratta di una piaga biblica, immutabile e irrisolvibile, ma di fenomeni illeciti fin troppo tollerati, in palese contrasto con gli obblighi comunitari sulla tutela delle acque destinate al consumo umano (direttiva n. 2006/118/Ue) e per la difesa degli habitat naturali e semi-naturali (direttive n. 92/43/Cee e 09/147/Ce), nonchè con le normative nazionali per la salvaguardia dell'acqua (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), per la tutela del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)».

Pertanto, si conclude la nota, «Le associazioni e i comitati ambientalisti auspicano che vi sia, una buona volta, la dovuta attenzione e concrete attività da parte delle amministrazioni pubbliche competenti per la difesa della fondamentale risorsa idrica. Chi inquina deve pagare, sotto tutti gli aspetti».
 

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