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Calcio: gli amaranto

Una “X” nel campionato di Serie D. Il Livorno se la gioca in tribunale

Sandro Canu
Una “X” nel campionato di Serie D. Il Livorno se la gioca in tribunale

A Coverciano inizia il processo contro il Figline. Fa sperare il precedente del Teramo nel 2015, ma i fiorentini potranno fare ricorso

09 agosto 2022
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LIVORNO. Inizia mercoledì 10 agosto al Centro Tecnico Federale di Coverciano il processo per il “caso Figline” davanti al Tribunale Federale Territoriale. Sul banco degli imputati cinque tesserati fiorentini: il presidente Simone Simoni, l’allenatore Marco Becattini, il portiere Vanni Burzagli, il difensore Andrea Saitta e il centrocampista Mattia Privitera, più il direttore sportivo Emiliano Frediani, con cui nel frattempo è stato risolto il rapporto di collaborazione, il che sembra una sorta di autogol nel tentativo di prenderne le distanze. Tutti sono stati deferiti dalla Procura Federale e devono rispondere di responsabilità oggettiva per illecito sportivo – articolo 30 del codice di giustizia sportiva – durante l’incontro giocato l’11 maggio ad Altopascio, penultimo atto del gironcino, con l’accusa di aver volontariamente subito gli ultimi tre gol nei secondi di recupero per perdere 5-1 e costringere il Livorno alla vittoria in casa con il Tau nell’ultima partita, ma anche della mancata denuncia del tentativo di alterazione del naturale corso della partita in questione, obbligatorio da parte di qualsiasi tesserato.

Il processo nelle aule di Coverciano durerà due giorni al termine dei quali sarà emanata la sentenza di primo grado. Martedì 9 agosto il Livorno – assistito dall’avvocato Menichini – saprà se potrà partecipare al processo come parte interessata e quindi avere la possibilità di illustrare il proprio pensiero. Al proposito la società ha presentato un “intervento ad iuvandum”, una memoria nella quale motiva la propria richiesta.

La Procura Federale, potrà avvalersi, se lo riterrà opportuno, della prova televisiva, sicuramente porterà avanti la tesi del principio di afflittività ovvero di una richiesta di pena consona al tentativo di alterazione del risultato, formulando la richiesta di condanna.

Ma cosa rischia effettivamente il Figline? Se il Tribunale, formato dal presidente e sette componenti, riterrà fondata la tesi dell’accusa di illecito sportivo, al club gialloblù potrà essere revocata l’iscrizione alla serie D, come ad esempio nel 2015 successe al Teramo a cui fu negata l’iscrizione alla serie B per illecito sportivo, nonostante avesse vinto il campionato di serie C, a favore dell’Ascoli. C’è da fare un distinguo, essendo quello appena terminato un campionato anomalo con una stagione regolare e un triangolare promozione. Dunque: dovrebbe beneficiare del posto in D l’ultimo nel gironcino (quindi il Livorno) o la prima nella graduatoria di merito ovvero il Giorgione nel caso che il Figline fosse retrocesso in Promozione? La logica fa propendere per la prima ipotesi essendo stato il misfatto compiuto in uno scorcio di torneo in cui è stato penalizzata la società amaranto, dunque è lì che dovrebbe essere inflitta la “punizione”.

C’è un’altra soluzione, quella di dare dei punti (tanti) di penalizzazione al Figline da scontare nella prossima serie D. Inoltre le squalifiche, più o meno pesanti, ai deferiti.

La sentenza, probabilmente, arriverà nella serata di giovedì 11 agosto, ma potrebbe slittare anche di qualche giorno.

Se il Figline fosse condannato può ricorrere alla Corte Federale di Roma, secondo grado, entro 7 giorni dalle motivazioni, che potrebbe riunirsi a fine agosto. Il club del presidente Simoni potrebbe, in ultima analisi, appellarsi al Collegio di Garanzia del Coni che solitamente non fa che confermare le decisioni dei precedenti gradi di giustizia.

Nel frattempo però il consiglio federale potrebbe non aspettare la decisione del Coni e ammettere già ufficialmente il Livorno in serie D. Intanto nei prossimi giorni usciranno i gironi di serie D ed è molto probabile che nel girone E (tosco umbro laziale) venga inserita una X che a seconda delle decisioni degli organi di giustizia si trasformerà in Livorno o Figline.
 

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