Il Tirreno

Livorno

L'ultima frontiera dell'arte

«La mia Livorno nel Metaverso». Bulciolu, il prof artista della città virtuale

«La mia Livorno nel Metaverso». Bulciolu, il prof artista della città virtuale<br type="_moz" />

Il pittore: «Dalla Baracchina alla Meloria con la realtà aumentata»

17 aprile 2024
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LIVORNO L’ultima frontiera dell’arte è esporre nel Metaverso. Artisti in carne ed ossa nella vita reale che realizzano opere, mostre e vernissage nel mondo virtuale attraverso avatar con quadri “immateriali” pensati per il web.

Questa moda sempre più diffusa (ma non così tanto), coinvolge anche un livornese, l’architetto, pittore e docente della scuola secondaria di primo grado del Comprensivo Carducci “Banditella” Enrico Bulciolu, che nei giorni scorsi è stato tra i protagonisti dell’evento su Craft Word “La Terra inquieta” con altri ventisette artisti (la mostra è ancora visitabile nel Museo del Metaverso, spazio virtuale nato su “Second Life” nel 2007 e oggi approdato ad altri mondi virtuali come “Spatial” e appunto “Craft”).

Bulciolu, classe 1965, è in attività fin dagli anni ’80 e, nel tempo, ha sviluppato una sua originale e personalissima visione dello spazio, una rappresentazione introspettiva (anche di luoghi tipici livornesi) deformati in chiave surreale, con “un espressionismo fatto di evasione ed inquietudine”.

In Bulciolu, l’artista e l’architetto si fondono e ha la particolarità, attraverso le sue opere, di rendere i mondi immaginari tangibili e reali. «Altri artisti hanno creato opere con l’intelligenza artificiale o realizzato sculture che esistono solo in internet - racconta - i miei quadri, invece, che esistono nella realtà e nello spazio virtuale sono stati solo riprodotti fedelmente, sono piaciuti molto ai visitatori, dimostrando che la pittura è un sistema tutt’altro che superato e che può essere adattata a mondi e visioni più anticonvenzionali. E’ stato bello constatare che nella realtà aumentata le mie opere, ricche di colori e suggestioni, sono leggibili e restano affascinanti anche fuori dalla cornice tradizionale».

Nel virtuale l’avventore può volare, saltare, entrare nell’opera. «Il metaverso non è un ambiente freddo e asettico - va avanti - si parla in diretta con gli altri, con l’audio, ci si sente, si dialoga. Ha un aspetto comunicativo potentissimo. L’autore è lì e risponde alle domande dei visitatori, cosa che nella realtà avviene molto meno».

Il sottotitolo della collettiva “Terra inquieta” è attualissimo e nemmeno troppo astratto: “Guerre, Migrazioni e Ambiente”. Della sua esperienza nel progetto Bulciolu spiega: «Al centro delle opere che ho esposto, sotto il nome di ‘Oneiros’, c’è il rapporto tra architettura e mare. Ho portato nel virtuale le mie visioni della Torre della Meloria, dei Pancaldi, della Baracchina Rossa e della Terrazza. L’uomo non c’è nei miei lavori, ma è sempre al centro dell’opera, perché c’è l’architettura, che dall’uomo è stata creata. Qui la Terra è ancora quieta». L’artista non è nuovo a questo tipo di allestimento. Già nel 2023 Bulciolu era stato protagonista di una Personale su “Second Life” con ospiti dal mondo. «Il merito di avermi portato nel metaverso va alla galleria ‘RB Art Gallery’, fondata nel 2007 in Second Life (dove si trova anche la sua sede) da R. Baloot. In essa, innovazione, creatività e stile trovano la loro sintesi. L’obiettivo è quello di individuare posizioni forti e creative nella fitta produttività artistica e di proporle agli amanti dell’arte nel metaverso». Per capire che cos’è una mostra virtuale, sarà disponibile su YouTube, il video dell’inaugurazione della Collettiva.l


 

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