Il Tirreno

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Il personaggio

Gabriele Evangelista il contrabbassista di Livorno della coppia De Gregori-Zalone

di Francesca Suggi

	Gabriele Evangelista in alto a sinistra col suo contrabbasso insieme a Francesco De Gregori e Checco Zalone (foto Daniele Barraco); Evangelista da solo (foto Mattia Barbieri)
Gabriele Evangelista in alto a sinistra col suo contrabbasso insieme a Francesco De Gregori e Checco Zalone (foto Daniele Barraco); Evangelista da solo (foto Mattia Barbieri)

Il musicista labronico che oggi insegna al conservatorio di Rovigo scelto dal Principe della canzone italiana per il nuovo album “Pastiche”

17 aprile 2024
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LIVORNO Sveste i panni di comico, attore e regista che sbanca i botteghini nazionali e indossa quelli di pianista, Checco. Per accompagnare il “Principe” della musica italiana. E a scandire il ritmo del nuovo album vintage “Pastiche” della strana coppia Zalone-De Gregori c’è anche un pezzo da novanta tutto livornese. È il contrabbassista Gabriele Evangelista.

A scegliere il 35enne ex bimbo prodigio al contrabbasso classico, uscito dal prestigioso conservatorio Mascagni di Livorno, proprio il poeta del cantautorato italiano, quello di canzoni come Generale e di tournée come Banana Republic che lo piazzano nell’Olimpo dei Grandi. «All’inizio sembrava tutto uno scherzo, mi chiama Stefano (Bollani) e mi dice che De Gregori era stato conquistato dal mio sound: era il tempo in cui ero in puntata in prima serata nel programma “Via Dei Matti n. 0” su Rai 3 con Bernardo Guerra: tutto questo succede un paio di anni fa», racconta il musicista livornese oggi insegnante di contrabbasso jazz al Conservatorio di Rovigo.

Dopo la chiamata di Bollani arriva quella di De Gregori in persona. E comincia l’avventura in musica con due mostri sacri del cinema e della canzone. «De Gregori mi espose il progetto, voleva fare un disco più intimo, acustico, suonato in diretta: mi ha detto che era stato colpito dal mio sound e che in questo progetto c’era anche “Checco” al piano. E si riferiva a Checco Zalone. Mi aggiunse che lui e Zalone sono molto amici e che sarei stato meravigliato dalla sensibilità e dalla bravura di Zalone».

C’è da dire che Evangelista ha un curriculum parecchio importante. Enrico Rava, Stefano Bollani, John Scofield e Dave Douglas sono alcuni dei grandi con cui ha collaborato. C’è anche la cantante Karima tra gli artisti con cui suona. Ma il 35enne labronico è il primo ad ammettere che questo progetto con De Gregori e Zalone, suonava (e tutt’ora suona) come «un sogno, come qualcosa di surreale, la prima esperienza col pop con due grandi».

E che esperienza. Evangelista la racconta. Così, poco più di un anno fa, va a Roma. Ai famosi Forward Studios. Si registra in presa diretta.

Tre giorni intensi ma leggeri. Impegnativi ma piacevoli. Conditi da tante risate. Perché il paroliere di Rimmel sa essere molto verace. Figurarsi quando davanti ha l’amico-recordman ai botteghini “Checco”. «Ci siamo conosciuti in studio e posso veramente dire che sono due grandissimi artisti, molto simpatici, alla mano, ci siamo anche “schiantati” dalle risate: tra loro sono molto amici, si sfottono in continuazione».

L’album “Pastiche” vede la luce nei giorni scorsi. È un disco pieno di cose vintage. De Gregori e Zalone non hanno in programma un tour in comune. Ci saranno solo due date imperdibili alle Terme di Caracalla di Roma il 5 e il 9 giugno con loro due e la band formata anche da Evangelista al contrabbasso. “Pastiche” è una raccolta di cover e qualche brano originale, un divertissement ma che non ha nulla di improvvisato o poco serio: il cineasta e il cantautore si mettono alla prova in un album che cerca di vestire di nuovi abiti alcune canzoni cult come Rimmel dello stesso De Gregori, ma anche Putesse essere allero di Pino Daniele, Pittori della domenica di Paolo Conte.

E il tocco del livornese Evangelista c’è in “Pittori della domenica”, “Atlantide”, “La Prima Repubblica”, “Le cose della vita”, “Falso movimento” e “Buonanotte Fiorellino”. Proprio quella canzone con cui Evangelista è cresciuto, tra le mura di casa. «Siamo arrivati in studio senza avere la minima idea di quello che ci aspettava e gli accordi li abbiamo buttati giù lì, tutto molto easy e spontaneo». E racconta di sé: «Mia madre era soprano a Torre del Lago e mio padre appassionato della musica cantautorale, tra i preferiti De Gregori quindi è stato felice di questa mia esperienza e quando in studio è arrivata “Buonanotte Fiorellino” a livello emotivo è stato forte, un passo indietro a quando ero bambino». E quel bambino aveva sin dalle elementari alle scuole Gramsci del rione Coteto le idee chiare. Voleva fare il musicista da grande. Oggi un sogno nel cassetto ce l’ha: «Mi piacerebbe fare un progetto musicale tutto mio vincendo la pigrizia: la musica per me è l’altra dimensione nella quale mi rifugio per mettermi in connessione con l’essenza della vita».l

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