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Chef Michelangelo Rongo porta il cacciucco al tavolo del principe di Monaco: l’invito, il menu e gli abbinamenti

di Luca Balestri
Chef Michelangelo Rongo porta il cacciucco al tavolo del principe di Monaco: l’invito, il menu e gli abbinamenti

Livorno, il titolare del ristorante Aragosta in trasferta per una cena reale con Alberto II e 54 ospiti

22 marzo 2024
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LIVORNO. Dal porto di Livorno al porto di Monte Carlo. Va in scena la cena reale col “nostro” cuoco Michelangelo Rongo, che a Livorno gestisce il ristorante Aragosta, per preparare una cena livornese al principe Alberto II di Monaco. E ai suoi 54 ospiti. «Avevo già cucinato a Monaco, ma anche stavolta è stata una bella emozione, visto sia il prestigio dell’Accademia che mi ha invitato sia l’importanza degli ospiti che ho servito», orgoglio alle stelle Rongo, cinquantenne napoletano, ormai è da diversi anni a Livorno, e anche in quest’esperienza viene accompagnato dalla moglie, Betti De Stefano che all’Aragosta gestisce la sala, e dal suo collaboratore Francesco Santoro, che è anche membro dell’associazione Cacciucco Livorno.

Martedì sera quindi la cena reale si svolge al Ristorante della Societé Nautique di Monaco. Rongo è lì, su invito di Luciano Garzelli, delegato per Monaco dell’Accademia Italiana della Cucina. «Garzelli è un nostro cliente abituale. Essere invitati da lui significa che apprezza davvero tanto il nostro ristorante, e non possiamo che esserne contenti», commenta l’opportunità il cuoco.

L’obiettivo di cene come questa, è anche quello di promuovere il piatto livornese per eccellenza, il cacciucco, anche fuori dai confini cittadini. «Gli ospiti che hanno partecipato alla cena sono tutti amanti della cucina, che girano i ristoranti d’Italia. Ma nonostante mangino sempre bene, davanti al cacciucco rimangono sempre deliziati».

La cena quindi si concentra sul tipico piatto di pesce labronico. Cucinato rigorosamente come da tradizione. «Con l’associazione Cacciucco Livorno abbiamo realizzato la certificazione Pat –Prodotti agroalimentari tradizionali-, insieme alla Regione Toscana. Quindi ci atteniamo alla ricetta classica. L’unica cosa che nel procedimento della preparazione del piatto facciamo di diverso rispetto a qualche anno fa sono i tempi di cottura, che sono leggermente cambiati», ci tiene a precisare lo chef.

Oltre al cacciucco, anche gli altri piatti preparati sono di pesce. Le danze si aprono con stuzzichini da gustare in piedi, sulla banchina dell’esclusivo Yacht Club di Monaco, davanti al mare, oltre che a yacht esclusivi. Gli ospiti quindi partono dai crostini burro al tartufo e acciughe, poi la panzanella con la palamita del mare toscana e la pappa al pomodoro.

Questo “finger food” è stato accompagnato dalle Bollicine dell’Azienda Agricola Elisabetta, di Cecina. Una volta messi a sedere, prima del cacciucco, i cinquantacinque ospiti hanno assaporato l’antipasto. A base di “pesce dimenticato”, a Livorno meglio noto come “pesce povero”. Specificamente Rongo ha preparato una polpettina di pesce dimenticato in salsa di pomodoro bio. Anche in questo caso la polpettina è stata accompagnata da vino toscano, cioè dal vino inediti igt, delle Terre del Marchesato, Bolgheri. Anche il cacciucco è stato accompagnato da del vino toscano. Anzi, essendo il piatto-principe, da due vini: il rosso di Bolgheri Doc, Emilio Primo, delle Terre del Marchesato, e il Vermentino Igt Emilio Primo, della stessa provenienza. «Il Bolgheri doc è stato il vino più apprezzato della serata. Tra tutti quelli serviti, è infatti anche il vino più pregiato, che costa di più. Mi hanno fatto i complimenti per l’abbinamento dei vini», si entusiasma Rongo. Che poi enumera le bottiglie che gli ospiti hanno aperto. «Ogni ospite ha bevuto poco meno di una bottiglia».

Infine, i commensali si sono addolciti il palato con la Delizia di ricotta con scaglie di cioccolato coltivato “Noalya”. Cioè con cioccolato che viene dal Venezuela, coltivato da un agricoltore di Ponsacco. «Abbiamo tagliato la cioccolata sul momento per stupire gli ospiti con il suo inteso aroma –dice Rongo-. Ne sono rimasti tutti molto soddisfatti».  

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