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Babbo e figlia sulla barca in avaria, il racconto dei poliziotti fuori servizio: «Ecco come li abbiamo salvati»

di Claudia Guarino
Babbo e figlia sulla barca in avaria, il racconto dei poliziotti fuori servizio: «Ecco come li abbiamo salvati»

Nisi e Galbini sono, rispettivamente, comandante di squadra Navale e pilota d'elicottero. «C’era una falla nell'imbarcazione. Rischiava di affondare»

29 novembre 2022
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Livorno Il vento è forte e le onde spingono la barca contro le rocce. Sopra, padre e figlia. Terrorizzati. Poi, la falla. L’acqua entra dentro e la paura è una sola: affondare. Ma qualcuno assiste alla scena, “arpiona” la barca con la propria e la traina al sicuro, salvando babbo a bambina. L’intervento provvidenziale è quello di Fogliano Nisi e Filippo Galbini, rispettivamente comandante della Squadra nautica di Livorno e pilota di elicotteri in forza all’ottavo reparto volo di Firenze. Entrambi poliziotti ed entrambi, ieri, fuori servizio. Ma facciamo un passo indietro e torniamo all’inizio di questa storia.

L’avaria

Domenica scorsa Nisi e Galbini, colleghi e amici, decidono di incontrarsi per passare un pomeriggio in barca. Vanno agli Scali delle Barchette, salgono a bordo, accendono il motore e partono. Ma quando arrivano al varco Nord del porto notano qualcosa di strano. «Un uomo chiedeva aiuto da una barca. Stava andando a sbattere sugli scogli e con sé aveva anche la figlia di nove anni – raccontano i poliziotti –. Siamo subito intervenuti lanciando una cima». Ma l’uomo a bordo, un 57enne di Firenze, era particolarmente sotto choc. Nisi, dunque, ha deciso di andare da lui, lasciando Galbini sull’altra barca a trainare l’imbarcazione ormai in avaria. «Quella barca era molto più grande della nostra, avevamo il vento contro e abbiamo rischiato di finire in secca», racconta Nisi. «Peraltro eravamo in mezzo al canale d’ingresso, con le altre navi che entravano e uscivano – aggiunge Galbini – dunque ci siamo trovati in difficoltà».

Il salvataggio

Ma non si sono perso d’animo. «Abbiamo cominciato a trainare l’imbarcazione in direzione degli ormeggi. Ma a un certo punto l’uomo ci ha detto che aveva una falla a bordo e che stava imbarcando acqua. Dunque abbiamo chiamato anche la guardia costiera». Nonostante le difficoltà, dopo una quarantina di minuti di traino, poliziotti e naviganti riescono ad arrivare in porto. Tutti sani e salvi. «Quella barca non avrebbe resistito in acqua ancora per molto – spiega Nisi –, il danno era consistente e nell’arco di dieci minuti un quarto d’ora sarebbe affondata».

«La bimba sta bene»

Ma non è accaduto. «È successo tutto molto velocemente e ce la siamo vista brutta – commenta Galbini – ma la nostra professione ci ha aiutato a gestire la situazione». E il pensiero, durante tutte le manovre effettuate per non finire contro gli scogli, è stato sempre per chi era sull’altra barca: padre e bambina di nove anni. «Lui era sotto choc e molto preoccupato figlia, anche lei era spaventatissima. Le abbiamo dato un giubbino cercando di tranquillizzarla».

Babbo e bimba, comunque, adesso sono fortunatamente all’asciutto. «Verso le 20.30 (di domenica scorsa, ndr) ci hanno detto che padre e figlia stavano bene. E che era stata salvata anche la barca». l


 

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