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Da Livorno alla Serie A: «Maria Sole sei il nostro orgoglio». La mamma prof in tribuna a Reggio

di Flavio Lombardi
Da Livorno alla Serie A: «Maria Sole sei il nostro orgoglio». La mamma prof in tribuna a Reggio

Dalle Carducci alle Micali all’Enriques fino alla laurea magistrale in Sociologia. La livornese che ha rivoluzionato il calcio lavora nella Fondazione di Marco Biagi

04 ottobre 2022
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LIVORNO. Si parla di donne, di ruoli nella tradizione declinati al maschile e puntualmente questa città ci riserva sorprese. I meno giovani lo ricorderanno. Correva l’anno 1987 ed una giovane sedicenne, Ariella Roccasecca che con la sorella Dana, il padre Romano e la mamma Daniela risiedeva in Via Santa Fortunata, a due passi dal Mercato centrale, fece domanda di arruolamento nell’Arma. Guido Buzzelli le dedicò una vignetta nel Satyricon di Repubblica, la vicenda fece scalpore, giornali e televisione se ne occuparono. Si era aperto insomma il dibattito. Che non ebbe, nell’immediato, gli sviluppi sperati. Il germe di una parità di genere tuttavia, era stato gettato. Se ne tornò a parlare nella primavera di 5 anni più tardi, con Virginio Rognoni ministro della Difesa e Vincenzo Scotti agli Interni. I frutti, finalmente, nel ’99; con la apertura ad un ingresso al femminile in tutte le forze armate.

Dalla prima ragazza a tentare di entrare nei Carabinieri, alla prima donna ad arbitrare nella serie A di calcio. Un passo che sembra breve ma che invece rappresenta un viaggio nel tempo lungo 35 anni, in cui Livorno conferma la sua indole ai primati e ottenerne anche di nuovi.

Il 2 ottobre 2022, per il calcio italiano è una svolta epocale. Con un piccolo esercito di oltre 1700 giovani arbitre pronte a seguire la traccia ormai segnata da Maria Sole Ferrieri Caputi, 32 anni il prossimo 20 novembre, un fenomeno non certo perché donna, ma un fenomeno perché brava. Degna erede della tradizione dei fischietti labronici che hanno toccato i vertici nazionali ed internazionali. Da Tani a Bergamo, Chiesa, Ceccarini, Banti, o fra i collaboratori di linea, Niccolai, Griselli e attualmente Raspollini. Mentre Alfredo Trentalange denuncia una crisi di vocazione per i maschi, sciorina orgoglioso i numeri in crescita per le femmine.

Maria Sole, ed un esordio nel massimo campionato forse da predestinata, se è vero che si è consumato al Mapei Stadium di Reggio Emilia, la città del Tricolore e che il primo a stringerle la mano al triplice fischio, è stato quel Davide Nicola che con Livorno ha un legame indissolubile avendo nel 2012 vinto il campionato di serie B sulla panchina amaranto, ottenendo l’ultima promozione in serie A dell’Unione quando lei, era giovane arbitra universitaria alla sua quinta stagione dal suo ingresso alla sezione livornese Renato Baconcini e che forse non pensava di arrivare così in alto. Più brava di tanti uomini. Puntualmente battuti sul piano atletico (i test non mentono) ma anche sul terreno squisitamente tecnico.

Brava a scuola

Laurea triennale in Scienze politiche e relazioni internazionali conseguita all’Università di Pisa e una laurea magistrale in Sociologia all’Università degli Studi di Firenze. Dottoranda di ricerca all’Università di Bergamo in formazione e mercato del lavoro, discusse la tesi dal Cile dove era impegnata in un torneo internazionale di calcio. Da fine 2021 è anche alle dipendenze del professor Michele Tiraboschi come ricercatrice alla fondazione Adapt, associazione senza fini di lucro, fondata da Marco Biagi nel 2000 (il giuslavorista assassinato da un commando delle Nuove Brigate Rosse un anno prima dell'approvazione della legge da lui promossa e indicata comunemente con il suo nome, ndr) per promuovere, in una ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.

Diligente sin da bambina, quando frequentava le elementari alle Carducci, ha sempre pensato che attraverso lo studio passasse la possibilità di affermarsi nella vita. Proseguendo con profitto le medie alle Micali, ma senza particolari forzature da parte della mamma che è insegnante attualmente alle XI maggio.

Al liceo Enriques, la giovane Maria Sole quando era in quarta sezione L, si distinse per 10 a disegno e a storia. Era il periodo in cui aveva già fatto tesoro del volantino della sezione Aia di Livorno per fare il corso arbitri. Senza distrazioni, dritta verso la maturità dove fu solo un 80. Valutazioni e giudizi parziali che ti fanno capire che lo studente si vede poi dal coraggio, l’altruismo e la fantasia (in questo caso le idee chiare su cosa si vuol fare), che l’arrivo è sempre al Vigorelli e la stoffa quando c’è viene sempre fuori. L’ennesimo riconoscimento giunge quando con la magistrale in sociologia, arriva l’attestato come migliore laurea dell’Ateneo.

Dopo Sassuolo-Salernitana, si è spostata a Milano per la Domenica Sportiva, ieri era già nella sua Livorno ma già pronta per partire in India dove la attende un torneo internazionale.

Controllo delle emozioni

Ferrieri Caputi era concentrata sin da prima di fare ingresso in campo. Sguardo fisso verso il terreno di gioco, sembravano più tesi i suoi collaboratori. Ad un certo punto, un sorriso dal quale si intuiva una grande serenità. Quella che è servita per una prestazione perfetta, senza sbavature e che le hanno fatto guadagnare gli ennesimi apprezzamenti degli addetti ai lavori. Con Massimiliano Pieri a tesserne le lodi già a 90° minuto. Senso tattico ottimo, gestione comportamentale coi giocatori eccezionale, regge a livello fisico Frattesi durante un richiamo. Grinta e carattere. Due sole ammonizioni, e quella data dopo aver dato il vantaggio, ritenuta una finezza. Atleticamente, eccellente, ha “spaccato” con lo scatto profuso all’88’, quel cambio di passo messo in mostra che conferma la grande preparazione che tanta invidia a molti colleghi maschi fa.

Cuore di mamma

Mamma Linda Caioli, testimone del fenomeno mediatico. Quel voyeurismo sfrenato per la donna che per la prima volta avrebbe dovuto dirigere un incontro di serie A. I taccuini puntati, le telecamere spianate in cerca di immagini e improbabili dichiarazioni di Maria Sole all’uscita dell’albergo prima di arrivare allo stadio.

La prof delle XI Maggio ha assistito in tribuna numerata al debutto di una figlia sotto esame. Certe cose però te le porge il sangue anche se la preoccupazione c’è. Basta guardarsi negli occhi per capire e sapere che non può che andar bene. E pensare a tutti i sacrifici per arrivare sin lassù, partendo dai campetti. Contro i pregiudizi, le battute sessiste e le domeniche trascorse, spesso attendendo il suono del campanello che segnava il ritorno a casa di questa bimba che molti fra i personaggi più in vista della sezione Aia livornese, facevano a gara per accompagnare alla partita designata. Mentre il padre Mariano l’aspettava a casa e il fratello Luigi, studente appassionato di politica, oggi lo può dire nonostante gli incomprensibili divieti dell’Associazione italiana arbitri: «Sole è il nostro orgoglio».
 

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