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Porto, l’Authority ipotizza il “taglio” della diga della Vegliaia


	Una nave cargo vicino alla diga Vegliaia
Una nave cargo vicino alla diga Vegliaia

Livorno, il segretario generale Matteo Paroli: «Le ipotesi sono molteplici e tutte hanno costi e benefici»

28 marzo 2024
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LIVORNO. Un “taglio” della diga della Vegliaia, simbolo dello skyline del porto livornese, che si staglia davanti alla Terrazza Mascagni. È stato prospettato ieri dall’Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale. Il motivo? Facilitare l’accesso delle grandi navi nel nostro approdo: «L’opera – spiega il segretario generale dell’ente, Matteo Paroli –  non è al momento necessaria,  ma dovremo prenderla in considerazione se assieme al taglio della Tripoli (un altro intervento prospettato ndr) ci permettesse di favorire un ingresso meno critico delle navi. Nelle settimane scorse abbiamo affidato a una società un incarico di studio idrodinamico in riferimento alle varie ipotesi di taglio. L’obiettivo è capire se potranno esserci ripercussioni legate al moto ondoso in ingresso nel bacino portuale».

Mentre «l’ipotesi di tagliare la calata Tripoli (la Darsena numero 1) ha  l’obiettivo di allargare il bacino di evoluzione di ingresso al porto commerciale – prosegue Paroli, che ne ha parlato anche ieri  all’organismo di partenariato  –  La prossima settimana, assieme al dirigente  Enrico Pribaz, incontreremo lo studio di progettazione incaricato di sviluppare un’analisi preliminare sulle ipotesi di fattibilità».

Il presidente Luciano Guerrieri, nella stessa occasione, ha   parlato di Darsena Europa, tornando anche sull’affare Grimaldi-Tdt. «L’acquisizione  deve essere considerata un’opportunità e non un pericolo per la tenuta del traffico container. Sarà nostra cura interloquire con Tdt  e Grimaldi perché l’offerta terminalistica rivolta al mercato container non soltanto rimanga inalterata,  ma venga orientata al suo sviluppo e se necessario useremo tutte le prerogative e i poteri di cui dispone per assicurarsene».

Premesso che qualsiasi modifica di destinazione d’uso degli spazi dovrà essere concordata con l’ente  «l’Authority si impegnerà a vigilare perché venga difesa la natura “multipurpose” del porto. I rotabili non sono vietati nel Tdt,  ma il concetto è che una tipologia di traffico non può essere sviluppata a scapito delle altre»,  ha precisato Guerrieri. «Non c’è da parte nostra alcuna ambiguità di fondo. Anzi è nostra intenzione organizzare quanto prima una riunione con Tdt e convocheremo il massimo rappresentante del Cda perché ci espliciti quali siano i suoi orientamenti: gli chiederemo  un impegno formale a garantire al porto un ulteriore sviluppo del traffico container e a investire. Per noi sono elementi dirimenti e saranno oggetto di valutazione quando ci verrà presentato il nuovo piano Industriale».

Le  priorità della Port  authority rimangono quelle già definite nel bilancio di previsione e nel piano triennale delle opere e rispondono  alla necessità di consentire al porto di arrivare vivo all’appuntamento della Darsena Europa. «Abbiamo l’interesse a fornire al mercato le condizioni perché si possa riesprimere sull’utilizzazione di un’opera che riteniamo possa essere messa a disposizione degli operatori anche a stralci operativi, attraverso ad esempio la realizzazione di un tratto di banchina – spiega –  Se dobbiamo preparare un futuro in cui crescere dobbiamo fare in modo che il mercato attuale dei container non si svilisca,  ma guadagni ulteriore terreno».

Se la Darsena Europa rappresenta il futuro, il presente deve garantire la possibilità di mantenersi competitivo. Su sollecitazione dei presenti Paroli ha fornito  un aggiornamento sull’avanzamento di alcuni  interventi attesi, a cominciare da quelli di allargamento del canale di accesso. Una volta completato l’arretramento della banchina,   arriverà a una larghezza massima di 125 metri. Il nuovo banchinamento consentirà poi  la realizzazione dei successivi  dragaggi per un  fondale di  13 metri sotto le sponde e di 16 al centro della cunetta navigabile. «Ormai è imminente la partenza lavori di competenza Eni», ha comunicato Paroli. «Non appena ricevute le certificazioni di navigabilità e sull'equipaggiamento dei mezzi, la capitaneria potrà emanare l'ordinanza interdittiva di transito del Canale. Ci vorrà ancora qualche settimana». Le finestre interdittive del canale di accesso «andranno ordinariamente dalle 23 alle 7 di mattina ma saranno flessibili e potranno essere variate in ragione delle esigenze di cantiere e del porto. Riguardo ai tempi, il cantiere dei lavori verrà consegnato a Eni entro i primi giorni di maggio. Ed è previsto che l'intervento si concluda tra ottobre e novembre». Nel frattempo l’Authority si sta portando avanti con il maxi-appalto di allargamento del canale: «Gli uffici tecnici hanno concluso a fine marzo le verifiche  sul raggruppamento temporaneo di imprese  che ha vinto la gara – conclude – Nei prossimi giorni verranno chieste  ulteriori integrazioni, ma è verosimile credere che i lavori vengano consegnati a maggio. I primi sei mesi saranno dedicati alla progettazione esecutiva e i lavori veri e propri dovrebbero iniziare a novembre».  l

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