Il Tirreno

Grosseto

L’indagine

Grosseto, ex carabiniere morto con la moto: sequestrato il cellulare

di Matteo Scardigli
Una fase di ricostruzione della dinamica nell’aiuola spartitraffico che Rochira avrebbe attraversato in moto (foto Agenzia Bf)
Una fase di ricostruzione della dinamica nell’aiuola spartitraffico che Rochira avrebbe attraversato in moto (foto Agenzia Bf)

Pochi dubbi sulla dinamica ma altri aspetti da chiarire. Attesa l’autopsia

04 giugno 2023
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GROSSETO. La famiglia di Fausto Rochira, l’ex carabiniere morto venerdì nel tragico schianto in moto all’incrocio tra via del Poggiale e via Castiglionese, ha compiuto il viaggio del dolore dalla Fragagnano (in provincia di Taranto, da cui l’ex militare proveniva) all’obitorio dell’ospedale Misericordia. L’anziana madre, il fratello maresciallo della finanza e la sorella sovrintendente della polizia di Stato hanno dovuto affrontare lo straziante compito del riconoscimento della salma, che potrà essere restituita loro solamente dopo l’autopsia, che il sostituto procuratore Salvatore Ferraro – esclusi elementi tali da richiedere il coinvolgimento dell’Arma – dovrebbe disporre in settimana; forse già dopodomani.

Sulla tragedia, infatti, ci sono ancora aspetti da chiarire. Uno in particolare: Rochira, dopo la caduta, ha inviato messaggi di aiuto agli amici ma – pare – non avrebbe chiamato i soccorsi. E questo è uno dei motivi che ha portato al sequestro del telefonino; un atto dovuto, dato il ruolo che il dispositivo ha avuto nella vicenda, ma che potrebbe portare a ulteriori sviluppi.


Le indagini, condotte dal Pm, vengono eseguite dalla polizia municipale. Gli agenti del comando di via Giuseppe Zanardelli avevano effettuato i rilievi sul luogo dell’incidente, ricostruendo in via preliminare una dinamica che – salvo stravolgimenti – appare chiara: Rochira, che procedeva da via del Poggiale verso via Castiglionese, avrebbe colpito il cordolo dell’aiuola spartitraffico perdendo il controllo del mezzo e finendo in un campo al di là della perpendicolare. Hanno anche già ascoltato i racconti degli amici, che all’alba di venerdì – guidati dalla geolocalizzazione inviata sempre dal telefonino – si erano lanciati alla ricerca del compagno che, solo poche ore prima, era con loro per una serata a Castiglione. Ma proprio la posizione Gps – altro elemento da chiarire – li aveva portati lontano dal luogo dell’incidente.

La salma, per il momento, rimane al presidio sanitario. La famiglia ha manifestato l’intenzione di riportarla a Fragagnano per il rito funebre e la sepoltura accanto ad altri parenti. Ma lo spirito di Rochira rimarrà a Castiglione della Pescaia, dov’era molto conosciuto per il servizio che aveva prestato a bordo della motovedetta, così come al Comando provinciale in viale Francesco Ferrucci, dove l’ex carabiniere era stato assunto come dipendente civile del ministero della Difesa da quando, nel 2019, si era congedato per problemi fisici.

«Ricordo Fausto con affetto. Si occupava della parte amministrativa della provincia ed era una delle prime persone che vedevo ogni mattina. E anche se non vestiva più la divisa, per noi non faceva differenza», racconta il comandante provinciale Giuseppe Adinolfi, che si accinge – domani – a celebrare una festa anniversario dell'Arma dei carabinieri con la morte nel cuore: «Farò un cenno rivolto a lui nel mio discorso, è un gesto assolutamente doveroso. Abbiamo perso un grande uomo».

 

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