Il Tirreno

Grosseto

La storia

Vent’anni da “brilli”: la tana di Raffaella «rimasta per amore del mio territorio»

di Maurizio Ceccarelli
Vent’anni da “brilli”: la tana di Raffaella «rimasta per amore del mio territorio»

La chef ha partecipato a vari programmi tv

18 marzo 2023
4 MINUTI DI LETTURA





MASSA MARITTIMA. L’osteria La Tana dei Brilli di Massa Marittima compie venti anni. Era infatti il 16 marzo del 2003 quando Raffaella Cecchelli, dopo una carriera iniziata nella trattoria di famiglia ad appena 14 anni, decide di mettersi in gioco, di andare con le proprie gambe e di dar vita a un ristorante tutto suo, a Massa Marittima, la città che ama da sempre. Inizia così la bella storia di una delle realtà culinarie più apprezzate della città del Balestro che nei giorni scorsi dunque ha raggiunto il traguardo.

«Ho iniziato giovanissima a lavorare nella trattoria dei miei genitori dove mi dividevo tra sala e cucina – ricorda Raffaella –. Nel 2000 mio padre Alberto e mia madre Marisa vanno meritatamente in pensione e dentro di me cresce il desiderio di creare qualcosa di mio, qui, nella mia città. Ho ricevuto molte proposte interessanti per andare a lavorare fuori, per esempio una collaborazione a Montecarlo, che ammetto, mi sarebbe piaciuta, ma non potevo e non volevo lasciare Massa Marittima, città a cui sono legatissima e alla quale devo davvero tanto. Tutto è partito da qui, dove ho costruito la mia storia e la mia piccola osteria e oggi mi sento realizzata e felice».

La Tana dei Brilli si trova in vicolo Ciambellano a Massa Marittima e può contare su dodici posti al suo interno e dieci all’esterno.

Chef e vip

In questi anni Raffaella è stata coinvolta in molti eventi e collaborato con grandi chef come Antonino Cannavacciuolo, Gennarino Esposito, Carlo Cracco e ha partecipato a molte trasmissioni televisive fra cui la Prova del Cuoco, Uno mattina, Alma tv con pillole di sapori. Nel frattempo fra un piatto e l’altro ha trovato anche il tempo per scrivere il suo primo libro: “Maremma che ricordi” dove la chef parla di cucina e si racconta.

«Sono stati venti anni molto belli e ricchi di soddisfazioni – sottolinea – e di questo voglio ringraziare tutto il personale che in questo periodo ha lavorato con me. Sono stati tutti molto bravi, non ho un ricordo di un collaboratore che non abbia fatto il suo dovere. Un grazie immenso anche a Ciro Murolo il mio sous chef con me per sedici anni». In questo momento Raffaella oltre a preparare i suoi ottimi piatti sta collaborando da circa due anni con Cucina Mia, l’allegato del quindicinale Nuovo e Diva e Donna, dove ha due pagine intere e una scuola di cucina. «Non mi sento assolutamente più brava degli altri – fa notare – sono semplicemente più fortunata solo perché vengo chiamata, oppure perché mi piace reinventarmi e accettare le sfide. Questa è la mia vita, il mio lavoro, non mi posso permettere di avere il ristorante vuoto, così mi invento sempre qualcosa di nuovo, anche collaborazioni esterne».

La fascia dei prezzi è media tra un’osteria e un ristorante stellato, ovviamente tutto va in base a quello che si mangia. Il menù viene cambiato spesso per la stagionalità, ma anche in base alle esigenze alimentari che negli ultimi anni hanno subito molti cambiamenti: «Tutti possono entrare e sentirsi i benvenuti – afferma ancora – perché riesco a dare una risposta alle varie esigenze, per scelta di vita o per motivi di salute. Il mio grazie va a tutti quelli che in questi anni hanno scelto di trascorrere qui qualche ora piacevole. Questo mi ha permesso di veder nascere e coltivare tante e nuove amicizie. Grazie anche a tutti quelli che mi seguono sui social che sono tantissimi e mi dimostrano tutto il loro affetto».

E aggiunge: «La frase più bella che mi sono sentita dire in questi anni? “Qui è come stare a casa”. Questo mi rende felice perché sono una cuoca autodidatta, non ho fatto nessuna scuola e il mio maestro è stato mio padre». Nel 2002 Raffaella in pochi mesi perde entrambi i genitori, e si ritrova all’improvviso senza i punti di riferimento che l’avevano accompagnata fino a quel momento.

«Il periodo più difficile – ammette –, ma da allora ogni volta che entro in cucina il mio pensiero vola in cielo ai miei genitori. Sento una voce e mi viene in mente Remy di Ratatouille: quel topolino potrebbe essere mio padre che da sotto il cappello da cuoca mi tira i fili e mi dice metti questo o quell’ingrediente. Distribuire la gioia al cliente è importante – conclude ancora Raffaella – questo mi appaga più di tante altre cose».


 

Vespa World Days
Curiosità

Pontedera, la Vespa extra large arriva in centro e stupisce tutti: «L’idea? Dopo un po’ di birre al bar» – Video

di Tommaso Silvi